Palermo – “La riforma che ci è stata illustrata oggi presenta un tratto di fondo positivo e alcun punti che devono essere meglio chiariti. E’ apprezzabile lo sforzo di una visione d’insieme in un disegno che abbraccia e mette in sinergia formazione e territorio. Vanno meglio chiarite le questioni che riguardano il personale”: lo sostengono il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, e il segretario della Flc Sicilia, Giusto Scozzaro, dopo l’incontro con l’assessore regionale alla formazione e istruzione, Nelly Scilabra sul tema della riforma della formazione professionale. Pagliaro e Scozzaro definiscono “un’intuizione positiva l’impalcatura della riforma, un riordino complessivo- dicono- che tende ad affrontare nella logica della legge quadro la questione della formazione in tutte le sue sfaccettature. Si parla ad esempio di formazione tecnica – osservano- collegandola agli istituti tecnici e professionali , di formazione post laurea, di formazione permanente e continua e di formazione per i disabili. Viene creato un ponte anche col sistema delle imprese, quindi con il complesso del territorio”. La Cgil e la Flc giudicano un passaggio positivo anche l’introduzione della certificazione delle competenze, “che dà identità e valore all’impegno di chi si è formato”, così come ,con l’individuazione dei liberi consorzi , la separazione della fase programmatoria da quella gestionale. La Cgil e la Flc hanno chiesto che “il confronto con le parti sociali e le istituzioni sull’offerta formativa sia vincolante”. ”Va da sé- hanno aggiunto Pagliaro e Scozzaro- che questa riforma per potere camminare su gambe solide dovrà incrociarsi con altre riforme come quella delle province, e qualche preoccupazione è d’obbligo visti i problemi della maggioranza, e potere contare su un sistema di accreditamento utile a selezionare e ad affermare una buona formazione”. Per quanto riguarda i lavoratori Pagliaro e Scozzaro hanno chiesto “cosa accadrebbe se le richieste del territorio non fossero compatibili con la quantità di lavoratori e le qualifiche disponibili, se ad esempio la richiesta fosse ridotta o inesistente. E’ allora necessario- hanno sottolineato- prevedere percorsi di riconversione, di fuoriuscita e norme per la garanzia del reddito”.