Palermo, 17 marzo – Oltre 7 miliardi potrebbero essere immediatamente spesi per infrastrutture e interventi di messa in sicurezza e sostenibilità, rilanciando l’edilizia. Il conto dei fondi disponibili e, a vario titolo bloccati, lo fa la Fillea Cgil Sicilia, che ha aperto oggi il proprio congresso regionale. “Se solo si spendesse la metà di queste risorse – ha detto il segretario generale regionale, Franco Tarantino, riferendo stime del Cerdfos – in un anno il Pil della Sicilia crescerebbe del 6%. L’attivazione di tutte le risorse – ha aggiunto – creerebbe occupazione per 70 mila addetti”. Per tanti edili dunque quanti sono quelli che hanno perso il lavoro a partire dal 2007, con un boom del disoccupati soprattutto negli ultimi anni (59 mila i posti andati in fumo dal 2008) che ha registrato anche un calo del monte ore di lavoro (dal 2008 al 2013) del 43%. Una debacle che è stata conseguenza anche del calo vertiginoso degli importi andati a gara: 650 milioni nel 2008, 369 nel 2013. Peraltro, a titolo d’esempio, delle 334 gare bandite nel 2012 solo 155 (il 47%) risultato espletate. La crisi, è emerso dalla relazione di Tarantino, si legge anche nell’andamento delle imprese: dal 2008 al 2016 ne sono fallite 600 e hanno chiuso battenti in 2.500. E se non chiude, l’impresa edile si inabissa. “Nel contesto di crisi – ha rilevato Tarantino – è aumentato il lavoro nero, come si evince da una ricerca della cassa edile di Siracusa, che rileva una crescita del 35%. Possiamo dire con certezza – ha sottolineato – che in Sicilia un lavoratore edile su due è in nero, cosa che mette a rischio anche la sicurezza dei lavoratori in un quadro di carenze di controlli”. Per Tarantino, “il 6% dei proventi derivanti dai controlli dovrebbero essere spesi per autofinanziare il sistema ispettivo.
Ma c’è poi quell’enorme mole di finanziamenti disponibili che devono subito essere attivati, rimuovendo le cause dei blocchi, sia che siano di ordine amministrativo, sia che attengano alla capacità di spesa dei fondi europei o che rendano necessario l’allentamento dei vincoli del patto di stabilità”. La crisi ha ovviamente colpito tutta l’industria collegata: le cementerie, che hanno registrato un calo vertiginoso della produzione, e alcune , ad esempio quella di Porto Empedocle, hanno chiuso e anche il sistema dei laterizi e del legno. Ma ecco l’elenco delle risorse che possono essere sbloccate. La Fillea chiede che vengano aperti subito i cantieri per opere stradali per 2 miliardi e 121 milioni riferiti all’Anas e per 1 miliardo e 275 milioni riferiti al Cas. “I progetti sono già finanziati – ha detto Tarantino – e attendono solo una delibera di recepimento del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) per avviare Nord-Sud Camastra Gela (520 mln); Licodia Eubea (112 mln); Birgi-Mazara del Vallo (134 mln); Bronte-Adrano( 55 mln); Agrigento-Caltanissetta (990 mln); Bolognetta Lercara (296 mln); Tangenziale S. Gregorio (10 mln). Le opere del Cas sono Siracusa-Gela e Ragusa-Catania che sta appesa alla stipula di una convenzione fra Ministero per le Infrastrutture e il Project financing Tecnis. Anche per il sistema ferroviario sono stanziati 2 miliardi e 426 milioni per la direttrice Palermo-Catania e si è in attesa anche per quest’opera del Cis. “Noi – ha detto Tarantino – rivendichiamo il riposizionamento delle poste della Catania-Messina già stanziate nel 2004 e poi dirottate per finanziare ammortizzatori in deroga”. Il rilancio dell’edilizia, per la Fillea, deve fare leva anche sugli interventi per superare l’emergenza abitativa e dai lavori per l’interporto di Termini Imerese (78 milioni), per la messa in sicurezza delle scuole (40 milioni) per le reti fognarie e i depuratori, 1 miliardo e 150 milioni per 96 interventi sui quali si è in forte ritardo e nel 2105 scatterà la sanzione dell’Europa. Ma anche su tutti gli interventi che attengono al risparmio energetico e alle manutenzioni, alla sicurezza del territorio. “Da parte della Regione – ha detto Tarantino – ci saremmo aspettati investimenti e iniziativa su un settore che soffre più di qualunque altro e che ha un ruolo anticongiunturale e invece non ci sono stati”. Assieme agli investimenti e allo sblocco dei cantieri dal segretario della Fillea è venuta forte la sollecitazione a tenere “alta la guardia contro il rischio di infiltrazioni mafiose”. Occorre ripensare le norme sul massimo ribasso – ha detto – così come vanno applicate sempre le linee guida antimafia e adottati i protocolli di legalità”. Il congresso della Fillea si chiuderà oggi stesso con l’intervento del segretario generale nazionale Walter Schiavella, l’elezione degli organismi e del segretario generale della Fillea in Sicilia.
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