Palermo – La promozione della cultura della dieta mediterranea, come modello di vita sostenibile è stato il leitmotiv che ha ispirato la manifestazione all’Orto Botanico di Palermo, in chiave EXPO 2015. Moltissimi i laboratori di degustazione curati da Slow food e momenti di approfondimento scientifico coordinati dall’I.Di.Med. (Istituto Dieta Mediterranea) e dai diversi Dipartimenti Universitari ed enti di ricerca coinvolti. In tale occasione sono riusciti a dialogare il mondo dell’Università, della Ricerca, dell’economia virtuosa, dell’associazionismo, delle Istituzioni e degli enti locali, per pensare ed agire insieme sul tema dell’EXPO 2015 – “nutrire il pianeta, energie per la vita” – collegandosi in maniera strategica alla partecipazione della Sicilia come capofila del “Cluster Bio-Mediterraneo”. Forte l’accento sul significato e sulla valenza della BIODIVERSITÀ.
Suggestiva la fiera dedicata alle eccellenze del comparto agro-alimentare siciliano, esposte negli stand allestiti per l’occasione lungo i viali dell’Orto Botanico sabato 21 e domenica 22 marzo 2015. Presenti i referenti dei Principali Parchi Naturali Siciliani e le Riserve, l’ARPA Sicilia, i GAL, i GAC, i Distretti e Consorzi Siciliani.
Sono intervenuti tra gli altri, Roberto Lagalla Rettore Università degli Studi di Palermo, Bartolo Fazio, Presidente Comitato Organizzatore Fiera Biodiversità, Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo – Presidente Anci Sicilia, Paolo Amenta. Vice presidente ANCI Sicilia, Sami Ben Abdelaali, esperto in internazionalizzazione della Regione Siciliana, inrappresentanza del Presidente Rosario Crocetta, Laura Leonardis, in sostituzione dell’Assessore Regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri, Francesco Raimondo, Direttore dell’Orto Botanico di Palermo, Giuseppe Antoci, Presidente di Federparchi Sicilia, Giovanna Marano, Assessore comunale alle Attività Produttive,
Ospite d’eccezione, Sua Altezza Reale la principessa Beatrice di Borbone delle due Sicilie – Gran Cancelliere dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, accompagnata dal delegato Vicario dell’Ordine di Gran Croce di Grazia, dott. Antonio di Janni e dai Cavalieri dott. Vincenzo Nuccio, dott. Salvatore Romano, Giuseppe Matranga, Carmelo Sammarco, Fabrizio Ippoliti e il commendatore di Merito, Edoardo Puccetti.
Su invito dell’associazione Mons. Reclis., S.A.R. ha aperto, insieme al Sindaco di Palermo, Orlando ed al Rettore dell’Università di Palermo, Lagalla, il cancello che mette in comunicazione Villa Giulia con l’Orto Botanico. Nel suo breve intervento, S.A.R. ha augurato successo alla promozione della Biodiversità Siciliana e alla città di Palermo. S.A.R. ha anche, donato una medaglia dell’Ordine Costantiniano al Prof. Orlando, al Prof. Raimondo e all’Ing. Bartolo Fazio. La presenza di S.A.R. a Palermo non è una rarità. La famiglia Borbone delle due Sicilie è legata alla Sicilia e a Palermo in particolare. Tra i suoi impegni, quello di far rivivere le arti antiche, i mestieri, l’artigianato e promuovere il Turismo nell’isola.
Ben visibile l’entusiasmo del prof. Raimondo che ha esaltato la solennità dell’evento. L’apertura dei due giardini storici, infatti è un evento storico. Il giardino di Villa Giulia nato nel 1771, mentre l’Orto Botanico nel 1789 li caratterizzarono finalità diverse; il primo per la ricreazione “del popolo”, il secondo per contribuire allo sviluppo delle Scienze botaniche nell’interesse della Medicina, dell’Industria e dell’Agricoltura. Raimondo, nell’esprimere gratitudine per la presenza di S.A.R. Beatrice di Borbone, in qualità di direttore dell’Orto Botanico, ha ricordato che “la città di Palermo é debitrice verso i Borbone per avere consentito la realizzazione dell’Istituzione scientifica dell’Orto botanico, risalente a 225 anni fa”. Infine, vincente per il Prof. Raimondo, il simposio realizzato tra Istituzioni, Enti ed ANCI, impegnati a predisporre il lavoro per EXPO 2015 che ha consentito che i prodotti espressivi della cultura siciliana, gli alimenti fossero esposti in seno all’Orto.
Per il Sindaco Orlando, tale manifestazione è “Un invito a superare la pretesa di coloro che ritengono da soli, di affrontare il futuro, con il risultato di assistere ad una malinconica presenza del singolo produttore agroalimentare siciliano sui mercati internazionali, senza essere considerato. – L’invito è fare sistema”.
Tra gli altri relatori Ettore Barone che menzionando il motto: Nec igne, nec ferro,ha anche lui appalesato la sua complaisanceper l’apertura simbolica dei due giardini. Baroneha evidenziato come il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali abbia messo a sistema, evidentemente con la riforma degli Atenei, tutte le competenze scientifiche, di ricerca e didattiche che prima facevano capo alla Facoltà di agraria, oggi soppressa. Barone ha anche rilevato l’esigenza di interconnessione delle varie attività, enunciando il coinvolgimento dell’Ateneo di Palermoin tre iniziative. “In particolare, quella che promana dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane), che ha voluto affidare, su base regionale, il coordinamento degli atenei siciliani, Palermo, Messina, Catania e Unikore di Enna a quella di Catania (con la prof.ssa Gentile). La CRUI ha stabilito che gli atenei siciliani organizzino insieme, una manifestazione (prevista per il pomeriggio del 1° luglio 2015) sulla “Agro-biodiversità”. Ciò perché la Sicilia – ha continuato Barone – rappresenta uno scrigno di diversità, in campo agrario in senso lato, sia delle produzioni vegetali, naturali e coltivate, sia delle produzioni animali. “Ciò si riconduce alla storia della Sicilia, crocevia di popoli che si sono susseguiti, favorendo la commistione di culture e colture”. Barone ha anche enunciato la presenza collaterale, dell’Assessorato Attività produttive, (in alcuni casi principale) in sede di EXPO 2015, con un Palinsesto di circa 30 iniziative, tra convegni e workshop, estesa anche agli stakeholders che costituiranno la filiera dei vari argomenti. Non ultimo, in seno al padiglione Italia – la presenza di un forum giuridico, dedicato al Mediterraneo e all’immigrazione, un altro ai miti Demetra e Kore e una manifestazione etno-antropologica sui saperi contadini.
Giovanna Marano ha posto l’enfasi sulla sfida tesa da EXPO 2015 per il Comune di Palermo, che in un connubio con i Comuni di Monreale e Cefalù, e la loro comune storia arabo-normanna, si sperimenteranno nella loro capacità di stare in sinergia tra l’offerta dell’itinerario con la bio-diversità. “Stiamo tentando una sorta di possibilità, noi tre Comuni, di guidare il turista nell’itinerario storico e il consumatore dentro una rete di acquisto di consumo qualificata”– ha affermato la Marano – “Lo faremo attraverso un disciplinare che condivideremo. Faremo degli avvisi pubblici per ciascun Comune. Un avviso che punti a perfezionare e selezionare la rete dei produttori, dei somministratori, degli artigiani”. La Marano infine, a proposito del tema “nutrizione” che EXPO 2015 suggerisce ha affermato – “sta a noi, ciascuno nel proprio ruolo, sperimentare tre cose importanti: far fronte comune, cogliere l’opportunità di fare crescere i nostri territori da tanti punti di vista e soprattutto, ispirarci al tema della nutrizione come un tema che naturalmente evoca valori innanzitutto di natura solidale”.
Interviste di TrinacraNews.eu a Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Presidente Comitato Organizzatore Fiera Biodiversità Bartolo Fazio, Direttore dell’Orto Botanico di Palermo Francesco Raimondo, esperto in internazionalizzazione della Regione Siciliana Sami Ben Abdelaali, S.A.R. Principessa Beatrice di Borbone delle due Sicilie, Rettore Università degli Studi di Palermo Roberto Lagalla
LEOLUCA ORLANDO
D. In qualità di Presidente dell’ANCI Sicilia cosa coglie nell’evento di oggi e quali spinte vuole fornire perché ci si cali adeguatamente nella dimensione di EXPO 2015?
R. La città di Palermo, tutte e 390 le città siciliane, l’ANCI che rappresenta i 390 comuni siciliani siamo impegnati a promuovere l’agroalimentare. L’agroalimentare vive oggi in Sicilia una occasione che va accolta che è EXPO 2015. Noi siamo pronti a partecipare per mettere insieme la qualità del nostro agroalimentare con la qualità ambientale, culturale, artistica e monumentale. Palermo ad esempio, partecipa con Monreale e Cefalù all’EXPO 2015 in nome dell’arabo-normanno per intrecciare la conoscenza, la promozione dei monumenti, della storia arabo-normanna con la straordinaria qualità dell’agroalimentare. L’agroalimentare è anche un’occasione di collegamento tra campagna e città; è anche occasione di integrazione della campagna con la città, non soltanto con riferimento al recupero delle aree verdi e all’educazione ambientale nelle scuole, non solo con riferimento agli orti urbani ma, con riferimento al più vasto tema dell’agroalimentare, la città di Palermo sta promuovendo, sotto l’egida UN-Habitat, una rete globale agroalimentare delle città.
D. Ci sono alcuni Comuni che sono in una posizione marginale, anche per le annesse difficoltà a partecipare ad EXPO 2015 per i costi che tale partecipazione comporta, la mancanza di rete e di informazione. Come tendere la mano a questi piccoli Comuni perché possano sentirsi veramente integrati?
R. Quando qualcuno dice che il problema è economico e finanziario, io dico che è un falso problema. La realtà vera è che dobbiamo fare rete, dobbiamo fare sistema, dobbiamo convincere i produttori agroalimentari che non possono vivere in individualistico isolamento l’orgoglio della qualità di quello che producono. La differenza tra la nostra realtà e tante realtà del mondo è che quando si va in giro per i mercati e per le fiere internazionali, troviamo un singolo produttore siciliano che non lo fila nessuno, mentre invece, troviamo, dieci, quindici, venti produttori tedeschi, piuttosto che francesi, che fanno massa critica. Da noi vige il principio “non dire al vicino quello che stai facendo per promuovere il tuo prodotto”, con la conseguenza che, nessuno ti aiuta a promuovere il tuo prodotto. Ecco, fare rete, fare sistema è quello che da un anno a questa parte sta facendo l’ANCI. Abbiamo istituito un tavolo tecnico che ha per oggetto la messa in rete di coloro che operano nel settore agroalimentare, dal contadino al ristoratore e in mezzo ci sta la vita delle persone ma, al tempo stesso, io ho verificato lo sguardo sorpreso e felice di sindaci, anche di piccoli Comuni che mi dicono: Luca, ho scoperto che, nel mio territorio c’è un produttore del settore agroalimentare di grande qualità e non lo conoscevo. Credo che, bisogna far entrare la dimensione dell’agroalimentare dentro la vita delle Istituzioni. Ed è quello che cerchiamo di fare con questa iniziativa, che vede anche questa sintonia e questa collaborazione, dall’Orto Botanico all’Amministrazione comunale di Palermo, attraverso quella simbolica apertura dell’accesso all’Orto Botanico da Villa Giulia e da Villa Giulia all’Orto Botanico.
D. Sarebbe opportuno promuovere delle iniziative formative di marketing territoriale, in seno ai SUAP dei vari Comuni, in modo tale che ci sia un feed back tra produttore e mercato, per la promozione dell’offerta?
R. Occorre un cambio culturale da parte dei produttori siciliani che, tante volte sentiamo ripetere: sa professore, il mio prodotto è magnifico. E’ venuta la grande rete di distribuzione internazionale e vorrebbe acquistare il mio prodotto. Mi hanno chiesto 500 mila bottiglie, ma io ne faccio 5000 l’anno. Io credo che, se ci si mette insieme, forse si arriva ad accedere ai mercati internazionali.
BARTOLO FAZIO
D. Quali le caratteristiche e le prospettive di questa avventura chiamata “Biodiversità”?
R. Noi parliamo di biodiversità alimentare. Siamo in un posto che è uno scenario molto bello, che è la biodiversità culturale per eccellenza che risiede nell’Orto Botanico. Quest’anno, l’Orto Botanico ha voluto unire la Biodiversità culturale con qukella alimentare. Abbiamo permesso, attraverso la fiera espositiva, di avere le varie eccellenze dei produttori di nicchia della varie parti della Sicilia, prodotti particolari di cui non ha molto interesse la grande distribuzione, e fare sì che l’obiettivo della biodiversità, fatta di tante varietà, di miele, mele, frutti-cultura, in tale sede divenissero un prodotto unico nella storia e di cui noi vogliamo fare un appuntamento annuale, accompagnati sempre da momenti seminariali, in cui ricerca, territori, Comuni, i GAL possano ragionare insieme e fare un passo in avanti. Ciò orienta anche a preparare i produttori che esporranno le proprie eccellenze in sede di EXPO 2015
D. Quali ostacoli ha incontrato?
R. Questa manifestazione che ha ricevuto oltre un centinaio di relatori, tra rappresentanti delle università siciliane, sindaci, presidenti dei parchi, è stata realizzata senza alcun contributo, unendo il volontariato di tanti. Ci aspettiamo che nel futuro, la Regione, i Dipartimenti in particolare, possano promuovere quello che c’è nel cuore dei siciliani perché queste eccellenze alimentari sono un po’ il frutto di quello che ci hanno tramandato i nostri avi e che tanta gente volenterosa in giro per la Sicilia riesce ancora a tenere in vita.
FRANCESCO RAIMONDO
D. Questo evento storico dell’apertura dei cancelli cosa rappresenta per lei e cosa si intravede per il futuro?
R. Intanto, come direttore dell’orto Botanico, già dal 1990 avevo in animo di arrivare a questo giorno. E’ un progetto che nasce già, diverse decine di anni fa. Nel ’90, appena eletto direttore, mi sono inventato l’apertura del cancello di Villa Giulia. Il 1° maggio del 1990 abbiamo messo insieme, in quel giorno, i due giardini. Il cancello però, quello storico che non abbiamo potuto aprire oggi perché prima bisogna metterlo in sicurezza, fu una testimonianza di un popolo che si diffondeva da una parte e dall’altra. Ma veramente un popolo. I viali non si vedevano e quindi non si percepiva la distanza. Anche quella di oggi è una testimonianza che, al di là di quella che è la mostra, la fiera che viene ospitata, certamente sarebbe stato lo stesso. Quindi, penso che sia un momento in cui la città, come Comune, con l’Università e gli altri aderenti hanno stabilito di camminare ancora insieme, di aprirsi di più verso la collettività. Quindi, in sostanza nell’interesse di questa città, oltre che della scienza e dell’Università. Era qualcosa che era nell’aria e il fatto che il Sindaco Orlando mi abbia chiamato nella giunta a fare l’Assessore al Verde, ai Parchi, ai giardini storici, etc., mi ha dato una possibilità in più per realizzare questo momento. Il tutto con l’apprezzamento del Sindaco. Io questa idea l’avevo già trasferita all’amministrazione in presenza del Sindaco, all’Assessore Barbera e stavamo lavorando per addivenire a questo momento. Barbera poi ha dovuto fare un passo indietro. Io ho preso il suo posto e ho portato a termine un progetto che era avvertito da più parti.
SAMI BEN ABDELAALI
D. Come conciliare un parterre di fattori rappresentati dall’obiettivo della Regione Sicilia di promuovere la Biodiversità e decollare in seno all’EXPO 2015 e le minacce IS.?
R. E’ un connubio un po’ difficile, nonché strano perché la biodiversità è un fattore, un volano di sviluppo, di crescita dell’agricoltura, della vita in generale. Le minacce investono un altro fronte.
D. Quale messaggio dà all’Italia, alla Sicilia considerato che, EXPO 2015 potrebbe rappresentare un Obiettivo sensibile e il recente attentato in Tunisia che ha già in parte, minato il turismo quindi, la sua economia?
Il messaggio che do è condannare la violenza. I due aspetti di questa minaccia sono: che per la Tunisia è un problema serio, considerato che la sua economia è basata sul turismo. Oggi, attaccare i turisti significa frenare e bloccare completamente l’economia nazionale. Però, le minacce sono un problema globale. Perché oggi in Tunisia, domani può accadere altrove. Il fenomeno deve essere affrontato con decisione, per trovare una soluzione a questo fenomeno. Il fenomeno deve essere fermato completamente, attraverso il dialogo, attraverso una strategia congiunta tra tutti i Paesi europei, con Capofila l’Italia, visto che l’Italia è il Paese più vicino alla Tunisia, al bacino del Mediterraneo e al fronte sud del Mediterraneo. Quindi, bisogna oggi, prendere atto della difficoltà della situazione di cui viviamo. Però non bisogna sottovalutare che domani può accadere tutto. La strategia ISIS è generare una destabilizzazione a livello internazionale. Ma bisogna prevenire prima che accada una cosa del genere.
D. A proposito di EXPO 2015, il Governo Renzi ha stanziato un milione di euro per interventi c.d. “camouflage” per ovviare agli stati di necessità e poi il sito di EXPO è non è aggiornato. Che dire in merito a questa empasse di consegna dei lavori a un mese e mezzo dal suo inizio?
R. Loro dicono che inaugureranno il sito di EXPO con 80% dei lavori ultimati. Il restante 20% si fa in corso d’opera. Non penso che sia una soluzione, perché il 20% comunque è poco. Secondo, anche il 40% deve essere consegnato. Noi però dobbiamo essere fiduciosi. Sono stato a Milano 15 giorni fa e mi hanno detto che, i lavori del Cluster Bio Mediterraneo, di cui la Sicilia è capofila, sono più avanzati. Questo è già rassicurante per la Sicilia. Se parliamo in un’ottica globale di EXPO, qualche difficoltà c’è, non si può negare. Però speriamo che, attraverso lo sforzo di tutti si riesce a trovare il tempo e le risorse umane per definire il tutto in tempi utili.
S.A.R. PRINCIPESSA BEATRICE DI BORBONE DELLE DUE SICILIE
D. La sua presenza, a sorpresa, onora tale manifestazione. Quali sono i programmi che lei vuole realizzare rispetto a questo territorio, nelle sue criticità e nei suoi punti di forza?
R. Io ho creato una Fondazione delle due Sicilie, per la valorizzazione dell’Italia del Sud. Per esempio, per la Sicilia, una giornata come quella di oggi è un esempio di cosa si può fare per mostrare le eccellenze di questa regione. Avevo programmato dei viaggio con francesi, americani, anche cinesi, per fare conoscere questa regione fantastica e questa città meravigliosa.
D. Tuttavia, c’è una certa notorietà, quasi un marchio per la Sicilia che con fatica si riesce a fare rimuovere questi pregiudizi. La sua presenza cosa le fa sperimentare perché la Sicilia possa veramente decollare a fronte di tutto quello che frena la sua ascesa?
R. Io credo che questa regione ha tutte le ricchezze del mondo per essere un esempio della bellezza e di tutto quello che il popolo siciliano può fare, può dare e quello che fa. Purtroppo, c’è stata questa immagine che ha distrutto il bello di questa terra. Ma, pian piano, quando si vede tutto il lavoro che è stato fatto, come anche oggi si è visto, con l’operosità di tanti volontari che si sono prodigati senza una lira, pensi cosa si può fare se creiamo delle cose con un sostegno finanziario adeguato, così potremo andare avanti. Ma tutti devono credere. Anche i giovani siciliani devono essere fieri di esserlo e della loro regione.
ROBERTO LAGALLA
D. La rottura simbolica di questa barriera frapposta tra il giardino del popolo e il giardino della scienza cosa simboleggia per lei?
R. Non direi una simbolica, direi finalmente un’apertura di un diaframma che, storicamente aveva separato due mondi: quello dell’Università e quello dell’ente territoriale, dividendo e separando una identità unica, qual è quella di questo insediamento verde nel cuore della città. Oggi, ridare alla cittadinanza la possibilità di recuperare il senso storico, urbano e civile di questa unità è un segno importante, certamente di conferma dei rapporti che, in questi anni hanno collegato l’Amministrazione comunale e l’Università, nell’intento di produrre iniziative a vantaggio della cittadinanza e della comunità.
D. Sarebbe auspicabile che questo connubio possa essere veramente reale visto che oggi la forbice si allarga, anche nell’accesso agli studi?
R. Intanto c’è un’Autorità reale che si fa immanente e questo è già segno dei tempi e poi, certamente oggi, la scienza e la conoscenza soprattutto devono guidare la vita delle comunità e quindi, in qualche modo la scienza diventa popolare perché la Comunità nel suo complesso deve comprendere che, il futuro è guidato dalla valorizzazione della conoscenza e della formazione.