Palermo – “A dieci anni dall’emanazione della Legge 40, in Italia continua la situazione di scarsa trasparenza del sistema e discriminazione nella procreazione medicalmente assistita. Inadeguato è stato sino ad oggi l’intervento del Governo nazionale per dare un sostegno alle persone con problemi di infertilità e sterilità”. Una legge tra le più restrittive di tutta Europa che medici e il sindacato della Uil Sicilia chiedono di cambiare firmando un documento unitario che sarà consegnato direttamente al presidente Matteo Renzi.
L’azione di protesta questa volta parte dalla Sicilia in occasione del convegno “Nuove prospettive nella Pma”, dal 3 al 5 Aprile a Palermo presso la sede dell’Ordine dei Medici, Villa Magnisi.
Un evento organizzato dal direttore del Centro Genesi di Palermo, Giuseppe Valenti, a ridosso dell’8 Aprile, giorno in cui la Legge 40 tornerà di fronte alla Corte costituzionale. La Consulta, infatti, sarà chiamata a pronunciarsi su tre questioni: il divieto di fecondazione eterologa, la possibilità di effettuare diagnosi pre-impianto e la scelta di revocare il proprio consenso alla procreazione medicalmente assistita a fecondazione avvenuta. I giudici esamineranno le questioni di legittimità di queste norme così come sollevate dai tribunali di Catania, Milano e Firenze. Ad affrontare e approfondire tutte queste tematiche saranno circa 200 medici provenienti da tutta Italia ma anche dall’estero.
L’ultimo giorno (5 Aprile), sempre a Villa Magnisi a partire dalle 11, è in programma la tavola rotonda dove saranno presentati dati e studi medici siciliani e nazionali. Presenti i medici Giuseppe Valenti e Nino Guglielmino, direttore Umr di Catania (il ginecologo in prima fila contro le restrizioni che in Italia hanno reso una corsa ad ostacoli il concepimento in provetta. Dopo la sconfitta del referendum, Guglielmino ha deciso di percorrere la strada giudiziaria e infatti dal suo centro Hera vengono parecchie delle coppie che con i loro ricorsi ai tribunali e ai Tar hanno consentito alla Corte costituzionale di rimettere mano alla legge). Ancora il Professore Antonio Perino dell’Università di Palermo, Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici, il deputato Giuseppe Di Giacomo ed Ester Vitale, segretario regionale della Uil Sicilia Pari Opportunità. A moderare il dibattito la giornalista Gioia Sgarlata.
Oggi nell’Isola 1 donna su 5 ricorre ai trattamenti di riproduzione assistita – spiega Valenti – e dai recenti studi è emerso che ad essere penalizzate sono soprattutto le coppie residenti nelle regioni del Sud. In Sicilia il Piano regionale sanitario regionale 2011-2013 ha quantificato in duemila il numero delle coppie migrate in altre regioni. Il dato sconcertante è quello economico: secondo il Tariffario della mobilità sanitaria si arriva a circa 6 milioni di euro all’anno. E’ necessario, quindi, inserire i trattamenti di riproduzione assistita all’interno dei Lea (Livelli essenziali di assistenza).
Ed il segretario Ester Vitale, conclude: La malattia costa e le donne soggette a questi trattamenti non sono tutelate, soprattutto a livello psicologico. Vogliamo aiutare le lavoratrici chiedendo una modifica della normativa. Intanto il sindacato ha anche pronto il Vademecum “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita che chiude così: “Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. E’ solo un diritto. Fra tanti diritti…”(Oriana Fallaci).
Ecco qui sotto la videointervista di TrinacriaNews al segretario Ester Vitale sull’argomento: