Palermo – Il Cluster Biomediterraneo conta ormai le ore per l’inaugurazione del Primo maggio. In quest’atmosfera di entusiasmo che l’Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea della Regione Siciliana hanno presentato in anteprima alla stampa il Palinsesto degli eventi.
All’incontro sono intervenuti: Antonino Caleca, Assessore Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Ruralee della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, Dario Cartabellotta, Responsabile Unico della Regione Sicilia per il Cluster Bio-Mediterraneo – Expo Milano 2015 e Vincenzo Cannatella, Presidente dell’Autorità Portuale di Palermo.
Ad ospitare la Conferenza Stampa una location d’eccezione: l’Officina delle Idee all’interno del Porto di Palermo, nella sua doppia funzione: logistica, come base operativa del Cluster e, simbolica, come punto strategico, passato, presente e futuro, per il Mediterraneo.
Vincenzo Cannatella a proposito di EXPO ha posto l’enfasi sulla necessità di rilanciare il buon cibo siciliano, senza omettere di risaltare il ruolo strategico dell’Autorità portuale di Palermo. Ruolo che si esplica nella promozione del prodotto siciliano ai turisti che approdano nel porto e logistica, di spedizione dei prodotti che saranno venduti in sede di EXPO, leitmotiv (la vendita) di ogni espositore presente alla manifestazione.
Nino Caleca ha evidenziato la presenza della Regione Siciliana in modo unitario ad EXPO 2015. Apriamo noi il 1° maggio, ma apriamo anche il Cluster Bio Mediterraneo. La Sicilia ha scelto di essere presente in questi due modi perché in due modi è vista nel mondo: da un lato, perché la Sicilia è una regione d’Italia dall’altro perché la Sicilia è il centro del Mediterraneo,visto come elemento geografico e geo-politico decisivo per lo sviluppo delle sue regioni”. Il Cluster sposa questa vocazione e si pone al centro del nuovo dibattito del Mediterraneo. Noi vorremmo in questi sei mesi, porre al centro del Cluster la vertenza del Mediterraneo –ha rilevato Caleca – porre la possibilità di cambiare il destino di questo mare, farlo diventare sempre più un mare che unisce rispetto ad un mare che divide. Con il Cluster tenderemo non solo, di organizzare la presenza degli altri undici Paesi che si affacciano su questo mare ma – l’aspetto politico più rilevante – cercheremo di rafforzare i rapporti di amicizia e di collaborazione, a partire dal cibo. Intorno al cibo parleremo di pesca, di immigrazione, di migranti e tanto altro. Saremo presenti con le eccellenze e i prodotti siciliani. L’Assessore Caleca ha parlato di sforzo immane che impone l’operazione che si spinge a 6 mesi, in cui è richiesta fatica, professionalità, con le inevitabili defaillance di funzionamento in seno alla manifestazione. Per questo, Caleca ha espresso la disponibilità a collaborare con tutti gli imprenditori siciliani e gli istituti che vogliono avere un ruolo rilevante nel Cluster, ma riscontrano difficoltà. Caleca ha infine voluto ribadire il carattere strettamente politico e non solo di immagine dell’operazione, di cui il Presidente Crocetta e la sua giunta vogliono portare avanti.
Dario Cartabellotta nel presentare il palinsesto degli eventi ha voluto sintetizzare la partecipazione della Sicilia all’EXPO con tre I: Internazionalizzazione (dei prodotti siciliani esposti), Integrazione (dei popoli delle regioni del Mediterraneo), Innovazione (delle aziende partecipanti). A proposito delle aziende, Cartabellotta ha snocciolato imprese siciliane e numeri dei settori agroalimentari che hanno aderito al Cluster Biomediterraneo dal 1° maggio a la 31 ottobre: 27 di agrumi, 5 di aromi, 8 di birra artigianale, 4 di capperi, 16 di carne, 13 di cereali, 44 di conserve, 17 di distillati, 73 di dolci, 7 di farina, 35 di formaggi, 22 di frutta, 32 di frutta secca, 15 di gastronomia, 4 di lumache, 1 di latte di capra, 7 di miele, 1 di slow food, la linea cosmetica alla frutta di Sicilia, 95 di olio, 11 di olive, 27 di ortaggi, 14 di pasta, 40 di pesce (fresco e trasformato), 22 di pane e prodotti da forno, 1 di sale, 1 di tartufi, 1 di uova, 174 di vino, 1 di zucchero d’uva. Questo è l’EXPO delle aziende ha esordito Cartabellotta. La prima decade di maggio sarà dedicata alle isole: Lampedusa, Linosa, Favignana, Levanzo, Marettimo, Ustica, Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, anarea, Alicudi e Filicudi), emblema di quel territorio siciliano che non solo è frontiera ma anche luogo in cui si è differenziata sia la cultura agricola che la cultura marinara. Il tutto arricchito dall’indotto degli chef che sfoggeranno tutta una tradizione di ricette, una cultura millenaria, che diviene la “Dieta mediterranea”, patrimonio dell’UNESCO. Insieme al cibo, Cartabellotta ha ricordato le manifestazioni, all’interno del palinsesto degli appuntamenti, insieme a spettacoli, incontri tematici sulla viticoltura, sulla pesca sul piano di gestione delle risorse del Mediterraneo. (Così, il famoso gambero di Ma zara, pescato nella Sirte e condiviso con la Libia, la Tunisia e Malta. Questa è la Sicilia del Custer Biomediterraneo. Da qui –ha esordito Cartabellotta – l’esigenza di pensare a delle politiche di gestione del Mediterraneo per l’agricoltura, la pesca, dove la Sicilia è sicuramente modello di eccellenza.
A proposito di Integrazione, il riferimento è andato ai Paesi del Cluster, ciascuno per la sua peculiarità (Tunisia, San Marino, Libano, Grecia, Albania, Serbia, Egitto, Montenegro, Malta, Algeria). per i quali Cartabellotta ha ravvisato nel cibo un fattore politico che lega a questi Paesi piuttosto che separare. EXPO ha dedicato alle donne uno spazio, “Woman for EXPO.” La Sicilia, secondo quando riferito da Cartabellotta ha dedicato alle donne un parterre di “Madrine del Cluster Biomediterraneo”. In particolare, la prima settimana ci saranno a Milano, tra le altre, José Rallo, produttrice di vini a Pantelleria, Giusy Nicolini sindaco di Lampedusa, Margherita Longo, produttrice di lenticchie di Ustica, Carole Bouquet, attrice che ha investito a Pantelleria, producendo un ottimo passito ed altre ancora. A queste donne Cartabellotta ha espresso un vivido apprezzamento perché attraverso la partecipazione delle loro aziende e delle loro istituzioni queste donne sono riuscite ad interpretare una grande immagine della Sicilia, che vuole e sa fare.
Non si poteva trascurare l’aspetto “finanziamento” da cui è emerso un investimento unico di tre milioni di euro che l’Assessorato Regionale all’Agricoltura ha fornito in qualità di unico partner pubblico di EXPO. Infine, una richiesta di finanziamento che la Regione Siciliana ha chiesto agli aspiranti sponsor siciliani della manifestazione EXPO 2015, mediante un bando pubblico, che è stato prontamente accolto.
TRINACRIANEWS.EU HA INTERVISTATO Antonino Caleca, assessore regionale Agricoltura Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, Dario Cartabellotta, responsabile unico Regione Sicilia Cluster Bio-Mediterraneo – Expo Milano 2015 e Vincenzo Cannatella, presidente Autorità Portuale di Palermo
DARIO CARTABELLOTTA
D. Palazzo Italia (all’interno di EXPO 2015) sarà illuminato per 6 mesi dall’”Albero della vita”, un albero pensato da Marco Balich per inaugurare l’evento. Tuttavia ci sono i padiglioni di Coldiretti e Confindustria che non sono stati ancora definiti. Lei cosa direbbe in merito?
R. Il Cluster Biomediterraneo è pronto, proprio accanto all’Albero della vita. Così, tutti quelli che verranno per l’Albero potranno visitare il Cluster ma, incontrare anche il suo cibo Mediterraneo. Saranno presenti (a rotazione) circa 700 aziende, con i propri prodotti a testimoniare come questo può essere un modello di Sicilia, di agricoltura e di alimentazione molto utile per l’intero pianeta.
D. A proposito di sicurezza che trasversalmente, si vede minacciata dal Califfato, l’EXPO quanto è protetta?
- La sicurezza la gestisce le Prefettura, la gestisce l’EXPO. C’è un dispiegamento di forze che sta mettendo in campo lo Stato italiano che é molto importante. Confidiamo che il cibo possa veramente integrare e portare quella pace che magari, manca in tanti settori.
D. Ci sono i “NO EXPO” che hanno annunciato contestazioni in sede di inaugurazione. Lei che informazioni ci da a proposito?
R. Sono nate tante discussioni a proposito dei “NO EXPO”: No delle multinazionali; quella che spesso ha scatenato l’ira dei “NO EXPO”. La Sicilia sta portando un modello di piccola, media impresa in modo tale che, accanto alle multinazionali ci possa essere anche la piccola impresa, quella legata al territorio, quella che fa sviluppo locale. Per questo possiamo essere anche, un modello rispetto a quello che oggi è il conflitto. E’ chiaro che oggi, nel mondo il mercato del cibo è spesso, nelle mani di poche aziende. Questo è quello che ha scatenato le reazioni dei NO EXPO. Noi ci auguriamo che si possa portare un modello in cui tutti possiamo coesistere: grandi, medie e piccole aziende.
VINCENZO CANNATELLA
D. A cosa si deve la partecipazione dell’Autorità portuale all’EXPO 2015?
R. La sua partecipazione si deve alla sua struttura di impatto. Come si vede, le navi da crociera, il crocerista, il turista che arrivano hanno un primo contatto con la realtà siciliana. Dal porto di Palermo, quello che ci aspettiamo evidentemente, è la conoscenza dei prodotti siciliani. Tutti parliamo del mangiare sano, del prodotto siciliano. Da questo momento in poi, occorre che noi veniamo in contatto con questa realtà e poi, attraverso questo spazio di logistica creare il contatto tra le aziende che si trovano all’EXPO di Milano e il porto di Palermo. L’attività è duplice: da un punto di vista, favorire la promozione del porto siciliano e dall’altro, attraverso il porto smuovere la logistica del trasporto e la consegna di quanto il mondo acquista. Perchè ci aspettiamo che l’EXPO non sia solo una mostra, ma sia uno “smuovere” i prodotti, non solo siciliani, ma i prodotti alimentari del mondo attraverso questa manifestazione.
D. Come ci si sta comportando nella gestione di flussi migratori, posto che il porto di Palermo rappresenta una linea di demarcazione tra l’Oriente e l’Occidente, anche dal punto di vista degli sbarchi “pericolosi”?
R. Il porto di Palermo è quello che viene maggiormente raggiunto dalle navi da crociera. Purtroppo, dopo l’attacco al Pardo di Tunisi, molte navi sono state dirottate a Palermo perché c’era la preoccupazione che il Porto di Tunisi non fosse più sicuro. Evidentemente, questa tragedia accaduta in Tunisia ci preoccupa, così abbiamo alzato i livelli di sicurezza per quanto riguarda il porto di Palermo.
D. Programmi per il futuro rispetto a questa realtà portuale?
R. L’Autorità portuale intende aprirsi alla città, come ha fatto per la Cala, per il Foro italico. Evidentemente, abbiamo degli spazi che vorremmo aprire alla città e questa è una maniera per aprirla.
NINO CALECA
D. Nel Padiglione Zero di EXPO 2015, da settimane è stata completata la posa dei prati e di oltre 40 mila tra alberi e arbusti. Quale testimonianza siciliana c’è tra questa semina di verde?
R. Io, nella settimana che si conclude il 24 maggio, porto un albero che abbiamo soltanto noi. Ricostruisco un albero che nasce solo in una via di Palermo, la via Notarbartolo ed è l’Albero Falcone. Dall’Albero Falcone partiamo e con l’Albero Falcone ci presenteremo a fine maggio, nella settimana della legalità.
D. Come si potrà difendere la Sicilia rispetto ad altri prodotti alimentari “Made in Italy” che a volte, hanno delle performance molto competitive?
R. Con la qualità. Noi, non solo siamo Made in Italy ma, anche Made in Sicily, una specificazione che ci aiuta ad essere riconoscibili nel mercato internazionale e quando siamo riconoscibili siamo anche vincenti. Abbiamo alcune eccellenze che altre regioni non hanno e noi siamo complementari. Abbiamo delle cose che sono soltanto nostre. Il nostro vino non teme concorrenza, il nostro olio non teme concorrenza, le nostre arance non temono concorrenza. Siamo pronti a sfidare il mondo sulla qualità, non sulla quantità.
D. A proposito di marketing, l’esperto kotler dice che bisogna investire molto sulla capacità di vendere il prodotto, non solo sulla qualità. Come conciliamo la buona qualità in Sicilia con la sua scarsa capacità di promozione?
R. Noi siamo molto bravi nel produrre qualità. Dobbiamo migliorare la promozione. Su questo non c’è dubbio. Ma, la promozione senza qualità è destinata a fallire. Noi sulla qualità abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare. Sulla promozione il compito è della Pubblica Amministrazione ed io su questo voglio investire di più. Voglio dare meno contributi e più promozione, perché voglio promuovere il territorio siciliano