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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno I - Num. 01 - 18 aprile 2012 Sport

Excursus storico del calcio dilettante siciliano, un amore che dura da quarant’anni

di Pietro Ciccarelli
Squadra Cantieri Navali
Squadra Cantieri Navali

Il primo articolo di calcio dilettanti risale al mese d’aprile del 1968. Malgrado i capelli grigi siano cresciuti da parecchio tempo, chi scrive si è guadagnato “sul campo”, il titolo di memoria storica del calcio dilettante siciliano e in particolare di quello palermitano, abitando a Palermo.

Come tutto cambia negl’anni anche il calcio dilettante non è più quello di una volta!

E non è un fatto di nostalgia, è davvero così. Negli anni Sessanta e Settanta esistevano un bel numero di campi di calcio. Qualcuno direbbe campi di patate; vero per certi versi, ma esistevano, prima di essere “sacrificati” alla speculazione edilizia, e vi si giocavano partite di intenso agonismo e anche di accettabile valore tecnico. Il calcio di quei tempi ha visto trionfare nel capoluogo in particolare 3 squadre:

in ordine alfabetico

– Amat,
– Cantieri Navali
– Juventina.

Squadre che arrivarono alle soglie dei tornei professionisti, come il Cantieri Navali che fu sconfitta soltanto da una “monetina”, dopo 3 spareggi-mozzafiato con il Siracusa. Le prime 2 squadre, come si può capire anche dal nome, sorsero come Dopolavoro dell’azienda trasporti locale e dalla migliore industria palermitana.

Si comincia da ragazzi a giocare al calcio e quasi sempre da squadre dilettanti, poi chi ha stoffa e fortuna, ma tanta fortuna, arriva anche fra i professionisti. Ecco alcuni nomi: Giovanni Fatta, dalla Kalsa via Cantieri Navali al Catania in B; Raimondo Alduina dal Caccamo via Cantieri Navali al Taranto in serie B; Ignazio Arcoleo dal Tommaso Natale e Juventina al Palermo e Genoa in serie A. In anni più recenti, Tanino Vasari, detto “Speedy”, dalla Jatina in Prima categoria al Partinico in Eccellenza, al Trapani in serie D, al Palermo in B, per poi spiccare il volo in A nella Sampdoria, Cagliari e Lecce. Nel versante orientale uno su tutti: il centravanti Pietro Anastasi, detto Pietru u Turco, per via della sua carnagione scura, dalla Massiminiana in serie D, al Varese in A, alla Juventus e Inter, ma soprattutto campione d’Europa nel 1968 a soli vent’anni con la Nazionale di Ferruccio Valcareggi. Ma il vero “miracolo” avvenne nella stagione ’87-’88, con il Licata in serie B: dalla

Francesco Galeoto
Francesco Galeoto

Eccellenza (allora si chiamava Promozione) allenata da Natale Casisa, il salto in D e poi in C2 con la guida tecnica di Zdenek  Zeman e il trionfo con Aldo Cerantola l’approdo in B. Durò due stagioni il “sogno” della squadra agrigentina, poi l’inevitabile declino, anche se attualmente il Licata milita in serie D.

 

Negli ultimi anni, i campionati dilettanti, come d’altronde in tutti gli altri campi, soffrono della crisi economica e molte società hanno ridimensionato i programmi e gli investimenti. Tuttavia, le società dei grossi centri riescono a formare delle squadre dal gioco accettabile, anche perché molte si rivolgono a giocatori dall’illustre passato che hanno ancora voglia di giocare a calcio. Qualche nome: Tonino Cardinale, un passato nel Palermo e tante altre squadre in giro per lo Stivale: Francesco Galeoto, quarant’anni compiuti 11 marzo scorso che gioca nel Campofranco in Eccellenza; e quel Nino Barraco, 48 anni, che gioca nello Strasatti, squadra marsalese di Promozione.

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  1. Maurizio

    Toto’ Schillaci dalle giovanili dell’ Amat al Messina, alla Juventus, all’ Inter e alla Nazionale maggiore. Indimenticabile capocannoniere del mondiale di calcio 1990 .

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