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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno III - Num. 15 - 24 gennaio 2015 Comunicati stampa

Ex Province: testo in Aula “confusionario e incoerente”. Pagliaro Cgil: “Si aumentano pure le indennità per le cariche. Ma non si dovevano tagliare i costi della politica?”

di Redazione TrinacriaNews
         

Palermo, 26 marzo- Non convince la Cgil il disegno di legge sul riassetto degli enti locali in Sicilia, esitato dalla Commissione affari istituzionali dell’Ars e in procinto di approdare a Sala D’Ercole. “Confusionario e non risolutivo dei problemi”, così Michele Pagliaro , segretario generale della Cgil Sicilia definisce il testo, annoverando “tra le tante contraddizioni sotto il cielo di Sicilia”, l’articolo che “aumenta le indennità per le cariche negli organi degli enti di area vasta (Presidente del libero consorzio, sindaco metropolitano e componenti della giunta) quasi a compensare nella misura percentuale i tagli previsti nella legge di stabilità regionale”. “Ma non era quello di tagliare i costi della politica uno degli obiettivi principali della riforma?”, chiede Pagliaro. Le critiche della Cgil non si fermano qui: “Il testo –aggiunge Pagliaro- non affronta i temi più importanti della riforma, le questioni cioè del personale, delle funzioni, delle competenze e delle risorse finanziarie e spesso rinvia a successive norme, come nel caso dell’elezione a suffragio universale del presidente del libero consorzio e del sindaco delle area metropolitana”. “Per quanto riguarda il personale delle ex province- osserva il segretario della Cgil- la normativa detta criteri generali ed è perfino evasiva quando si passa al personale delle Partecipate. Eppure questo è un tema importante- sottolinea- perché correlato al decentramento, che doveva essere uno dei cardini della riforma ma i cui nodi con questo testo non vengono per niente affrontati”. Tra le cose “superflue e antieconomiche” previste dal ddl la Cgil cita “il nuovo organo di adunanza elettorale sia del libero consorzio che della città metropolitana” che impegnerebbe i sindaci e i consiglieri comunali facenti parte dell’area vasta e nel caso delle città metropolitane anche i presidenti delle circoscrizioni per eleggere sindaco e Giunta, “quando c’è già un corpo elettorale come l’Assemblea e la conferenza dei sindaci che a pieno titolo detengono la rappresentanza dei cittadini”.

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