Palermo 1 mar- “Le misure del governo regionale per i disabili non solo non danno risposta adeguata al bisogno di assistenza per chi soffre di disabilità gravissime, ma sono il modo per non affrontare le gravissime carenze del sistema di welfare regionale nei confronti dei soggetti più fragili”- Lo sostengono in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil, Spi, Fnp e Uilp siciliane che chiedono peraltro al presidente della Regione di dire in primo luogo con chiarezza “se si tratta di nuovi finanziamenti o se piuttosto non si stia tentando il gioco delle tre carte con i fondi già certi del piano nazionale”. Per la definizione degli indirizzi di programmazione richiesti dalla legge “Dopo di noi” del 2016 per l’accesso al Fondo nazionale i sindacati sono stati convocati dal Governo regionale il 3 marzo alle 10 nei locali del Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali. In questa sede chiederanno di aprire a discussione anche sulle misure regionali per i disabili, per giungere a un piano organico efficace.
I sindacati contestano la sua mancanza e quella di una cabina di regia per monitorare i bisogni, di cui vogliono l’immediata istituzione. Ma avvertono anche sui rischi di un intervento di esclusiva monetizzazione dell’assistenza che – sostengono– mette a rischio la qualità dei servizi, l’effettiva fruizione dell’assistenza, la trasparenza nelle modalità di accesso, insomma i diritti.
“Sul necessario progetto di integrazione socio- sanitaria – aggiungono– viene detto solo che si farà, laddove, comprese quali sono le vere necessità di chi si trova in questa gravissima condizione, c’è urgenza di servizi sociali e socio sanitari degni di un paese civile”.
Ai sindacati non piace neanche la “visione sanitaria della disabilità, contenuta nella delibera al posto di quella che vede nell’integrazione un obiettivo fondamentale”. E ancor meno l’idea di “spostare 100 milioni di euro, che comunque ancora non ci sono, dagli interventi di contrasto alla disoccupazione verso un ipotetico piano, ancora da scrivere, socio sanitario.
Si mettono in contrapposizione le politiche di welfare con le politiche sul lavoro– sottolineano– col rischio di scatenare una guerra tra poveri per un progetto socio- sanitario integrato top secret, che andrebbe invece condiviso. I disabili-aggiungono– hanno peraltro bisogno di cure e di interventi specialistici e non certo di operatori in qualche modo improvvisati”.
“Su tutto ciò-concludono– chiederemo venerdì chiarezza ma soprattutto l’apertura di un tavolo istituzionale per affrontare in maniera adeguata questa delicata tematica”.