Palermo – “Itinerari motivazionali del gusto e del respiro: psicologia del cibo e itinerari devozionali”, questo il titolo dell’incontro svoltosi, il 21 marzo nelle sale dell’Hotel Quintocanto di Palermo, per descrivere una tappa di un progetto più ampio comprendente dieci itinerari di riscoperta sensoriale su natura, fede e cibo, per uno sviluppo turistico relazionale.
Si è trattato del secondo appuntamento del ciclo Decalogos Tour 2014, un ciclo di incontri a cura dell’Associazione Culturale Itinerari del Mediterraneo (Itimed), che ha come obiettivo quello di generare benessere sociale e nuove economie innovative, attraverso l’approfondimento e lo sviluppo di possibili itinerari integrati con le risorse reali del territorio attraverso la riattivazione di connessioni territoriali ed antropologiche. L’obiettivo è quello di realizzare un viaggio di riscoperta interiore partendo dagli stili di vita legati alla cultura mediterranea, della mobilità lenta e del respiro, come approccio verso nuovi sistemi di fruibilità del territorio.
Ad aprire la conferenza stampa l’architetto Antonella Italia, presidente Itimed, che ha presentato l’incontro, e i suoi protagonisti: la giornalista Marianna La Barbera (conduttrice, responsabile ufficio stampa Itimed), la dott. Giovanna Gebbia (moderatrice, resp. Marketing Itimed), il dott. Dario Ruvolo (psicologo del gusto), la dott. Elena Foddai (psicologa consulenti Itimed), il prof. Rosario Schicchi (Ordinario al dipartimento Scienze Agrarie e Forestali Università di Palermo), la dott. Rosalba Contentezza (psicoterapeuta) e lo Chef promotore della cucina storica regionale Angelo Franzò.
Marianna La Barbera ha cominciato la conduzione dell’incontro introducendo gli obiettivi che Itimed si propone per quanto concerne i suoi progetti e concentrando l’attenzione sul tema del cibo. Itimed ha dato un taglio molto peculiare all’argomento del cibo, in quanto non è stato trattato l’argomento enogastronomico solo come momento gustativo, ma anche come elemento privilegiato di accesso alla conoscenza del nostro patrimonio etno-antropografico. Il cibo, quindi, viene visto come momento di valorizzazione del territorio ma anche di riscoperta di alcuni valori e dell’interiorità – spiega la giornalista.
Concludendo introduce l’intervento dello chef Angelo Franzò, esponente della rivalutazione della cucina storica. Il primo obiettivo che bisogna porsi quando si fa il mio lavoro è quello del recupero e della memoria delle materie prime. Io, per esempio ho realizzato uno studio sui grani e i mulini di Castelvetrano, riscoprendo il pane nero e il pane fatto con un grano biologico particolare. Secondo me, in Sicilia, si può realizzare un’alta cucina con i prodotti territoriali, – conclude Franzò – avendo passione e amore per il proprio territorio e le tradizioni.
Dall’intervento dello chef si evince che il cibo diventa un fatto identitario e identificativo rispetto alla cultura e alle tradizioni locali, ma in questa tematica rientra anche un approccio psicologico che viene successivamente esplicato dagli psicologi coinvolti nel progetto di Itimed.
Per raggiungere lo stato di benessere – spiega Elena Foddai – bisogna allenare mente e corpo. Per unire questi elementi incentrati sul bello, abbiamo proposto l’acchianata del benessere di Montepellegrino, che dai piedi della montagna arriva al santuario. Attraverso itinerari esperienziali, nei quali si utilizzano modalità sia ludiche che creative, in mezzo alla natura, si potrà raggiungere lo stato di benessere, in modo da accantonare la cultura del dovere e svelare il piacere.
Continua la spiegazione del progetto Dario Ruvolo, affermando che diverse culture modificano il gusto, in quanto molto spesso le prescrizioni religiose e le condizioni di un determinato territorio impongono di mangiare o non mangiare alcuni cibi.
L’intervento successivo è stato quello di Rosario Schicchi che ha parlato di varie tipologie di erbe spontanee che si trovano nel territorio, che rappresentano la bellezza paesaggistica in termini di verde.
Conclude l’incontro Rosalba Contentezza, secondo lei esiste un rapporto psicoterapeutico del binomio cibo-itinerari, in quanto il cibo e la natura insieme hanno un effetto di rilassamento e di contenimento dell’ansia.
Dopo la conferenza, tutti i partecipanti sono stati invitati ad un particolare momento: “La degustazione narrata”, che ha proposto un vero itinerario dei sapori, raccontato attraverso l’assaggio di una ricetta di cucina tipica realizzato dalle “Officine del gusto”, utilizzando i prodotti tipici di due aziende di giovani imprenditori – Giuseppe Vultaggio Poma di Trapani e “Terra e Gusto” di Francesco e Giusy Di Giovanni di Prizzi – che presenteranno in diretta la degustazione delle loro produzioni.
TrinacriaNews ha intervistato l’arch. Antonella Italia, ecco cosa le abbiamo chiesto:
La vostra associazione quando nasce e quali sono gli obiettivi che si pone?
La nostra associazione nasce nel 2007e il suo fine è quello di promuovere una modalità di progettazione e promozione di itinerari innovativi, soprattuto fondati su un approccio che è quello del turismo relazionale integrato, dove la relazione con le risorse umane, con la multisensorialità, è molto importante. Noi ci siamo, in particolare, specializzati sul recupero degli antichi cammini, quali pellegrinaggi, cammini storici, penitenziari, e su questi abbiamo creato una serie di progetti e di ricerche per studiare la modalità di effettuare alcuni cammini e recuperare alcuni percorsi storici legati a questi. Attorno a questo progetto abbiamo sviluppato delle collaborazioni sia con l’Università di Palermo che con i GAL, ma anche con associazioni territoriali.
In che modo state attuando questi progetti?
Essendo tutti progetti che stiamo realizzando con le nostre forze e risorse, abbiamo chiaramente dovuto lavorare molto e stiamo ancora lavorando per proporre delle realtà che siano anche economicamente sostenibili. Tutto il lavoro che noi abbiamo fattoè quello di accreditare l’associazione, creando una rete formata da istituzioni, associazioni, realtà imprenditoriali, in modo tale che tutto ciò prima o poi possa diventare più facilmente realizzabile anche in termini economici.
Quali altri progetti ci sono in cantiere?
Noi abbiamo una serie di percorsi che stiamo portando avanti, per esempio degli itinerari urbani in collaborazione con la cooperativa Terradamare, per riscoprire un modo di vivere di alcuni luoghi storici ma che ha come obiettivo anche l’accoglienza nei confronti del moderno pellegrino, il visitatore ma anche il migrante.