Catania – Mercoledì 10 settembre alle ore 18.00 è stata inaugurata, presso il Palazzo della Cultura di Catania, la mostra “IN SERIES_artist’s multiples for a multiple show”.
Promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catania e patrocinato dal Comune di Catania l’evento, che si concluderà il 28 settembre, è stato ideato e curato da Anna Guillot, professore coordinatore del biennio specialistico di Progettazione artistica per l’Impresa presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e deve la sua realizzazione alla collaborazione tra artisti e collezionisti privati con l’archivio-laboratorio KoobookArchive attivo a Catania nel campo dello studio, della produzione e promozione del libro.
Il multiplo d’artista prende origine dall’idea di far conoscere il “multiplo”, non solo come forma d’arte, ma anche come condizione espositiva attraverso cui in sedi diverse è realizzabile lo stesso progetto. Nel caso di Catania quest’ultima condizione non si è verificata mentre nelle altre sedi il progetto si è svolto simultaneamente in due location: una italiana, a Spoleto, presso Palazzo Mauri sede della Biblioteca comunale “Giosuè Carducci”, e una tedesca, a Berlino, presso lo studio di architettura e design RARE Office – Rethinking Architecture Research Experience.
Manifesti, cartoline, dischi, libri: queste le opere esposte alla mostra. Una selezione estremamente varia ed eterogenea: da un lavoro di Jasper Johns dei primissimi Anni Settanta al pannello solare monocristallino di Olafur Eliasson. Risaltano agli occhi le provocanti opere gonfiabili realizzate dal giornalista Roberto D’Agostino, ai più conosciuto per via del suo sito Dagospia e per i suoi burrascosi trascorsi televisivi.
Dagli “oggetti” in mostra si evince la voglia di creatività che permea gli artisti contemporanei, una creatività che nell’epoca de “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” va applicata agli oggetti di uso comune (fra gli oggetti esposti vi è anche un lettore mp3) e non alle opere d’arte di un tempo, “uniche” e irriproducibili.
La mostra presenta 36 opere eterogenee per tipologia e ricerca, per generazione e provenienza geografica degli autori.
Gli artisti : Adalberto Abbate, Francesco Arena, Matthew Barney, Mario Consiglio, Tiziana Contino, Roberto D’Agostino, Jeremy Deller, Olafur Eliasson, Antonio Freiles, Eva Gerd, Alice Grassi, Anna Guillot, Keith Haring, Damien Hirst, Jenny Holzer, Jasper Johns, Filippo La Vaccara, Loredana Longo, Vittorio Messina, Eugenio Miccini, Mariko Mori, Carmelo Nicosia, Yoko Ono, Julian Opie, Paolo Parisi, Michelangelo Pistoletto, Maurizio Ruggiano, Joe Tilson, Franco Troiani, Lawrence Weiner, Peter Wüthrich, Ampelio Zappalorto.
Tra i più giovani:Laura Cantale, Irene Catania, Giuseppe Mendolia Calella, Yole Villaggio.
Alla mostra erano presenti la curatrice Anna Guillot, il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catania Virgilio Piccari, entrambi intervistati da TrinacriaNews.eu, il professore Carmelo Nicosia, fotografo e responsabile del Dipartimento di Tecniche e Storia della Fotografia e Video presso l’Accademia di Catania e il funzionario del comune di Catania Salvatore Lo Giudice.
Alla curatrice della mostra la professoressa Anna Guillot abbiamo chiesto:
Com’è nata l’idea della mostra “IN SERIES_artist’s multiples for a multiple show”?
IN SERIES_artist’s multiples for a multiple show” è segno di una precisa posizione sull’arte. È un progetto maturato nel tempo, teso a esprimere l’istanza imprescindibile di una possibile divulgazione della cultura. Riflettere sul senso dell’arte – dei suoi annessi e connessi – in quanto ricercatrice nelle arti visive e docente in una Accademia di Belle Arti, è una necessità e un dovere. Ne conseguono una attività di ricerca e la proposizione di progetti mirati, personali e collettivi, nel caso specifico collegando artisti e studenti. Il tutto fa capo alla fondazione – da parte mia, a Catania alcuni anni fa, – di un archivio-laboratorio come il KoobookArchive, impegnato tuttora nella raccolta e nella promozione del multiplo e del libro d’artista nonché di materiale di documentazione, come attività parallela alla personale operatività nel settore e alla didattica. Il discorso, dunque, in senso stretto e in senso lato, parte da lontano.
Cos’è il multiplo d’artista?
Anche la risposta a tale domanda deve partire da lontano. Nel corso del Novecento, nel campo dell’arte, una buona fetta di artisti e operatori del settore si è orientata verso posizioni che rispondono alla volontà di “democratizzare” l’arte, di renderla accessibile su larga scala; nella produzione seriale si è vista una buona “formula” (uso un termine assolutamente pragmatico, volutamente) che potesse contribuire alla familiarizzazione con l’arte da parte della gente, e non a “stabilire distanze”, il che rende la cultura elitaria. Dunque il multiplo d’artista non è altro che un’opera d’arte, in genere di piccolo formato e di costo più o meno accessibile, realizzata “in serie”. Su questo concetto hanno scritto filosofi e teorici dell’arte, sociologi e analisti del costume, artisti e designer. Ma la disamina che rimane ferma nella storia è il saggio di Walter Benjamin, “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” del 1936, dove il filosofo pone l’accento sul problema della perdita dell’unicità dell’“opera” che apre alla possibilità di una fruizione diffusa, rispondendo alla accresciuta domanda di partecipazione culturale della società moderna.
Con quale criterio sono stati selezionati autori e opere della mostra?
Opere e artisti esprimono la contemporaneità in modo esemplare ed eterogeneo, seppure relativamente sintetico. Ovviamente la presenza di artisti così eterogenei fra loro come, tanto per citarne alcuni, Keith Haring, Damien Hirst, Olafur Eliasson, Vittorio Messina, Julian Opie, Antonio Freiles, Yoko Ono, Jasper Johns, Carmelo Nicosia, Filippo La Vaccara, Loredana Longo e Paolo Parisi ha richiesto, a monte, una ricognizione e un impegno personali, non da poco.
Successivamente abbiamo intervistato il direttore dell’Accademia Virgilio Piccari l quale abbiamo chiesto:
Fra gli artisti presenti alla mostra vi sono anche studenti e/o ex studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Catania?
Si, alla mostra sono presenti opere sia di allievi che di ex corsisti dell’Accademia delle Belle Arti di Catania
In un periodo difficile come quello odierno cosa consiglia ad uno studente che vuole iscriversi all’Accademia di Belle Arti?
Un ragazzo che vuole iscriversi all’Accademia deve farlo esclusivamente se nutre una forte passione nei confronti dell’arte.
Per anni per i diplomati all’Accademia lo sbocco principale è stato quello dell’insegnamento, oggi è ancora così oppure, vista l’attivazione presso l’Accademia di indirizzi, quali l’indirizzo in Graphic Design, orientati al mercato, qualcosa è cambiato?
Si, con i nuovi indirizzi qualcosa è cambiato. Abbiamo infatti corsi come Arti Tecnologiche, Graphic Design, Fotografia, Scuola per la Progettazione artistica per l’impresa decisamente indirizzati al mercato.
Oggi vi sono nuovi sbocchi professionali e si lavora molto nel campo
La serialità, la riproducibilità, la quotidianità nonché una certa voglia di creatività e trasgressione, questi in sostanza i punti chiave della mostra.