Palermo – Camminare per le vie del centro delle città siciliane e trovarsi di fronte a locali che ospitavano negozi storici e vederli con insegne diverse o, nella peggiore delle ipotesi, chiusi, è ormai una triste realtà!
Le persone non hanno molte risorse economiche e quel poco che hanno cercano di utilizzarlo per beni di prima necessità, anche se la scelta di questi ha subito inevitabilmente un abbassamento di qualità, dovuta appunto alla mancanza di possibilità economiche.
E’ il famoso cane che si morde la coda, soldi non ce ne sono e le persone non hanno, quindi, i mezzi per poter far girare l’economia.
Tra non molto, inoltre, molti dipendenti siciliani rimarranno senza stipendio “grazie” all’impugnativa del Commissario dello Stato della manovra finanziaria. E si spera che si faccia in fretta a far approvare una manovra di variazione di bilancio che consenta alla Sicilia di reperire nuove risorse economiche.
La crisi, dunque, sembra avanzare inesorabilmente travolgendo lavoratori di qualsiasi settore.
Ecco l’amaro commento del presidente provinciale della Confederazione Italiana Esercenti Commercianti Salvatore Bivona in merito alle sconfortanti notizie riguardanti la chiusura a Palermo dello storico bar Mazzara e il licenziamento di 40 dipendenti del gruppo Randazzo, “insegna” altrettanto storica per Palermo e non solo: Nessun fondo pubblico statale o regionale per le attività commerciali e le imprese in difficoltà: come si suol dire, mentre il medico studia, il malato muore: Complessivamente – spiega Bivona – in città perderanno il lavoro circa 70 unità: un’ ulteriore emorragia occupazionale che nessuno ha saputo frenare, malgrado sindacati e associazioni di categoria denuncino ormai da troppo tempo il collasso delle attività commerciali.
Nello specifico, il presidente della Confederazione sottolinea, riferendosi alla pasticceria Mazzara, la crisi irreversibile, in città, delle attività legate alla ristorazione, un tempo volano dell’economia locale.
Nell’agosto 2013, la CIDEC aveva denunciato attraverso un comunicato ufficiale, la chiusura quotidiana, in Sicilia, di dieci imprese del settore ristorazione, a causa di politiche fiscali oppressive e del calo generale dei consumi legato alla crisi.
Appare davvero paradossale – conclude in una nota Bivona – che, in un momento produttivo talmente drammatico, ci si interroghi ancora sul regolamento dei dehors , il cui ritardo ha di certo contribuito a dare il colpo di grazia a tanti esercizi già in affanno.