Palermo – Crisi call center in Sicilia. Questo il tema principale del Congresso provinciale Ugl Telecomunicazioni che si è svolto a Palermo. Presenti al dibattito i vertici siciliani, la dirigenza Ugl tlc palermitana, gli iscritti di tutte le aziende del comparto quali: TIM Spa, Sperkle, Almaviva Contact, Comdata, Atlanet-BT, Wind-Tre, Ericsson, Targa-Fleet e HR Services.
Rieletto all’unanimità l’uscente segretario provinciale Antonio Vitti, che sarà affiancato dal vice segretario Claudio Marchesini.
Nel suo intervento Vitti, dopo i ringraziamenti ai presenti, ha voluto porre l’attenzione su alcune vertenze aperte che attendono risposta , quali le procedure di societarizzazione di Almaviva Contact, i 58 licenziamenti di 4U, una possibile cassa integrazione di Tim Spa. Ha inoltre posto in evidenza come, sia urgente istituire una commissione interdisciplinare per gli investimenti e finanziamenti stanziati in Sicilia, circa 441 milioni, per l’agenda digitale, alla quale partecipi attivamente il sindacato.
Claudio Marchesini, in relazione all’incontro intercorso nei giorni scorsi presso l’Assessorato alle attività produttive, tra sindacati, azienda e Regione, il cui esito è stato il prolungamento dell’accordo precedente per 2 mesi e la sospensione della cessione di ramo d’azienda paventata circa un mese fa da Almaviva, ha affermato : “Prorogare sino a luglio un accordo per provare a riqualificare professionalmente i lavoratori, dando così loro l’opportunità di non essere più considerati esuberi, è una strada da percorrere e noi, come Ugl tlc -ha continuato-possiamo limpidamente affermarlo, visto che non siamo stati firmatari del primo degli accordi, che diede il via al ribasso economico dei salari. Sarebbe davvero sbagliato-ha precisato il vice segretario-non cogliere l’opportunità, soprattutto da parte di organizzazioni sindacali, rappresentata dall’interesse della Regione, in questa fase delicata, ma con possibili risvolti positivi della vertenza”.
Stefano Conti, segretario nazionale Ugl telecomunicazioni, ai microfoni di Trinacrianews.eu
Quali i motivi principali della crisi delle telecomunicazioni?
La crisi dei call center è una crisi strutturale, dei grandi committenti come Tim e dei grandi outsorcer come Almaviva, e interessa tutto il territorio nazionale, certamente anche qui in Sicilia. Le ragioni che hanno portato questo settore in caduta libera, sono da ravvisarsi nella delocalizzazione e da norme di legge spesso eluse dagli stessi committenti; il paradosso di un settore, come quello delle telecomunicazioni, trainante per l’economia e lo sviluppo di questo paese, che dovrebbe quanto prima dotarsi di una rete digitale all’avanguardia, è che uno tra i primi a creare perdite occupazionali.
In questo ambito, c’è anche una forte concorrenza sleale che aggrava la situazione perché gli attori coinvolti, cioè i committenti, che dettano le regole del mercato molto spesso sfuggono al controllo delle organizzazioni sindacali e soprattutto delle istituzioni. Per fare un esempio, nonostante il ministro Calenda firmò, qualche tempo fa, un protocollo d’intenti per mettere un freno alla fuoriuscita di volumi di traffico verso l’estero, con gli operatori principali del settore, di fatto solo è rimasto inapplicato ( in parte Fastweb si è adeguata).
Quali sono le soluzioni possibili?
“La norma sulla delocalizzazione c’è, il 24 bis, ma viene attuata molto spesso in maniera soggettiva dai committenti. Faccio un esempio, non è possibile che un committente cambi il flusso delle chiamate verso l’outsourcer, di mese in mese, ma anche da settimana in settimana, perché è un modo “schizofrenico” di lavorare, e non è giustificato solamente dal numero di chiamate che arrivano , ma perché vengono “switchate”, dirottate verso uno o altro outsou,rcer. Questo crea seri problemi di organizzazione del lavoro all’azienda, perché non sa quanta attività deve gestire in poco tempo, non sapendo come gestire il proprio business, e purtroppo i committenti hanno il coltello dalla parte del manico. Tutto questo andrebbe regolamentato, in un confronto con le istituzioni e i sindacati”.
Ugl cosa chiede alla politica?
“Sino ad adesso la politica è stata quasi assente, e quando è stata presente ha creato più danni che quando non c’era come per la vertenza Almaviva nel sito di Roma. Noi chiederemo al nuovo governo, un focus continuativo su questo settore”.