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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno IV - Num. 20 - 01 gennaio 2016 Politica e società

Convegno a Palermo su Legge di stabilità. Svimez, Sindacati, docenti universitari e Confindustria a confronto

di Vilma Maria Costa

Palermo – Si è tenuto pochi giorni fa presso l’aula magna della ex Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo il convegno Le Leggi di Stabilità per il Sud e la Sicilia. Dall’analisi della Svimez alle proposte dei protagonisti. Organizzatore dell’incontro il Centro Pio La Torre di Palermo.

Ha introdotto la discussione il presidente del Centro Pio La Torre, il dott. Vito Lo Monaco che ha ricordato come si stia seguendo l’iter di conversione in legge del ddl No Povertà elaborato dall’Osservatorio sui fondi europei del Centro.

Il convegno si è articolato in due diversi momenti moderati rispettivamente dal sociologo Antonio La Spina e dal dott. Franco Garufi.

Nella prima parte si sono alternati due economisti Adam Asmundo e Fabio Mazzola che hanno parlato dell’economia della nostra Sicilia il primo facendo intravedere una timida ripresa che porterebbe a un migliore futuro, il secondo fotografando lo stato attuale della situazione economica in cui versa la Sicilia e ha posto l’attenzione sui pochi fondi destinati all’università per la ricerca e quindi poche possibilità di integrazione nell’operatività pratica dei giovani.

Sempre nella prima parte del convegno si sono alternati il giovane ricercatore Svimez Giuseppe Provenzano e il direttore Svimez Riccardo Padovani.

Il direttore Padovani ha esposto l’analisi della Svimez circa la crisi economica che ha investito sia il nord che il sud del Paese che negli ultimi 15 anni è rimasto sostanzialmente fermo e ha evidenziato come tra il 2001 e il 2007 in Italia la produttività era molto più bassa della media europea e, quindi, crisi del processo di accumulazione, crisi dell’innovazione e spostamento dal sistema privato di grandi gruppi industriali sui servizi interni dove non trovavano concorrenza. Quindi un declino del capitalismo nazionale dovuto a privatizzazioni di favore e in buona parte anche allo spostamento su servizi che ha contribuito a indebolire il sistema economico nazionale.

Secondo le analisi Svimez, comunque, l’Italia sta uscendo dalla crisi sia pur con lentezza, ma il Mezzogiorno sembra partecipare a questa ripresa molto debolmente.

Nella seconda parte del convegno grande assente è stato il Governo Regionale che doveva essere rappresentato dall’assessore all’economia Baccei il quale ha fatto pervenire le sue scuse perché impegnato a Roma, comunicando che sarebbe, comunque, intervenuto in sua vece il suo Capo di gabinetto che, invece, ha fatto sapere che era impegnato in assessorato. Grande delusione da parte degli organizzatori del convengo e da parte del Sindacato ampiamente rappresentato dai Segretari Regionali di CGIL, CISL e UIL Pagliaro, Milazzo e Barone e dal Segretario Nazionale UIL Carmelo Barbagallo che ha poi concluso il convegno, presente anche il vicepresidente Confindustria Sicilia Nino Salerno.

Milazzo segretario regionale Cisl ha sottolineato come l’assenza del Governo regionale non sembra al sindacato qualcosa di strano e la grande sfida che il sindacato fa al governo è quella di essere autorevoli e presenti nel momento in cui si realizzerà un tavolo di confronto per gli interessi dei siciliani. E ha evidenziato come dal ’65 in poi non ci sia stato alcun governo che si sia intestato il rapporto finanziario tra Stato e Regione. Ed è necessario, secondo Milazzo, stabilire le entrate tributarie di competenza della Regione in modo che su quelle somme la Regione possa programmare in anticipo e chiudere i bilanci entro il 31 dicembre. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, molto elevata in Sicilia, non c’è in atto una strategia di un vero piano industriale nazionale. Ha sottolineato che la nuova occupazione si ottiene attraverso interventi legislativi che diano un orientamento e agevolazioni, ma deve esserci nel contempo un tessuto politico capace di governare i cambiamenti. Un governo deve, secondo i segretario, programmare e avviare un sistema a rete infrastrutturale per attrarre gli investimenti da lì pi deriverà lavoro e occupazione.

Pagliaro segretario regionale CGIL ha osservato che progettare e programmare lo sviluppo non è cosa facile ma si potrebbe però riflettere sugli errori commessi nel passato ed evitare di ripeterli. E secondo Pagliaro non c’è stata discontinuità tra il governo precedente di Lombardo o di Cuffaro e quello attuale. I problemi sono sempre gli stessi e si sono acuiti per un aumento della spesa pubblica che penalizza la nostra Regione.

E anche nel settore della formazione per il segretario non c’è discontinuità con i governi precedenti ed è un sistema che continua a fare acqua da tutte le parti. A conferma di ciò la decisione del Governo di sottrarre risorse dal Piano Giovani, che non è mai partito, risorse che servono per pagare i contenziosi sorti con gli enti di formazione professionale. E ancora ha ricordato della riforma sulla soppressione delle province e sono ancora là. Siamo in una situazione in cui tutte le riforme sono state impugnate. Perché c’è un deficit della politica regionale che non ha un interlocutore con quella nazionale.

Ha sottolineato come in Sicilia si producono tra accise iva e irpef 15 miliardi di euro di gettito fiscale all’anno e di questi ne ritornano 5 e mezzo e per il segretario è fondamentale capire come questo avvenga perché il bilancio è una questione programmatoria e i tempi di bilancio non coincidono con quelli delle persone, dei giovani, dei lavoratori che da questa Regione continuano a emigrare.

Vicepresidente Confindustria Sicilia Nino Salerno ha criticato l’operato del Governo regionale che non si è dimostrato all’altezza delle aspettative e che non ha fatto assolutamente nulla per il sociale. Ha evidenziato il fatto che la Tunisia, malgrado le difficoltà che ha dovuto affrontare negli ultimi mesi, ha vinto il premio Nobel per la pace ed è stato assegnato a 4 entità: i sindacati dei lavoratori, dei datori di lavoro, l’Ordine degli avvocati e il governo, sicuramente per la loro capacità di dialogo e di raggiungere accordi nei tavoli di intesa. Perché ha detto litigando non si va da nessuna parte e ci si mette solo nelle condizioni di gestire emergenze. Ha, quindi, criticato l’immobilismo di questo Governo regionale.

Ha concluso il convegno l’intervento del Segretario Nazionale UIL Carmelo Barbagallo che ha ribadito l’assenza del Governo Regionale ma ha colto l’occasione per denunciare l’assenza del Governo Nazionale nei tavoli di confronto. Ha evidenziato il fatto che nonostante il Governo dica che sta investendo sul sapere esiste una dicotomia tra scuola università e lavoro. Risultato: – dice Barbagallosiamo in un Paese dove si spendono più soldi per ricercati che ricercatori. Secondo il Segretario il vero fallimento dell’attuale Governo nazionale riguarda l’occupazione giovanile, nonostante ci sia un timido segno di ripresa in realtà è stato un riciclaggio di posti di lavoro perché coloro che sono stati assunti a tempo indeterminato a tutele crescenti sono stati i cinquantenni, i giovani non hanno avuto nessun incremento di assunzioni. E questa timida ripresa non è per Barbagallo una ripresa derivante dalla nostra capacità di investimento ma da fattori congiunturali, come discesa del prezzo del petrolio, deviazione del flusso turistico da nord Africa verso le nostre mete per paura del terrorismo internazionale, scelte di Draghi della BCE. Perché il Paese si riprenda bisogna dare stabilità ai giovani e flessibilità in uscita agli anziani. Dando alla flessibilità in uscita del lavoro partime anche la possibilità di attingere ai lavori socialmente utili per il reddito del nostro Paese.

TRINACRIANEWS.EU HA EFFETTUATO VIDEOINTERVISTE SU REFLUENZE LEGGE DI STABILITA’ PER L’ITALIA E LA SICILIA A SEGRETARIO NAZIONALE DELLA UIL CARMELO BARBAGALLO E SEGRETARIO GENERALE REGIONALE DELLA UIL CLAUDIO BARONE

video di Roberto Rinella  
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