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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno II - Num. 08 - 21 ottobre 2013 Cultura e spettacolo

“Circuito Discreto”, quattro anteprime di teatro contemporaneo al Teatro Montevergini

(All’interno dell’articolo le interviste ad Alli Traina, Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco)

di Viviana Villa

Circuito Discreto (locandina 1)Palermo – Si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Circuito Discreto, una rassegna di quattro anteprime di teatro contemporaneo, che avranno luogo dal 7 al 10 novembre presso il Teatro Nuovo Montevergini. Si tratta di un progetto portato avanti da quattro compagnie accomunate dalla volontà di collaborare in maniera reciproca attraverso uno scambio di stimoli e di idee.

Il progetto prende in prestito una definizione dell’elettrotecnica per illustrare la propria modalità collaborativa creativa e progettuale: Un circuito elettrico discreto, a differenza di quello integrato, è composto da elementi riconoscibili, con una funzione specifica e universale. Tutti gli elementi sono realizzati separatamente e collegati tra loro. Anche al di fuori del circuito il componente mantiene le sue caratteristiche. Le quattro compagnie (Civilleri/Lo Sicco, Giacomo Guarneri, Quartiatri e DUE.0) infatti hanno deciso di superare i limiti dei circuiti tradizionali, stabilendo delle precise sinergie. Nel dettaglio, ognuna di esse si è messa a disposizione del progetto dell’altra per sostenerlo nella realizzazione e per sperimentare nuove possibilità di collaborazione.

La rassegna avrà inizio il 7 novembre alle ore 21.00 con l’opera Radio Belìce non trasmette (Giacomo Guarneri), in cui si racconta la storia vera della valle del Belìce prima e dopo il terremoto che la sconvolse e della sua lotta non violenta e disobbedienza civile.

Alla stessa ora, l’08 novembre andrà in scena Walking NoTav (Due.0), in cui un giovane attore racconta in maniera soggettiva un giorno in Val di Susa. Si proseguirà il 09 novembre con Krisikin (Quartiatri), in cui tre giovani alla ricerca di una casa a Palermo si confrontano, giocano, litigano ed esultano uniti da un’ideologia politica estrema. La rassegna si concluderà il 10 novembre con Tandem (Civilleri/Lo Sicco), un’opera in cui due amiche pedalano insieme su un mezzo che in realtà è ancorato al terreno. Esso è una macchina del tempo che permette di attraversare spazi e ricordi, ma è anche una macchina paradossale concepita per il movimento e costretta all’immobilità.

Questa sorta di “circuitazione”, che in un primo momento prevedeva una collaborazione solamente fra le compagnie, ha dato vita ad ulteriori legami con professionisti non connessi necessariamente al mondo dell’arte e del teatro.

Circuito Discreto (locandina 2)

Tante personalità provenienti da svariati ambiti infatti si sono aggiunte al progetto, come ad esempio la scrittrice Alli Traina. La redazione di TrinacriaNews l’ha intervistata durante la conferenza stampa. Ecco le domande che le abbiamo rivolto.

In cosa consiste il progetto Circuito Discreto?

Circuito Discreto è l’unione di tante voci differenti, che mantengono la propria individualità, per portare avanti un’unica idea. Tale concetto è legato alla necessità di stare in ascolto ed essere ascoltati.

Nel dettaglio, cosa significa Circuito Discreto?

Il termine deriva dal campo dell’elettrotecnica. Un circuito discreto a differenza di quello integrato è un circuito che mantiene sempre riconoscibili i propri componenti, le singole voci, le proprie individualità e che vive indipendentemente dai singoli.

Come è nata l’idea per questo progetto?

Circuito Discreto” nasce dalla volontà di colmare un vuoto. Le quattro compagnie avevano in programma i loro spettacoli in diversi teatri italiani, ma non nella propria città. Si sono rese conto della necessità di “lasciare traccia”. Non si tratta solo di tracce fisiche, ma anche ideali, cioè del proprio percorso artistico negli altri percorsi, comprendendoli e restituendoli in maniera differente. Da ciò è nata una discussione, che ha coinvolto diverse persone. Sono stata coinvolta anche io che mi occupo di scrittura. Partendo dal pretesto di realizzare a Palermo i quattro spettacoli, ci si è interrogati sul flusso di energie che, attraverso l’unione, permette di raggiungere orizzonti comuni e di realizzare quello che spesso non si riesce a creare da soli.

In cosa consiste il progetto comune delle quattro compagnie?

Il progetto è legato oltre alle “tracce” anche al “tempo”. È dalla condivisione e dall’unione che possono avvenire le cose migliori, pur mantenendo ognuno le proprie idee. Quello delle anteprime è stato l’inizio di tutto, ma questo obiettivo è diventato il pretesto per portare avanti un discorso più generale. È l’inizio di un circuito che non si esaurisce con la messa in scena.

Come è nata l’idea della sua collaborazione all’interno del progetto?

Mi sono nutrita delle loro idee e successivamente le ho restituite secondo i miei codici. Le idee non hanno una velleità di espressione fine a se stessa quanto la voglia di prendere posizione sulla realtà esistente, su un vivere quotidiano. La cosa straordinaria è stata la partecipazione al progetto di molte persone che non facevano parte del mondo dell’arte.

Come si caratterizzano le quattro compagnie?

Non faccio parte delle singole compagnie; da uno sguardo esterno la cosa che mi ha colpito di più è stata la perfetta aderenza delle opere teatrali con il percorso delle compagnie. I quattro spettacoli partono tutti dalla necessità di capire come prendere posizione e come reagire rispetto al vivere sociale quotidiano. Le compagnie si intersecano sotto due aspetti: quello del concetto che portano avanti e quello delle collaborazioni.

Durante la conferenza stampa, la redazione di TrinacriaNews ha intervistato anche Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, i creatori dell’omonima compagnia Civilleri/Lo Sicco. Ecco le domande che abbiamo rivolto loro:

Manuela Lo Sicco

In cosa si differenzia il circuito discreto rispetto ai circuiti tradizionali?

Tutto il progetto nasce da un’esigenza: oggi molti professionisti del teatro (e non) si trovano ad avere poco appoggio. Ci siamo accorti che vi è la necessità di diventare l’uno il sostegno dell’altro, di sostenere i progetti e le idee altrui. Non si aspetta più che ci sia un commissionamento, ma sostenendosi a vicenda si riesce a realizzare qualcosa in maniera diretta; ognuno dice la sua con discrezione anche se non si è chiamati in causa. Il pretesto delle quattro anteprime potrebbe dare vita anche a tante cose diverse, come ad esempio una mostra d’arte contemporanea o la pubblicazione di un libro.

Sabino Civilleri

Avete in mente altre “tappe” per questo progetto?

Non abbiamo in mente altre tappe in cui presenteremo il pacchetto Circuito Discreto, ma probabilmente accadrà, perché l’esperienza insegna che i progetti che raggiungono gli obiettivi, poi sono pronti per essere accolti. Questo può essere uno “star up” dal punto di vista della distribuzione, anche se non è il nostro obiettivo. Il nostro scopo è stato quello di riunire le energie professionali, le visioni, le modalità e capire come sfruttare al meglio tutte queste potenzialità. Vogliamo lasciare tracce e dire “esistiamo anche in questa città”.

Come si caratterizza la vostra compagnia?

Io e Manuela abbiamo un percorso molto lungo alle spalle. Non siamo una compagnia, ma un gruppo di lavoro, perché le dinamiche di compagnia non erano più una modalità creativa per noi. Lavoriamo con un gruppo molto vasto di attori di tutta Italia, costruiamo delle “residenze teatrali”, ci incontriamo e ragioniamo insieme su un argomento e lo sviluppiamo. L’ultimo degli obiettivi è quello di realizzare uno spettacolo, perché per noi l’obiettivo è la formazione e la crescita.

Quali sono le tematiche affrontate all’interno degli spettacoli?

Ci guardiamo intorno e parliamo del nostro tempo e della contemporaneità. Cerchiamo di farlo con un occhio poetico, tenendo conto di quello che la realtà esprime nei nostri cuori, nelle nostre menti e di come ci modifica.

Per quanto riguarda le vostre modalità di lavoro, cosa sono le “residenze teatrali”?

Le residenze teatrali propongono una modalità creativa che implica la condivisione. La residenza teatrale si sviluppa in un luogo esatto in cui è possibile dormire, mangiare e lavorare tutti insieme per un periodo medio-lungo al fine di riflettere su un’idea. Questo fa sì che tutto quello che è al di fuori per un attimo si annulli e ci si dedichi interamente al progetto. Questa è la nostra caratteristica. I nostri progetti “Educazione Fisica” (mai presentato a Palermo) e “Tandem” sono stati creati secondo la modalità residenziale. Anche le altre compagnie lavorano con una modalità molto simile alla nostra. Forse non siamo vicini sulle modalità e sul linguaggio di espressione teatrale, ma siamo molto vicini nelle modalità creative. La residenza e la condivisione dunque ci caratterizzano tutti.

I lettori possono trovare maggiori informazioni sui singoli spettacoli e sulle modalità di acquisto dei biglietti sul sito: circuitodiscreto.it

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