Palermo – “Se l’immobilismo nell’azione di governo dovesse continuare la mobilitazione generale sarà inevitabile”: lo ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, aprendo il direttivo del sindacato. “Il punto è chiedere unitariamente al governo di cambiare rotta e passo –ha specificato Pagliaro- perché l’iniziativa che ha intrapreso finora è stata insufficiente o parziale, e i problemi della Sicilia si sono aggravati. Lo dimostrano la crescita della disoccupazione, delle richieste di ammortizzatori sociali a deroga a fronte peraltro della mancanza di finanziamenti e l’aumento della povertà e del disagio sociale”.Un invito dunque a Cisl e Uil a “riflettere se non sia giunto il momento di andare anche oltre le iniziative unitarie già organizzate, ad esempio, nella formazione professionale o sui forestali”. Pagliaro ha sostenuto che “sulle riforme c’è qualcosa che accomuna Renzi e Crocetta: partono in quarta entrambi, vedi Renzi con la riforma del Senato e Crocetta con quella della formazione professionale, ma l’approdo non è certo”. Sulla formazione professionale, in particolare, il segretario della Cgil ha sottolineato “il grave disagio che vivono da mesi i lavoratori del settore, unito al fatto che non avere un sistema di formazione efficiente toglie chance ai giovani e al mercato del lavoro. Ai giovani peraltro- ha rimarcato- si rischia di sottrarre le opportunità offerte dal Piano giovani e della Youth guarantee, per i ritardi accumulati e per il fatto che non sono in piena efficienza il sistema formativo e gli sportelli multifunzionali che nelle altre regioni costituiscono, in alcuni casi a costo zero, il perno attorno a cui ruotano questi interventi europei”. Questi strumenti però per Pagliaro “non dovranno drenare altre risorse del Piano giovani, impoverendolo ulteriormente: non è facendo il gioco delle tre carte con le risorse che si risolvono i problemi -ha detto- né aggirando i vincoli imposti dall’Europa. Stupisce- ha detto- che l’assessore Scilabra non si sia accorta di questo rischio e che non abbia la dovuta sensibilità su un argomento che riguarda così da vicino la sua generazione”. Analogamente sulla riforma della pubblica amministrazione. “Se ne parla – ha sostenuto Pagliaro- rimpallandosi le responsabilità, con un dibattito che non porta a nulla, ne è esempio lo scaricabarile tra Governo e Ars il cui unico risultato è il fatto che il tema del tetto alle retribuzioni non viene affrontato e gli sprechi continuano. Dal canto nostro- ha osservato- siamo da tempo disponibili al confronto per una riorganizzazione dell’apparato pubblico che faccia lavorare meglio i dipendenti, produca efficienza e qualità dei servizi. Quanto al numero dei dirigenti- ha affermato- voglio ricordare che è la politica ad avere aperto nel 2000 a 2.400 promozioni e che la Cgil allora fu l’unica sigla a non firmare il contratto della dirigenza”. Per Pagliaro “non si può continuare con un’azione politica volta solo a inseguire le emergenze, cercando di coprire, e quindi non affrontando alle radici, l’evidenza della grave crisi finanziaria della Regione. E’ giunto il momento di cominciare a costruire, di interventi per rimettere in moto l’economia garantendo le tutele sociali- ha sottolineato Pagliaro- la critica non può passare sotto silenzio perché ci sono le elezioni, né i lavoratori possono aspettare ancora”. L’avvertimento è chiaro: “Il sindacato- ha detto il segretario della Cgil- non intende stare a guardare mentre la Sicilia affonda”.