Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno II - Num. 06 - 26 aprile 2013 Politica e società

Audiointervista a On. Venturino, Vicepresidente ARS che ci parla del nuovo DDL sul precariato

Venturino: Abbiamo l’obbligo morale di predisporre uno strumento che sia quanto più chiaro possibile e che dia subito una risposta, è un problema che non si può più rimandare

di Tancredi Riina

Palermo – Buone notizie per i precari degli enti pubblici regionali. Il 20 maggio il Vicepresidente dell’ARS Antonio Venturino, dissidente del M5S confluito nel gruppo misto, ha annunciato la presentazione di un DDL che intende risolvere il problema del precariato in Sicilia.

L’iniziativa, ancora in fieri, nasce da una collaborazione con alcuni esperti perché è materia antica, è un fenomeno che nasce nell’89 e anche un po’ prima, afferma Venturino, accennando al contributo, a titolo gratuito, di un pool di esperti e legali, come il dott. Gaetano Aiello – presente in sala – e l’avv. Francesco Menallo. Abbiamo l’obbligo morale di predisporre uno strumento che sia quanto più chiaro possibile e che dia subito una risposta – prosegue il Vicepresidente – è un problema che non si può più rimandare. Un’iniziativa lodevole e ambiziosa, certo non esente da difficoltà, tanto più che il DDL non è ancora totalmente definito; proprio in vista della fase finale sono chiamati a raccolta il 27 maggio all’ARS una rappresentanza di diverse sigle sindacali. Poi avverrà la presentazione in commissione e dunque in aula, fino al via libera del Commissario dello Stato. Il percorso è lungo e Venturino lo sa bene: è un po’ un rischio, ma era doveroso da parte nostra attenzionare questo fenomeno in maniera seria e spingere la faccenda fino a un punto di definitiva risoluzione. È un dovere che ho preso personalmente nei confronti dei lavoratori e un dovere istituzionale: non è possibile che dopo 24 anni alcune persone vengano chiamate ancora precari.

Antonio Venturino e Gaetano Aiello

Al consulente Gaetano Aiello è toccato il compito di illustrare il contesto in cui si inserisce il DDL e gli effetti auspicati: secondo l’esperto, il problema del precariato siciliano comincia già negli anni Cinquanta, ma è stato di volta in volta affrontato con successive ondate di stabilizzazioni. Se si va a vedere la platea di lavoratori, spiega Aiello, si scopre che provengono quasi tutti da stabilizzazioni: le pubbliche amministrazioni hanno aggirato l’ostacolo dei concorsi con le forme precarie. La vergogna è che questa cosa ce la siamo cullata troppo, tutti gli anni Novanta e pure nel Duemila, quando era possibile stabilizzare i precari, ad esempio con la Legge Prodi. Tutto questo si è concretizzato in un vero e proprio abuso, che ha dato vita a un bacino di oltre ventimila lavoratori precari: parliamo di abusi reiterati per ben quattro volte il limite massimo consentito dalla legge, 36 mesi tra proroghe e rinnovi. Oggi il legislatore regionale è chiamato a una prova di forza, conclude.

Il DDL si rivolge, però, solo a una parte, certo consistente, del bacino di precari: i 18.500 precari ventennali ASU (Attività socialmente utili), mentre restano esclusi i 5.700 LSU (Lavoratori socialmente utili). È importante trattare in maniera differente le due tipologie, altrimenti non si può intervenire, afferma Aiello, lasciando prefigurare la possibilità di uno studio apposito.

Nello specifico, si intende intervenire con l’istituzione di un ruolo unico regionale ad esaurimento, da cui possono attingere le pubbliche amministrazioni: una graduatoria che sarà basata su criteri di anzianità di servizio dei lavoratori, dando la certezza agli stessi precari che il ruolo sarà attivo fino ad esaurimento del bacino del precariato. Per non aggravare la finanza pubblica, il DDL è a invarianza di spesa: si spendono le stesse risorse che si spendevano l’anno scorso – spiega Aiello – non un euro in più. Una precisazione che introduce il problema delle risorse. Non si capisce come mai si trovino in maniera costante le coperture finanziarie per le proroghe e non si sia pensata, invece, una soluzione definitiva, – così risponde Venturino a chi gli chiede dove trovare la copertura finanziaria – sappiamo benissimo che, in realtà, per tappare le falle del precariato, i soldi ci sono.

Durante la conferenza stampa abbiamo intervistato il vicepresidente Antonio Venturino, queste le domande:

  1. Parliamo di questo DDL di cui lei è autore…
  2. Durante la manifestazione dei precari regionali di mercoledì 15 ha annunciato che se ne sarebbe occupato.
  3. Nel corso della conferenza stampa lei ha parlato di chiarezza e semplicità legislativa, che non dia adito a interpretazioni particolari. Ci può dire in cosa consiste questa chiarezza?
  4. Il contesto siciliano si ritiene sempre anormale: è possibile trasferire un disegno di legge come questo dal contesto siciliano a quello italiano, e che differenza c’è a livello di precariato?
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