Catania – Il 16 Luglio, all’hotel Nettuno, si è svolta l’Assemblea annuale della Federmanager Sicilia Orientale, l’organizzazione che rappresenta i dirigenti, manager e quadri apicali dell’area industriale delle province di Catania, Messina, Enna e Ragusa. Ospite d’eccezione il professor Maurizio Caserta, Ordinario del Dipartimento Economia e impresa dell’Università di Catania.
L’assemblea è stata aperta dal presidente Gregorio Mirone, il quale ha porto il saluto agli ospiti e presentato gli oratori. Ha quindi preso la parola Alessandra Ceccarelli responsabile organizzazione e sviluppo di FEDERMANAGER Nazionale. Nel portare i saluti e gli auguri del neo Presidente Stefano Cuzzilla, in questi giorni super impegnato per la presa in carico delle sue nuove funzioni, la Ceccarelli si è intrattenuta sui particolari problemi che interessano la categoria in un momento difficile per l’economia a livello nazionale e soprattutto ha voluto evidenziare gli importanti appuntamenti che interessano il contratto di lavoro della categoria stessa – «una contrattazione per cui vanno adottati schemi nuovi e più qualificanti» – nonché il nodo delle pensioni a seguito della recente pronuncia della Consulta.
L’Assemblea è quindi proseguita con la lectio magistralis del Prof. Maurizio Caserta sul tema: “C’è un futuro per l’industria manifatturiera in Sicilia?” Prendendo a riferimento il rapporto SVIMEZ 2014 – che ha tracciato un’analisi impietosa sulla situazione economica del Mezzogiorno con particolare riferimento alla Sicilia – e con l’ausilio di numerosi dati pubblicati nell’indagine annuale della Banca d’Italia, che prende in esame le variazioni in percentuale dei Tassi di crescita del PIL fra le regioni e aree geografiche italiane nel periodo 2007 – 2014, l’oratore ha evidenziato che nel 2014 è proseguito l’arretramento dell’attività economica in Sicilia, pur con qualche segnale di attenuazione della crisi. Nell’industria si sono ulteriormente ridotti gli investimenti e le esportazioni sono diminuite, anche al netto delle produzioni petrolifere; tra i settori principali, quello agroalimentare ha visto crescere la domanda estera. Il livello di attività delle costruzioni è ulteriormente calato; l’importo complessivo dei bandi di gara per opere pubbliche è diminuito, dopo la crescita dell’anno precedente. Dopo otto anni consecutivi di calo, invece, nel mercato immobiliare è tornato ad aumentare, seppure debolmente, il numero di compravendite, soprattutto nei comuni capoluogo. Proseguendo nella sua esposizione il Prof. Caserta ha affermato che nel settore dei servizi, il commercio ha continuato a risentire della debolezza dei consumi delle famiglie; i flussi turistici invece hanno mostrato una crescita decisa: si è rafforzata la dinamica positiva della spesa dei turisti stranieri e dopo quattro anni i pernottamenti di italiani sono tornati ad aumentare. Da più di dieci anni – ha detto – la Sicilia cresce meno del resto del paese: ciò significa che il divario strutturale, già significativo, sta crescendo. In queste circostanze, le politiche congiunturali di sostegno alla domanda, sia europee o nazionali, non modificano lo stato delle cose. Quali, quindi, le soluzioni?
Occorrono politiche strutturali che intervengano sulla struttura del sistema produttivo locale: politiche che devono rivolgersi alla produttività del sistema locale. Occorre intervenire su due categorie di costi: costi di produzione e costi di transazione, ossia i costi di funzionamento del sistema degli scambi. Costi di produzione: Intervenire sulla composizione del sistema produttivo, privilegiando i settori a più forte dinamica innovativa. Rafforzare il sistema della ricerca e della formazione. Costi di transazione: Intervenire sul sistema delle regole per accrescere gli incentivi alla realizzazione degli affari in Sicilia attuando la riduzione della protezione garantita ad alcuni settori ad alta inefficienza.
Entrando nel settore specifico del manifatturiero, Il Prof Caserta ha evidenziato come Secondo un rapporto McKinsey del 2012 (Manufacturing the future: the next era of global growth and innovation) il ruolo del settore manifatturiero nel mondo avanzato non è certo esaurito. Ad esso, infatti, spetta il compito di guidare l’export; la crescita della produttività e l’innovazione. Inoltre esso svolge un ruolo centrale nello sforzo di ridurre le emissioni di gas nocivi e di accrescere l’efficienza energetica. Nelle economie in via di sviluppo può ancora far crescere gli standard di vita e accrescere l’occupazione.
Il sistema economico siciliano – ha proseguito l’Oratore – soffre di scarsa produttività e competitività; ha dunque grande bisogno di un rafforzamento di un settore che più di altri contribuisce all’innovazione ed alla crescita della produttività. Dato il limitato contributo alla formazione del valore aggiunto del settore manifatturiero in Sicilia, non sarebbe insensato un sostegno maggiore attraverso politiche di settore. Non è tuttavia irrilevante la scelta dello specifico settore manifatturiero.
Cosa serve, dunque, al sistema economico siciliano? Un approfondimento della base produttiva – sostiene il Prof. Caserta, consistente in:
Ristrutturazione del sistema privilegiando i settori più dinamici.
Riconversione verso impieghi più intensi delle risorse immobili del territorio.
Un allargamento della base produttiva.
Profonda innovazione istituzionale nel senso inclusivo e non estrattivo.
Vera lotta ai monopoli ed alle protezioni istituzionali.
L’oratore ha, quindi, concluso con un esplicito riferimento al “Quarto rapporto sulle imprese industriali del mezzogiorno edito dalla Fondazione Ugo La Malfa” in cui si sostiene: “ancora oggi, ha un senso insistere nel progetto dell’industrializzazione del mezzogiorno poiché alcune imprese meridionali sono in grado di stare sul mercato e possono dare un contributo ad attenuare i gravissimi fenomeni di disoccupazione e di sottoccupazione che caratterizzano le regioni meridionali”. A questa considerazione bisogna aggiungerne un’altra relativa al settore terziario: “se è vero che, nei paesi più avanzati, è ormai tale comparto a dare il massimo contributo all’occupazione, vi è anche da dire che il suo sviluppo richiede una diffusione di spirito imprenditoriale non minore di quella necessaria per sviluppare un ampio settore industriale. Le imprese del terziario sono, infatti, generalmente più piccole delle imprese industriali in termini di occupazione ed è quindi correlativamente più elevato il numero di imprenditori che è necessario per creare un certo volume di occupazione. Nel mezzogiorno ciò che essenzialmente manca è lo spirito imprenditoriale, sia che esso si applichi al settore industriale che al settore terziario, ma è nell’industria che tendono a maturare quelle esperienze che possono poi utilmente riversarsi verso il settore terziario”.
La brillante ed interessantissima relazione del Prof. Caserta è stata vivacemente applaudita e condivisa dai numerosi manager e imprenditori presenti alcuni dei quali sono poi intervenuti nel dibattito, citando alcune personali esperienze.
Ha quindi preso la parola Bruno Villani, Presidente di PRAESIDIUM, società di brokeraggio assicurativo di Federmanager, specialista nella gestione di programmi assicurativi per dirigenti, quadri e Professional. Villani ha evidenziato come Praesidium, dopo un’attenta e approfondita analisi dei rischi ai quali sono esposti i Managers, individua i migliori e più ampi programmi assicurativi collettivi e/o individuali, nonché le Compagnie di Assicurazione disponibili a prestarli, che meglio siano in grado di soddisfare i rischi legati al mondo della salute, della professione e della vita privata. Un altro momento importante dell’incontro è stato poi dedicato ad Assidai, fondo no profit che fornisce servizi sanitari integrativi a manager, quadri e alle loro famiglie. Presente l’Avv. Concetta Puccio, Responsabile di Assidai dei rapporti con le Associazioni territoriali Federmanager, che ha illustrato le innovazioni per gli iscritti. Si è quindi conclusa la parte pubblica dell’Assemblea e dato inizio alla parte privata che si è conclusa con la relazione del Consiglio Direttivo di FEDERMANAGER Sicilia Orientale, illustrata dal Presidente Gregorio Mirone e con l’approvazione all’unanimità dei bilanci consuntivo 2014 e preventivo 2015.