Catania – A Palazzo Esa, sede della Presidenza della Regione Sicilia di Catania, sono stati presentati i dati della rilevazione dell’andamento del mercato del lavoro nella provincia di Catania per il 3° trimestre 2013, condotta dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro e promossa dal Servizio XII Centro per l’Impiego di Catania.
Lo studio, realizzato con il contributo del Dipartimento di Analisi dei Processi Politici, Sociali e Istituzionali della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania e con la collaborazione delle Pubbliche Amministrazioni, delle parti sociali e degli Ordini professionali in linea con il “Protocollo d’Intesa” del 17 gennaio scorso, ha avuto lo scopo di fornire un quadro chiaro e attendibile sulla situazione del mercato del lavoro nel contesto locale, per favorire un corretto indirizzamento dei soggetti economici e istituzionali rispettivamente nelle loro scelte di strategia e nelle misure da attuare sul tema.
Nella riunione, la seconda dell’anno dopo la prima tenutasi a febbraio, sono intervenuti Paolo Trovato, direttore del Servizio XII Centro per l’Impiego di Catania, Massimo Floridia, consigliere EURES per la Regione Sicilia e coordinatore dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro, Maurizio Avola, docente e ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania, e Marco Consoli, vice sindaco del Comune di Catania.
Hanno partecipato inoltre: la Provincia regionale di Catania, la Direzione territoriale del lavoro di Catania, l’Inail di Catania, la CCIAA di Catania, l’ERSU di Catania, la Consigliera di Parità, il Parco scientifico tecnologico di Catania, Sviluppo Italia di Catania, l’Ordine dei Consulenti del lavoro di Catania, l’Ordine dei dottori Commercialisti esperti contabili di Catania, tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria e delle organizzazioni Sindacali.
I dati, riferiti al mercato ufficiale e al lavoro subordinato, hanno denotato globalmente un trend positivo che induce all’ottimismo dopo le conclusioni assai negative tratte dai primi due trimestri dell’anno corrente.
Situazioni di sviluppo si rinvengono innanzitutto nell’avviamento del lavoro, nei rapporti sia a tempo indeterminato e determinato, e sono inferiori le percentuali di cessazione; l’aumento nell’ultimo trimestre è generalizzato in tutte le fasce d’età, sono relativamente meno lusinghieri i dati per gli over 55 mentre la fascia ad aver registrato i maggiori progressi è quella che dai 25 ai 34 anni. In lieve crescita l’occupazione giovanile, tiene quella femminile: al di là delle influenze sui vari settori esercitate dagli andamenti stagionali, il quadro lascia intravedere una timida ripresa.
Non sono, comunque, mancate le note negative o quantomeno di riflessione. Tra queste spiccano le difficoltà riscontrate in merito ai rapporti di apprendistato: sono in calo le assunzioni degli apprendisti nell’ultimo trimestre. Si nota una crescente precarizzazione nel mercato del lavoro a tempo determinato, il picco è stato raggiunto nel secondo trimestre ma ancora oggi la maggior parte dei rapporti non si estende oltre i 30 giorni (il 30%). Quanto alla frammentazione della popolazione occupata per titolo di studio, le assunzioni riguardano perlopiù personale con scarso livello di istruzione (si toccano i livelli più alti con la licenza media), ma l’alto tasso di istruzione contribuisce alla stabilità dei rapporti. Poche variazioni nell’occupazione straniera (es. settore domestico, agricoltura), mentre è importante il calo di avviamenti nei settori legati alla Pubblica Amministrazione o quello pubblico allargato (es. istruzione e sanità), ambito privilegiato per la forza lavoro istruita, che presenta come conseguenza indiretta un impoverimento professionale del contenuto delle nuove occupazioni.
In riferimento alle assegnazioni temporanee e alla fine del rapporto, è maggiore la mobilità dei lavoratori per distacco o comando e si mette a referto un tasso molto alto di licenziamenti per dimissioni: un dato, si sospetta, “gonfiato” da un eccessivo ricorso alle lettere di licenziamento in bianco.
Il vice sindaco del Comune di Catania Consoli ha ricordato, in merito, l’attivazione da due settimane di un tavolo permanente in Prefettura per i problemi riguardanti il lavoro e la precarietà, diffusa soprattutto in ambito giovanile, un contesto a sua volta non favorevole a stabilizzazione rapporti. Ha annunciato altresì l’intento di ricostituire una task force per l’occupazione.
Dopo la conferenza, TrinacriaNews ha intervistato il direttore del Servizio XII Centro per l’Impiego di Catania, dott. Paolo Trovato. Ecco cosa gli abbiamo chiesto:
In questo incontro si è evinto come il mercato del lavoro nella provincia di Catania sia in lieve ripresa. Quando è sorta l’iniziativa dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro e quali finalità precise si propone rispetto all’ottica di sviluppo della nostra regione?
L’idea dell’Osservatorio è nata alla fine del 2012, ma si è concretizzata all’inizio dell’anno corrente. Rileviamo i dati delle comunicazioni obbligatorie online del Ministero del Lavoro, quindi numeri ufficiali, e ci rivolgiamo all’ambito della nostra provincia, potremmo svolgere il nostro studio a livello regionale ma dobbiamo attenerci alle nostre competenze. Il nostro compito, come per tutti gli osservatori, è quello di rilevare i fenomeni e di estrapolare, elaborare e analizzare i dati per poi sottoporli all’attenzione dei soggetti decisori: in questa serie di attività consiste il nucleo del nostro compito, che con grandi sforzi cerchiamo di portare avanti.
Quali prospettive ponete rispetto ai dati che avete raccolto nell’ultimo trimestre? Pensate che la crescita possa proseguire su questa scia oppure che si tratti semplicemente di un “fuoco di paglia”?
Io spero che non si tratti di un fuoco di paglia, anche perché soprattutto nel primo trimestre di quest’anno avevamo registrato dei dati davvero allarmanti che parlavano di un crollo verticale di alcuni settori come il commercio, il turismo, l’edilizia e l’agricoltura: proprio gli elementi che fanno da pilastri per l’economia catanese sono quelli ad aver maggiormente sofferto. Confidiamo nel fatto che a questi numeri possa esserci un seguito, anche perché altri indicatori più autorevoli del nostro, come la Banca d’Italia, l’ISTAT e il Governo nazionale hanno evidenziato la presenza di un trend ascensionale e quindi il motivo di guardare con più ottimismo all’immediato futuro.
Per concludere le chiedo quali siano nello specifico le prospettive per i giovani e i motivi della crisi dell’apprendistato, strumento che dovrebbe essere assai gettonato appunto per la fascia giovanile.
Anche per i giovani si può parlare di un trend ascensionale, sia per la fascia 15-24 che quella 24-35 abbiamo rilevato un incremento nelle assunzioni: questo costituisce un dato positivo. L’apprendistato, in Sicilia, va letto alla luce della normativa regionale, che con la legge 407/90 favorisce invece le assunzioni; è compito della politica stabilire se andare da una parte piuttosto che dall’altra. E’ evidente che per i consulenti del lavoro e per i professionisti l’agevolazione della legge 407/90 costituisce una strada in discesa: è un meccanismo più semplice, mentre l’apprendistato comporta oneri di natura amministrativa e non solo previdenziale. I consulenti e le imprese preferiscono naturalmente la discesa rispetto alla salita e il fallimento dell’apprendistato è da ricondurre anche a questo.