Proseguono le azioni di sensibilizzazione della Uil Pubblica Amministrazione di Palermo a tutela della sicurezza dei lavoratori nei luoghi cittadini maggiormente esposti al rischio terrorismo.
Dopo avere chiesto un incontro urgente con il prefetto Francesca Cannizzo congiuntamente alle sigle Fp Cgil, Cisl Fp, Flp e Confsal Salfi per chiedere di potenziare la presenza delle forze dell’ordine nell’area del Porto di Palermo, il segretario generale provinciale della UILPA Alfonso Farruggia segnala un’altra postazione potenzialmente critica, ovvero la sede della Commissione Tributaria Provinciale , ubicata presso lo stesso stabile che ospita la sede del Consolato tunisino, in piazza Ignazio Florio.
“Appare davvero singolare – si legge in una nota siglata dal segretario – che, malgrado i tragici eventi accaduti di recente a Tunisi, non sia stata ad oggi attuata alcuna misura a tutela di coloro che, a vario titolo, ogni giorno si recano a lavorare in quell’edificio”.
“Nei giorni in cui arrivano a Palermo i traghetti dalla capitale tunisina – spiega ancora – centinaia di persone si riversano in piazza Florio, occupando lo spazio antistante gli uffici consolari, in attesa della loro apertura: gli stessi dipendenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze si chiedono come sia possibile che tutta questa gente possa accedere indisturbata al secondo piano dello stabile, dove si trova la sede diplomatica, con i propri bagagli al seguito, affollando scale ed ascensori, senza alcun tipo di controllo”.
“Lungi dal sindacato – spiega Farruggia – volere diffondere allarmi ingiustificati, però crediamo che il rischio sia reale, come lo stesso capo della Polizia Alessandro Pansa ha sottolineato in una nota diffusa a seguito degli eventi terroristici di Tunisi, rappresentando il pericolo legato a possibili azioni illegali anche di carattere emulativo”.
“Il personale della Commissione – precisa Farruggia – che oggi manifesta apprensione per i possibili rischi legati alla propria sede di lavoro, non ha mai adottato comportamenti ostili nei confronti degli uffici del Consolato; al contrario, in passato, mossi da spirito di collaborazione e accoglienza, i dipendenti hanno provveduto a stampare cartelli in arabo posizionandoli lungo le scale, per agevolare l’individuazione degli sportelli consolari da parte dell’utenza”.
“Oggi , però – conclude – in considerazione del rischio terrorismo che si è purtroppo materializzato anche in Europa, è lo stesso personale della Commissione a chiedere con forza la tutela della propria incolumità, riservandosi di intraprendere legittime azioni di protesta nel caso in cui le richieste dovessero rimanere inascoltate”.