“La sede gelese dell’Agenzia delle Entrate, la cui soppressione era stata prevista entro la fine dell’anno congiuntamente ad altri sette presidi strategici, non verrà chiusa: è il primo segnale concreto dell’efficacia dell’azione sindacale compiuta dalla Uil Pubblica Amministrazione Sicilia, impegnata negli ultimi mesi a contrastare con ogni mezzo la soppressione degli uffici di Bagheria, Castelvetrano, Modica, Patti, Taormina, Canicattì, Noto e, ovviamente, Gela”: è il commento del segretario generale della UILPA regionale Alfonso Farruggia che, in una nota, esprime “cauto ottimismo per i segnali che giungono dalla Direzione, in trattativa con i proprietari dei locali dove sono ubicate le sedi distaccate dell’agenzia fiscale”.
Secondo Farruggia, “le trattative in corso presentano ampi margini per una positiva conclusione, in linea con le richieste del sindacato, che, anche nell’ambito di recenti incontri , ha chiesto all’amministrazione di non penalizzare cittadini, professionisti e lavoratori in nome della riduzione della spesa pubblica: sì alla spending review, ma la razionalizzazione del bilancio statale non può passare attraverso la chiusura di uffici dislocati nelle varie province siciliane, alcuni dei quali, come quello di Gela, rivestono anche un ruolo di fondamentale importanza sotto il profilo della legalità e della presenza dello Stato nel territorio, che non può prevedere alcun arretramento”.
Il sindacato dunque rilancia e chiede all’amministrazione di effettuare adeguati investimenti: “malgrado le buone notizie che ci giungono – specifica Farruggia – non abbasseremo certo la guardia, nell’interesse dei dipendenti e dell’utenza”.
A tal proposito, la UILPA Sicilia sta portando avanti specifiche istanze che riguardano i front office, ovvero gli sportelli presso i quali si recano comuni cittadini e addetti ai lavori per risolvere le problematiche fiscali.
“Occorre – conclude Farruggia – riorganizzare un servizio attualmente contrassegnato da interminabili attese , che iniziano all’alba e spesso si concludono senza che l’utente abbia ottenuto le risposte delle quali necessita: le responsabilità non sono del personale, altamente preparato e votato al sacrificio, ma di chi gestisce, organizza e ottimizza le risorse umane, spesso sottoposte a provvedimenti tampone con spostamenti temporanei da una sede all’altra, per nulla risolutivi”.