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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno II - Num. 07 - 10 luglio 2013 Cultura e spettacolo

A Palermo la quarta edizione di Una Marina Di Libri

In fondo all’articolo intervista all’editore OttavioNavarra, direttore artistico del festival

di Tancredi Riina
         

Logo "Una marina di libri"Palermo – Si è svolta dal 7 al 9 giugno la quarta edizione di Una marina di libri, manifestazione a metà tra fiera dell’editoria indipendente e festival letterario vero e proprio, che propone presentazioni di libri, dibattiti, laboratori per l’infanzia, ma anche spettacoli e musica – tutti eventi rigorosamente a ingresso libero.

Il festival, che prende nome dalla Marina di Palermo, quest’anno ha dovuto rinunciare alla sua sede ufficiale, Palazzo Chiaramonte Steri, interessato da lavori di restauro. L’appuntamento si è tenuto al Complesso dei Domenicani: un’ottima occasione per tornare alla Società Siciliana per la Storia Patria, chiusa al pubblico dal 16 gennaio. All’interno del cartellone sono stati inclusi speciali itinerari guidati al Museo del Risorgimento, chiuso insieme all’Istituto Storia Patria, alla Biblioteca specializzata in storia siciliana e alla chiesa di San Domenico.

Una marina di libri nasce una prima volta nel 2010, da un’idea del consorzio Piazza Marina & Dintorni, come manifestazione culturale territoriale. Nel 2011 giunge l’accordo con Navarra Editore, che assumendone la direzione artistica mantiene il format iniziale, ampliandolo fino a dare vita a un vero e proprio festival nazionale.

In pochi anni si è affermato come appuntamento sempre più atteso, che ha visto accrescersi le adesioni degli editori – a cominciare dalla prestigiosa casa editrice Sellerio, che quest’anno ha curato il prefestival Aspettando Una Marina di Libri –, degli ospiti nazionali e internazionali, e, soprattutto, la partecipazione dei visitatori, raddoppiati dai 10.000 del 2011 ai 20.000 del 2012. Si arriva così al traguardo di 45 nomi di spicco dell’editoria piccola e media: tutti accomunati dall’essere indipendenti e soprattutto dalla causa NOEAP, contro l’editoria a pagamento.

Per il direttore artistico, l’editore Ottavio Navarra, si tratta di un’occasione per uscire fuori dal provincialismo di una discussione piegata a un sicilianismo di maniera e circostanza, per volgere un po’ lo sguardo a tante altre realtà e capire che i confini non esistono più; anche per la scrittura, per i generi letterari e i profili delle case editrici. C’è un moltiplicarsi di esperienze nella piccola editoria indipendente che sicuramente è un patrimonio di ricchezza e di democrazia nel nostro paese.

Il festival si pone inoltre come tappa fondamentale nel lungo cammino della città di Palermo verso la nomina a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Lo sa bene Francesco Giambrone, Assessore alla Cultura, secondo il quale la manifestazione rappresenta un importante momento di crescita e confronto per il mondo della cultura e un momento di grande coinvolgimento della città. Proprio nell’ottica del percorso che ci sta portando verso la candidatura – ha affermato Giambrone – manifestazioni come questa assumono un rilievo particolare perché creano e stimolano una dimensione comunitaria delle attività culturali, coinvolgendo differenti luoghi della città, costruendo relazioni e collaborazioni fra soggetti diversi, stimolando la partecipazione di tutti e di tutte, con un approccio estremamente coinvolgente.

Anche quest’anno il programma si presenta ricco, nel segno del protagonismo partecipativo, che punta ad avere visitatori protagonisti e non spettatori consumatori, e del dialogo tra i diversi linguaggi narrativi, dalla parola scritta alle immagini, alla musica.

La mattina è stata dedicata alle attività con i bambini e agli incontri professionali sullo stato dell’editoria, mentre il programma pomeridiano ha visto la successione di decine di incontri e presentazioni, con numerose anteprime nazionali. Nella fascia serale, infine, gli spazi del festival si sono animati con reading, recital, proiezioni e spettacoli musicali. Fiore all’occhiello della manifestazione, i tre workshop mattutini – come quello dedicato al giornalismo culturale, con la presenza di firme come Luca Mastrantonio (Corriere della Sera), Piero Melati (Il Venerdì di Repubblica), Daniele Balicco (Alias – Il Manifesto) – e i dibattiti serali, con nomi del calibro di Roberto Alajmo e Giacomo Pilati. C’è stato spazio anche per un incontro sul Premio Calvino, dedicato agli esordienti. Quanto all’intrattenimento serale, si segnala la collaborazione del Brass Group, del Teatro Ditirammu e il Conservatorio Bellini.

Ottavio NavarraTornano gli appuntamenti ludici, il Librogame e Scatta in libreria, rispettivamente un gioco a premi dedicato alla lettura, liberamente ispirato alla trasmissione Rai “Per un pugno di libri”, e un concorso fotografico sul rapporto tra i lettori e le librerie indipendenti. Infine, per il secondo anno, il festival ha ospitato al suo interno due importanti eventi che hanno animato il “giugno dei diritti” palermitano – il Sicilia Queer FilmFest e il Palermo Pride – con letture a tema queer e un incontro sul Pride nazionale con Titti De Simone e Massimo Milani.

Abbiamo intervistato per voi il direttore artistico ed editore Ottavio Navarra:

Come nasce Una marina di libri?

È un fiore che nasce nel deserto, a Palermo non c’era un evento pensato in questi termini. Come festival del libro, nasce quattro anni fa, una prima edizione sperimentale, di rodaggio; noi non c’eravamo, poi abbiamo ingegnato un format un po’ a cavallo tra la fiera e il festival vero e proprio, abbiamo unito più elementi e abbiamo tentato entro questo contenitore di dare strumenti alla scrittura, o meglio alla parola, in tutte le sue declinazioni, dal libro stampato al libro raccontato al libro fatto conoscere attraverso le immagini, al libro che può essere utilizzato e che può diventare in questo uno strumento poliedrico di narrazione.

Ci può presentare brevemente la sua casa editrice e dirci com’è il rapporto con le altre?

Nasciamo nel 2003 sulla carta stampata, da sei anni circa siamo a Palermo. Abbiamo potenziato molto il settore librario, abbiamo all’attivo più di 100 titoli prodotti in questi anni. Il nostro profilo è di una casa editrice molto dedicata ai temi di impegno civile e sociale anche se non solo, pubblichiamo anche altro, ma questo è il tratto distintivo nostro. I rapporti con gli altri sono ottimi, testimonianza ne è il festival, questi momenti di incontro collettivo. Io penso che di fronte a una situazione di crisi che sta attraversando in generale il nostro paese e il mondo del libro ancora di più la sinergia tra gli operatori sia la chiave vincente per potere affrontare al meglio i problemi.

Una marina di libri si inserisce in un percorso voluto dall’amministrazione comunale che parte col Sicilia Queer FilmFest e arriva fino al Pride nazionale: si è parlato di un “giugno dei diritti e della cultura”. Lei sente di fare parte di qualcosa di più grande che esce fuori dai confini del mercato editoriale?

Sicuramente, anche se noi non nasciamo da esperienze dell’amministrazione comunale, anzi nasce da uno stato di totale abbandono della città. Oggi registriamo un’attenzione da parte dell’amministrazione comunale che si è insediata da poco e ci fa piacere, è un primo segnale di attenzione e pensiamo che si possa fare anche di più in questo senso, perché lo sforzo di questo mondo, della creatività, della cultura, dei diritti possa pienamente esprimersi, anziché lasciarlo alle buone intenzioni, alle buone prassi e ai sacrifici enormi di alcune persone.

Per quanto riguarda il contesto nazionale, oggi stiamo vivendo una crisi che è almeno duplice, se non triplice. C’è una crisi culturale, un deserto culturale, ma c’è anche una crisi economica che incide sul mercato dell’editoria. Secondo voi quali sono le ricette e le possibili soluzioni per uscirne?

Vengo ora da un dibattito del festival dove questo è stato oggetto di riflessione, il tema è assolutamente complesso. Io lo sintetizzo così: sinergia tra gli operatori, accorciare la filiera, guardare al mercato che è ormai cambiato, non è più una ipotesi, il mercato del libro è completamente diverso già da quello che era qualche anno fa; prendere atto di questo e creare anche dei mercati paralleli a quello tradizionale del libro in grado di fare respirare l’editoria indipendente.

Facciamo un bilancio di quest’edizione? E progetti futuri?

Un bilancio è difficile ancora, siamo a metà, posso fin qui dire che siamo molto contenti e soddisfatti, c’è una partecipazione bellissima, tanto pubblico, tanti lettori, la qualità dei dibattiti sta rispondendo alle aspettative della città, delle persone che ci stanno raggiungendo da tutta Italia, attendiamo questo ultimo rush finale che è il più importante per trarre un bilancio finale.

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