Catania – Il tempo di celebrare i numeri e il lavoro realizzato nell’annata trascorsa è finito. Si deve riprendere a fare sul serio. Ma forse i vertici dirigenziali del Catania, nuovi di zecca dopo la rivoluzione operata di mano propria dal presidente Pulvirenti con il seguente abbandono di Sergio Gasparin, hanno dato ascolto a tale imperativo già il giorno stesso dell’insediamento.
Con Giuseppe Bonanno, responsabile dell’area tecnica nella scorsa stagione dopo essere stato direttore sportivo, promosso alla carica di consigliere, la principale novità nell’organigramma etneo è rappresentata dall’argentino Pablo Cosentino, procuratore e intermediario di mercato di fama internazionale, che Pulvirenti ha voluto e scelto come vice-presidente deputato al ramo tecnico.
Una mossa progettata nell’ottica di un più solido potenziamento del livello dell’organico, ma nel periodo che precede l’inizio del ritiro (raduno giovedì prossimo a Torre del Grifo) la priorità è quella di chiarire il prima possibile il quadro del gruppo che il tecnico Rolando Maran avrà a disposizione per la stagione 2013-14, quella che per molti chiederà al Catania quantomeno di non interrompere la crescita tecnica e societaria.
Ripetere lo splendido ottavo posto del campionato scorso, con tanto di record di punti (56) e sfizio di lasciare alle spalle l’Inter nonché di entrare in gioco nella prossima Coppa Italia direttamente dagli ottavi, è un obiettivo che assume le sembianze dell’utopia e lo stesso Pulvirenti, sin dalle battute finali della stagione finita in archivio, ha detto e ribadito che il traguardo primario sarà ancora quello della salvezza.
Per mantenere la categoria e scongiurare fatali perdite di quota sarà importante agire con il maggior equilibrio e la maggior decisione possibile, tanto nel reperire gli innesti necessari, quanto nel sistemare le situazioni in uscita, con le successive esigenze di trovare, ma prima ancora formare, sostituti all’altezza dei loro predecessori. Se nella trionfale annata 2012-13 il Catania partiva da un gruppo solido e già collaudato da un anno, quest’estate si presenta un’altra sfida nel ridisegnare alcune caselle dell’organico, da parte della dirigenza, e dello scacchiere tattico, da parte del tecnico.
Pur non richiedendo le soglie raggiunte nel secondo miglior campionato per media punti in serie A, il torneo che inizierà tra poco più di un mese e mezzo dovrà vedere ai nastri di partenza una squadra rinnovata nei nomi e possibilmente nell’età media, non abbassando di netto la qualità tecnica dopo le partenze ormai certe di Lodi e Gomez e la partenza per fine contratto di Marchese.
Una nuova fase dove buona parte dei “senatori” rimarrà stabilmente al proprio posto, ma si vedrà affiancare da altri elementi chiamati ad avere un ruolo di maggiore responsabilità in campo e nello spogliatoio: uno su tutti Giuseppe Bellusci, che dopo il probabile rinnovo del contratto, in scadenza nel 2014, potrebbe avere un peso maggiore accanto al “mentore” Legrottaglie nel cuore della retroguardia etnea, se Spolli dovesse ricevere offerte importanti e convertire in realtà l’ipotesi di partire.
Il risultato sportivo nell’anno che verrà si costruirà non solo con i nomi e la dose di talento mantenuta e quella portata in squadra, ma anche e soprattutto con l’impegno, la concentrazione e lo spirito di unità messi nel lavoro quotidiano sotto il picco del sole alle pendici dell’Etna, in quel di Torre del Grifo. Del resto, il Catania ha già trovato due delle nuove tessere, manco a dirlo argentine, che andranno a mutare il mosaico rossazzurro: il sostituto “in pectore” di Alejandro Gomez, l’ex Panathinaikos Sebastian Leto, elemento di notevole duttilità tattica, e il centrocampista Federico Freire, arrivato a parametro zero dal Velez Sarzfield.
Rimane comunque difficile capire adesso cosa ne sarà della base tecnica degli etnei con le cessioni di Lodi (scambio col genoano Tachtsidis in dirittura d’arrivo) e Gomez (da perfezionare l’intesa con l’Atletico Madrid sulla base di una somma che si aggira sui 9 milioni d’euro), e il nome del terzino sinistro titolare che costituisce ancora un’incognita. Ma per l’essere già grandi e il voler crescere ancora di più è una prerogativa il saper rispondere prontamente ad ogni tipo di situazione, e in questo il Catania non sembra necessitare di lezioni da alcuno.