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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno II - Num. 06 - 26 aprile 2013 Sport

Il Palermo: un’economia verso la serie B?

Cronaca e previsioni di un momento difficile per il calcio rosanero.

di Gualtiero Sanfilippo
         

Tifosi del PalermoIl Palermo non è morto, respira, non corre, ma cammina e se è vero il detto “Chi va piano, va sano e va lontano” forse c’è qualche spiraglio di sole all’orizzonte.

“Interessante” è l’aggettivo che si può adattare alla gestione Sannino delle ultime giornate che ha decisamente sostituito “l’imbarazzante”, aggettivo che, invece, era sinonimo di un gioco non all’altezza delle aspettative di tifosi, società, ambiente e perfino dell’Italia, quel paese che non abbassa mai lo sguardo e non si distrae, soprattutto quando fai degli errori una tua costante.

I gol che cambiano una stagione. Josip Ilicic ferma sull’1-1 il Derby di Sicilia all’ultimo secondo, quando il Catania pregustava un record storico e il Palermo soffriva dell’ennesima occasione persa. Così un punto conquistato che rinnova lo spalla-spalla con Genoa e Siena.

Pensare che due di queste squadre debbano lasciare la Serie A lascia l’amaro in bocca, soprattutto ai tecnici, quelli che fanno dell’economia il proprio pane. Chiunque è cosciente che una retrocessione non è solo un fallimento sportivo, ma un collasso economico per tutti: imprenditori e “investitori celati” come i venditori di sciarpe o i parcheggiatori che dirigono il traffico vicino lo stadio. Tutto ciò fa disperare e sperare in quei tempi migliori, quando la Sicilia aveva Catania, Messina e Palermo in Serie A e si presentava come “il calcio del Sud”.

Si è giocato il sessantaseiesimo Derby tra Palermo e Catania, il nono giocato in Serie A ed è una cosa così bella, che è un peccato sapere che ci sia qualcuno speranzoso di vedere l’una o l’altra squadra in Serie B. Non è certamente il caso del Catania, squadra verso orizzonti più blasonati, ma qualche tifoso palermitano ci spera quotidianamente, magari per la prossima stagione. Questo è il calcio e il suo sano “sfottò”.

Purtroppo l’immaginazione trova la concretezza della realtà e si dissolve, avvicinando la Serie B proprio a quel Palermo che ha regalato campioni alla Nazionale Italia, che ha espugnato Upton Park nel 2006 e che ha perso all’ultimo respiro la finale di Roma con giocatori del calibro di Pastore, Nocerino, Migliaccio e tanti altri che certamente non sfiguravano contro nessuno, anzi…

Con la Serie B così vicina, la società e gli addetti ai lavori hanno l’obbligo di controllare ogni statistica utile. Vi basti cominciare con il sapere che mancano cinque giornate alla fine del campionato e il Siena in questo momento è salvo in virtù dei suoi trenta punti, appena uno in più di Palermo e Genoa. Considerando che il Palermo ha fallito in tutte le gare dirette per non retrocedere, ora si ritrova ad inseguire punti difficilissimi contro squadre di livello inevitabilmente superiore.

Inter, Juventus, Fiorentina, Udinese e Parma. Queste, le prossime avversarie del Palermo in campionato. Davvero delle brutte “gatte da pelare” per i rosanero che dovranno sperare in una condizione poco ottimale dell’Inter, in una soddisfazione anticipata per la Juventus e per la Fiorentina e di fare una signora partita con le ultime due, nonché in qualche buca nel cammino delle sue avversarie di fondo classifica.

Delle tre squadre, certamente è il Genoa che ha il calendario migliore.

Le analisi sono delle carezze dolcissime per gli studiosi, dei macigni per chi deve concedere gli spunti in grado di generarle, ma a noi il calcio piace così e lo accettiamo. In passato ci sono state lotte, persecuzioni, guerre e sangue per far ammettere che la terra è rotonda, sarebbe un peccato oggi, fingere o non accettare che anche la palla lo sia. La Palermo sportiva confida in quest’ultimo concetto e anche la Palermo commerciale dovrebbe  perché un calcio di Serie B è il preludio per un’economia di Serie B.

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  1. Francesco

    Che il Palermo possa finire in serie B, francamente non me ne posso fare una colpa anche se mi dispiace non tanto per la squadra di calcio in serie B ma perché è la città che è in serie B. E’ ciò mi dispiace oltre misura. A poco è servita la vittoria sull’inter. Le vittorie sulle quali dovremmo puntare sono ben altre. Ne voglio elencare alcune che certamente vengono prima del calcio:
    Una città libera dai rifiuti ma che libera non la vuole nessuno perché tutti hanno una voglia sfrenata di sporcare per i loro sporchi affari;
    Una città dal traffico regolato e regolare con servizi pubblici regolari;
    Una città nella quale la polizia municipale faccia osservare le regole;
    Una città libera dai furbi di ogni genere;
    Una città senza buche nell’asfalto;
    Una città senza sprechi inutili;
    Una città che si occupi degli ultimi;
    Una città senza delinquenza micro e macro;
    Una città senza cortei di disgraziati in cerca di lavoro;
    Una città che sappia come funziona la cosa pubblica;
    Una città che ha un rapporto costruttivi con i cittadini;
    Una città senza privilegi;
    Una città che ascolta tutti e non solo parenti, amici, etc.
    Ma io forse sogno una città che non c’è, un po’ come l’sola di Battiato.

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