Il pareggio a reti bianche conseguito a Bergamo contro l’Atalanta rappresenta, per il Catania, non soltanto un ulteriore passo in avanti verso il raggiungimento della salvezza, ormai molto vicina, ma anche una conferma della propria crescita a livello di spessore tecnico e consapevolezza dei propri mezzi. In una gara scialba e opaca come quella degli “Atleti Azzurri d’Italia” c’è infatti motivo di trovare comunque segnali positivi, in particolare nell’atteggiamento e nella tenuta mentale prima ancora che fisica della contesa.
E’ un Catania che con 36 punti in 24 partite veleggia nella parte medio-alta della classifica, con la fatidica quota salvezza distante soltanto quattro lunghezze e una zona Europa non troppo lontana. Poco realistico sperare in una qualificazione in Europa League che manderebbe in esilio la città intera, ma nella natura di ogni persona o gruppo che voglia crescere continuamente è insita la rimozione di ogni limite di principio. Limiti di principio che l’anno scorso hanno portato i rossazzurri di Montella a “sedersi” una volta conseguita la certezza di rimanere in serie A, rovinando in parte una stagione positiva con un gioco apatico e un rendimento da retrocessione nelle ultime gare.
L’undicesimo posto finale, alle spalle di Parma, Bologna e Chievo ma soprattutto senza lo sfizio del raggiungimento dei 50 punti ha lasciato un retrogusto amaro, che Legrottaglie e compagni non vogliono più provare. Sono dello stesso avviso, e forse ancora più convinti, anche coloro che l’anno scorso non c’erano: l’amministratore delegato Sergio Gasparin e il tecnico Rolando Maran, propulsore autentico di una macchina adesso performante oltreché bella, sicuramente tra le sorprese in positivo dell’intera serie A in questa stagione.
Una squadra dalla qualità e dall’affiatamento importanti, capace di reggere una media di un punto e mezzo a partita e di mettere in difficoltà chiunque, ha il diritto ma soprattutto il dovere di tendere al miglior traguardo possibile fino all’ultimo giorno di allenamenti e fino all’ultima gara. E’ un assunto incontrovertibile, suggerito non tanto dalla classica e banale frase per cui sognare non costa nulla, ma dalle esigenze di un percorso di crescita avviato nove anni fa e proseguito con duro lavoro nel corso delle stagioni.
Sarà importante quindi mantenere la stessa fame fino alla fine, quando scenari importanti potrebbero profilarsi in sede di mercato: quasi sicuramente i contratti di Marchese e Legrottaglie non verranno rinnovati, i vari Lodi, Gomez, Barrientos, Spolli e Castro saranno oggetto di offerte importanti e non è detto rimangano… dopo tante sfide sul campo, potrebbe presentarsi un’altra sulla scrivania, non meno difficile, vale a dire quella del cambiamento. Ma in via Magenta si lavora giorno dopo giorno con lo sguardo rivolto al futuro, con la dovuta preoccupazione, ma senza alcuna paura.