È indiscutibile certezza il fatto che buona parte dell’attrattività della nostra regione sia costituita dal calcio, con due squadre, Palermo e Catania, che militano nella massima serie nazionale ormai da anni. C’è poco da dire sulla strabordante offerta di arte, musica, letteratura e gastronomia, ma alcune realtà rivendicano, e a ragione, maggior visibilità e considerazione nello spazio dedicato allo sport, praticamente monopolizzato dal pallone, più seguito ma non per questo più appassionante né tantomeno più nobile.
Una richiesta che potrebbe essere avanzata in modo assolutamente plausibile da una squadra che da oltre un ventennio costituisce una nobile rappresentante della pallanuoto femminile non solo in Sicilia, ma anche in Italia e in Europa. Sì tratta dell’Orizzonte Catania, team fondato nel 1985 e che vanta attualmente nel proprio palmarès qualcosa come 19 campionati nazionali, 8 Coppe dei Campioni (la massima competizione europea a livello di club), una Supercoppa Europea e una Coppa Italia.
La squadra catanese, guidata al successo e presieduta attualmente da Nello Russo, ha costituito e costituisce tuttora un luogo di affermazione per diversi talenti italiani e stranieri. Tra questi una posizione di preminenza spetta senz’altro a Giusi Malato, centroboa catanese purosangue, unica pallanotista donna al mondo ad aver ricevuto la “Calottina d’Oro”, massimo riconoscimento individuale nella disciplina.
Se la Malato rappresenta la radice in vasca dell’Orizzonte, avendo giocato con la squadra catanese dalla prima storica gara in serie A1, il 16 marzo 1986, al suo ritiro nel 2005, altre talentuose giocatrici hanno associato allo stesso club il top della propria carriera: indimenticabile il blocco delle giocatrici che conquistarono l’oro alle Olimpiadi di Atene del 2004, ovvero, insieme alla Malato, il portiere Cristiana Conti, le catanesi Cinzia Ragusa e Maddalena Musumeci, la messinese Silvia Bosurgi, Manuela Zanchi e Tania Di Mario, 33 anni, attaccante tuttora fra le migliori tre giocatrici al mondo, all’Orizzonte dal 1997.
Nel Setterosa olimpionico del ct Formiconi (tecnico delle etnee dal 2008 allo scorso maggio) c’era però anche Martina Miceli, grande icona della pallanuoto italiana, che allora non era tesserata con l’Orizzonte ma che rappresenta un autentico punto di riferimento all’interno della squadra del presidente Russo, essendone diventata un elemento carismatico in vasca e curando il settore giovanile. Anche lei ha contribuito ai grandi successi europei del primo decennio degli anni Duemila, e adesso si trova a guidare dalla panchina quelle che fino a poco tempo fa erano le sue compagne di squadra.
Proprio dal suo ruolo in panchina, dal solito fiuto del gol della Di Mario, da un gruppo di ragazze giovani e di promettente avvenire e dal ritorno di alcune senatrici come Maddalena Musumeci e Chiara Brancati passa l’inizio di un nuovo ciclo per l’Orizzonte, che l’anno scorso sì è dovuto accontentare della Coppa Italia fermandosi alla semifinale della Final Four scudetto. La nuova stagione promette bene sin dall’inizio, con il passaggio del turno in Coppa Italia e un inizio di campionato senza sbavature, ma soprattutto con la forza di un gruppo unito e determinato a tornare in alto.