Difficile esprimersi negativamente sull’avventura del Catania targato Rolando Maran, che dopo 14 giornate staziona nella zona sinistra della classifica con 19 punti. Un bottino sicuramente da non svalutare, alla luce dell’obiettivo di migliorare il rendimento dello scorso campionato, che i rossazzurri di Montella chiusero all’11° posto con 48 punti. Tra gli etnei l’obiettivo dei 50 punti non è mai stato dichiarato in maniera esplicita, ma il primo mini-traguardo dei 25 punti alla fine del girone d’andata è più di una prova concreta in tal senso.
Il Catania cresce a piccoli passi e acquisisce la capacità di affrontare anche le insidie più dure per le sue caratteristiche tecnico-tattiche (vedi Chievo), riuscendo a gestire ogni tipo di situazione con pazienza e sicurezza dei propri mezzi e ricavando il massimo risultato possibile. Una squadra dai meccanismi ormai affinati, uomini-chiave che riescono a rendersi sempre più trascinatori e le certezze di un tridente offensivo all’insegna del tango, con gli argentini Barrientos, Bergessio e Gomez, sempre meglio ambientato nella realtà del nostro calcio e a tratti micidiale.
Adesso, però, gli etnei sono in un momento di riflessione, con la sfida di venerdì sera al “Massimino” contro il Milan di Massimiliano Allegri, ormai ripresosi dopo il brutto inizio di stagione. A turbare di più non è l’insidia di affrontare una squadra rigenerata nel gioco e nel morale dopo la vittoria con la Juventus e fronteggiare le scorribande di El Shaarawy, capocannoniere del campionato, ma la condizione psicologica e di organico dopo la pesante sconfitta patita sabato sera nel derby di Sicilia con il Palermo.
A preoccupare in tal senso è anche la stessa prova fornita al “Barbera” dai rossazzurri, che hanno clamorosamente “toppato” nella gara più importante dell’anno approcciando in malo modo la contesa ed esibendo una fragilità inaspettata di fronte alla grinta e all’ardore agonistico dei rosanero, che nel derby di Sicilia hanno trovato l’occasione propizia per dare ampio sfogo al proprio orgoglio in una situazione di classifica che alla vigilia era abbastanza delicata.
Palermo più concentrato e sul pezzo, Catania con la testa in aria e probabilmente convinto alla vigilia di saccheggiare a mani basse il “Barbera”, forte del proprio maggior tasso tecnico. L’inequivocabile 3-1, risultato che poteva essere ancora più pesante, dimostra ancora una volta come questa squadra possa essere drasticamente depotenziata senza un adeguato approccio alla partita e soprattutto senza la grinta e la fame agonistica che rappresentano dei fattori imprescindibili, gli unici in grado di trasformare la qualità tecnica in arma vincente e di evitare che questa si configuri come un banale artificio, come in effetti è stato sabato sera.
La brevissima settimana che precede la gara con il Milan è ad oggi il momento più delicato della stagione per i rossazzurri, che scavando nelle proprie interiorità devono ritrovare la voglia di fare e soprattutto recuperare l’attaccamento alla causa e ai colori, che in alcuni è sembrato mancare del tutto. Sarà confortante, al di là del risultato, fornire un riscatto d’orgoglio sul piano della prestazione e della condotta in campo, considerando anche le diverse assenze con cui Maran dovrà fare i conti venerdì: Spolli e Gomez sono squalificati, Izco è uscito per un problema muscolare nel derby e sicuramente salterà la sfida con i rossoneri, mentre il recupero di Bergessio è improbabile.