Palermo – Grande successo e sentita partecipazione per la terza edizione del Gay Pride a Palermo. Il corteo si è svolto il 23 Giugno, con punto di partenza al Foro Umberto I, ed è stata l’ultima tappa di una serie di eventi iniziata il 16 Giugno con l’allestimento del Pride Village presso Villa Pantelleria. Il Village ha ospitato circa 50 tra dibattiti, concerti, film e documentari, spettacoli teatrali, mostre, workshop e molto altro, tutti incentrati sul mondo LGBT (Lesbian-Gay-Bisex-Trans) portati avanti da una decina di artisti e associazioni.
Quest’anno il Palermo Pride, secondo le stime degli organizzatori, ha avuto circa 40mila partecipanti che hanno reso la sfilata coloratissima. In testa ai 40mila c’erano Massimo Milani e Gino Campanella, personaggi fondamentali per la comunità LGBT e tra i fondatori, insieme a Nichi Vendola, del primo circolo ARCIgay che venne costituito a Palermo nel dicembre del 1981. Insieme a loro, circa una dozzina di carri allestiti per l’occasione, con slogan, bandiere, disegni e una scritta in particolare “Palermo libera tutta”. Il corteo è stata un’esplosione di vivacità, musica e voglia di uscire dal buio e dalla paura, i partecipanti hanno affrontato gli oltre 30 gradi e il sole battente pur di far sentire la loro voce contro l’omofobia, la discriminazione e la violenza che, purtroppo ancora oggi, caratterizzano la realtà LGBT e occupano spazio nelle cronache nazionali.
Il Pride, da sempre, rappresenta quasi una zona franca in cui potersi sentire liberi di esprimere se stessi e le proprie idee, un giorno diverso dagli altri: “Vogliamo Palermo così per 365 giorni, cioè una città aperta a tutti, la casa di ognuno”, dice Giulia De Spuches, una delle portavoci del Palermo Pride.
A far sentire il loro sostegno, anche i rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico, primo tra tutti il sindaco Leoluca Orlando: “Mandiamo all’Italia e al mondo un messaggio chiaro sulla Palermo che vogliamo: una città in cui il riconoscimento e la tutela dei diritti vanno di pari passo con la valorizzazione delle differenze, Palermo sta tornando ad essere quella che merita di essere: una città aperta, la cui comunità si arricchisce perché sa riconoscere il valore di ogni identità”.
Con lui, anche alcuni assessori della Giunta comunale: Giuseppe Barbera, Agata Bazzi, Giusto Catania, Agnese Ciulla, Francesco Giambrone e Barbara Evola.
Presente anche Rosario Crocetta, europarlamentare del Partito Democratico.
Il Palermo Pride, anche quest’anno, è stato totalmente autofinanziato e organizzato dal Comitato Palermo Pride, che è formato da 17 realtà: Arcigay Palermo, Articolo Tre Associazione Omosessuale, Collettivo Malefimmine, Collettivo Anillo de fuego, Sicilia Queer festival, Exit, Gino e Massimo sposi, Associazione radicale David Kato, Associazione Vigliena, Nuovi diritti CGIL, associazione Famiglie Arcobaleno, circolo Arci Left, circolo Arci Blow Up, circolo Arci Barcollo, circolo Arci Malaussène, circolo Arci Nzocché, Ali d’aquila, GLBT Sordi Arcigay.
Non è mancato il supporto delle istituzioni palermitane: Galleria d’Arte Moderna, Galleria di Arte Contemporanea, Università degli Studi di Palermo, Provincia regionale di Palermo e il Comune di Palermo, che ha fornito le navette gratuite per il Village.
La candidatura di Palermo quale luogo per il Gay Pride nazionale 2013, lanciata dal Comitato Palermo pride, e che era stata fatta propria dal Sindaco Leoluca Orlando e dalla Giunta al termine della parata del Palermo pride 2012 è stata accolta dalle associazioni nazionali AGEDO, Arcigay, Arcilesbica, Certi Diritti, Famiglie arcobaleno, MIT nell’ambito dell’Assemblea nazionale delle Associazioni gay, lesbiche e transessuali, riunita a Roma il 15 settembre 2012.
A sfilare tra i carri anche altre categorie di cittadini che, in questo momento di crisi e di precarietà sociale, hanno deciso di scendere in strada e portare le loro richieste: studenti, lavoratori precari, impiegati, disoccupati. “Il pride è la casa di tutti i diritti negati, è l’arcipelago di tutte le identità, è un momento di incontro e confronto, che unisce alle rivendicazioni dei diritti della comunità LGBT, le istanze della società civile, l’animazione culturale e l’elaborazione di riflessioni e proposte” dichiara Massimo Milani.
La speranza è quella che il messaggio mandato da cotanta partecipazione sia recepito forte e chiaro e riceva risposte positive, affinchè questi diritti non siano più negati, né da parte delle istituzioni, né da parte di qualche individuo mosso da intolleranza e violenza.