Via libera dal governo Musumeci alla proposta di istituzione delle due Zone economiche speciali in Sicilia. Sono state, infatti, identificate e delimitate le aree per la “Sicilia occidentale” e per la “Sicilia orientale”. Gli atti verranno adesso trasmessi a Roma al ministero per il Sud. L’annuncio è avvenuto durante una conferenza stampa, a Palazzo d’Orleans, del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Presenti anche gli assessori all’Economia Gaetano Armao, alle Infrastrutture Marco Falcone, alle Attività produttive Mimmo Turano, all’Agricoltura Edy Bandiera, al Territorio Toto Cordaro.
«Quando ci siamo insediati a Palazzo d’Orleans – ha spiegato il governatore – le Zes erano già state istituite da Roma nel 2017, ma non abbiamo trovato nessuna traccia di attività da parte del precedente governo regionale. Siamo partiti da zero. Ci siamo messi subito all’opera per arrivare all’obiettivo. Sappiamo che non tutti saranno contenti e che il nostro lavoro è perfettibile, ma era importante partire con le due Zes per non restare indietro rispetto alle altre Regioni d’Italia. Abbiamo una dotazione di aree assegnate alla Sicilia dal governo nazionale insufficiente, per questo chiederemo al ministro per il Sud un’ulteriore dotazione, in modo da poter soddisfare le numerosissime richieste che arrivano dal territorio e dal mondo produttivo».
La Sicilia ha a disposizione 5.580 ettari di terreno (il 35 per cento destinato alla Zes della Sicilia occidentale e il 65 per cento a quella orientale) entro i quali far ricadere le aziende già esistenti e quelle che vorranno investire nel futuro. Le caratteristiche essenziali delle aree individuate sono la presenza di un porto, di un retro-porto e di una consolidata tradizione industriale.
Con le Zes si rendono vantaggiosi gli investimenti in Sicilia attraverso il credito d’imposta, gli sgravi fiscali, le agevolazioni sul lavoro, gli ammortamenti per le aziende. In tre anni per il Mezzogiorno sono disponibili duecentocinquanta milioni di euro per agevolazioni e cinquanta dovrebbero essere destinati alla Sicilia. Quasi il 9 per cento dei cinquemila e cinquecento ettari a disposizione saranno messi a bando già domani, in modo che così ogni Comune o azienda potrà dire quali sono le proprie esigenze e presentare un progetto.
Il cammino delle Zes siciliane è sostanzialmente iniziato a marzo 2018 quando la Regione ha istituito una Cabina di regia con il compito di predisporre il Piano di sviluppo e individuare le aree candidate all’inclusione, in stretto raccordo con gli enti locali e le organizzazioni sindacali e datoriali. Nello scorso mese di maggio è arrivato il via libera del governo alle Linee guida per l’identificazione e la delimitazione della superficie disponibile. Le zone individuate valorizzano le aree produttive e anche alcune aree interne, comunque strettamente interconnesse dal punto di vista economico e funzionale alle infrastrutture portuali esistenti e alle aree immediatamente contigue.
Nello specifico, la Zes Sicilia occidentale vede incluse: le aree industriali di Aragona-Favara, Caltanissetta, Carini, Palermo-Brancaccio, Termini Imprese e Trapani e ancora il Porto di Palermo, il Porto e il retroporto di Termini Imprese, la Stazione Sampolo con il mercato ortofrutticolo di Palermo, la zona Palermo-Partanna, il porto di Trapani, l’Aeroporto di Trapani, i porti di Mazara del Vallo, Licata e Porto Empedocle con il suo retroporto e i retroporti di Mazara, Marsala.
La Zes Sicilia orientale comprende le aree industriali di Gela, Paternò, Belpasso, Messina-Larderia, Villafranca Tirrena, Augusta-Melilli, Priogo Gargallo, Siracusa, Milazzo – Giammoro ed Enna e ancora il porto di Catania con il retroporto, l’Asi, l’interporto e Mas, Tremestieri, il retroporto di Milazzo, porto di Augusta, aeroporto di Comiso, l’interporto di Melilli, il porto di Pozzallo con il suo retroporto e infine il porto di Messina e la zona della fiera.
Secondo l’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano: «Le Zes avranno sostanzialmente il compito di dare vita a delle nuove forme sperimentali di governo economico con l’obiettivo di rilanciare porti e aeroporti siciliani e di attrarre nuovi investimenti tramite agevolazioni fiscali, in primis il credito d’imposta, incentivi e semplificazioni amministrative. Non sono certamente la panacea di tutti i mali della Sicilia, ma indubbiamente le zone economiche speciali sono un’opportunità preziosa per attutire il divario che esiste tra Nord e Sud ancora oggi certificato dallo Svimez. Le Zes – prosegue Turano – possono riuscire a dare una prospettiva futura più concreta al nostro tessuto produttivo e a rendere la nostra isola più competitiva e attraente sul mercato internazionale».
L’impatto delle agevolazioni per le due Zes siciliane – secondo uno studio del dipartimento regionale dell’Economia – determinerà due effetti: un aumento degli investimenti che deriva dal meccanismo stesso dell’agevolazione e un potenziale aumento delle esportazioni. Le Zes, in linea generale, consentiranno di promuovere i settori che possono considerarsi centrali per lo sviluppo della base produttiva regionale (attività estrattive, manifatturiere, logistica, servizi) e soprattutto per la riduzione del suo grado di dipendenza strutturale.
«Le Zone economiche speciali – spiega l’assessore all’Economia Gaetano Armao – avranno due effetti benefici sul Pil dell’Isola. Aumenteranno gli investimenti, come conseguenza del meccanismo stesso dell’agevolazione (credito d’imposta per investimenti), anche se non in maniera significativa dal momento che la Sicilia è relativamente de-specializzata nella produzione di beni di investimento, ma sarà invece evidente un aumento delle esportazioni che dovrebbe portare un incremento del Pil dello 0,6 per cento. Nella gestione di questo processo – ha detto infine Armao – saremmo particolarmente attenti alla trasparenza e alla legalità. Per questo estenderemo il Protocollo di legalità, firmato con la Guardia di Finanza, alle misure previste dalle Zone economiche speciali».