Presentata ieri a Roma l’edizione numero 22 del premio internazionale di giornalismo “Mario e Giuseppe Francese”, a quarant’anni dall’omicidio per mano mafiosa di Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Odg Sicilia Giulio Francese e i componenti della commissione del Premio, che hanno scelto i vincitori di questa edizione fra i giornalisti e fra gli studenti delle scuole che hanno partecipato alla sezione loro dedicata.
I premiati di questa edizione sono la toscana Lucia Goracci (Premio “Mario Francese”), il siciliano Paolo Borrometi (Premio “Giuseppe Francese”) e il calabrese Alessandro Bozzo (Premio “Giuseppe Francese alla memoria”, che è stato istituito in questa occasione per la prima volta). I riconoscimenti saranno consegnati sabato, a partire dalle ore 10, al teatro Santa Cecilia di Palermo. La commissione del Premio ha individuato i vincitori di quest’anno con le seguenti motivazioni
Lucia Goracci
Lucia Goracci con coraggio e fermezza da anni affronta situazioni estreme per informare. Continua a cercare i fatti e il loro senso anche e soprattutto nelle zone di confine, dove oltre al rischio professionale c’è anche quello della vita stessa. Ricorda con il suo impegno quotidiano che il mestiere del giornalista si impoverisce quando non è animato dalla ricerca, secondo il vecchio motto dei maestri “ andare, vedere, raccontare”. Lucia lo fa costantemente senza delegare lo sguardo e l’analisi, onorando il servizio pubblico e senza dimenticare in nessuno dei suoi reportage le vittime dei conflitti che i potenti sacrificano in ogni parte del mondo. Condivide gli sguardi pieni di sofferenza e di speranza delle donne e dei bambini che incontra sulle strade ridotte a voragini e in quello che resta delle case sventrate rendendo partecipe l’opinione pubblica del valore inestimabile della pace ancora impossibile in gran parte dei paesi a noi vicini.
Paolo Borrometi
Prova di un impegno concreto capace di colpire quella che ha chiamato la “mafia invisibile”, l’esperienza di Paolo Borrometi ha consentito di individuare anche i protagonisti di cosche “senza coppola né lupara”, come le indica questo determinato cronista nelle inchieste pubblicate anche su un sito da lui fondato. Deciso a scoprire quanto malaffare intriso di corruzione, violenze e intrighi si annidi in un’area a lungo erroneamente ritenuta immune come quella delle province di Ragusa e Siracusa, Borrometi non si è lasciato intimidire nonostante un pestaggio, la frattura di una spalla e uno sventato attentato, scoperto grazie alle intercettate minacce di un malavitoso che ne auspicava la fine perché “ogni tanto un morto ci vuole”.
Alessandro Bozzo
Alessandro Bozzo, giornalista calabrese, nella sua Cosenza ha raccontato per anni, con coraggio e passione, la sua terra, i suoi intrighi, i suoi lati oscuri. Per questa coerenza rocciosa è stato isolato, nella sua città e nel suo giornale, messo ai margini e maltrattato con conseguenze devastanti per la sua vita personale e familiare. Il prezzo che ha pagato è stato altissimo, finché le corde dell’ostinazione e della speranza si sono spezzate. La sua morte denuncia l’abbandono in cui versa il mestiere in alcune zone d’Italia, la precarizzazione disperante, il cinismo di certa editoria, il disprezzo per la dignità professionale e umana. Ma la vita di Alessandro, ricostruita con amore nel libro del collega Lucio Luca “L’altro giorno ho fatto quarant’anni” (Laurana Editore) , racconta anche la statura morale di un cronista di razza e ci ricorda che questo mestiere si nutre di valori etici, desiderio di giustizia e fame di verità.
Nel corso della conferenza, promossa dal Consiglio Nazionale, è intervenuto anche il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento, che ha presentato i risultati dell’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, indagine voluta dall’Ordine.
Il focus sul rapporto tra nuove generazioni e media nel nostro Paese costituisce una delle iniziative volute dall’Ordine dei Giornalisti in occasione del “Premio Mario e Giuseppe Francese”. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Odg Sicilia Giulio Francese e i componenti della commissione del Premio.
“La ricerca di Demopolis mostra come i giovani siano interessati al giornalismo e alla sua funzione fondamentale per una corretta informazione dei cittadini, con particolare riferimento al giornalismo di inchiesta. – lo afferma Carlo Verna, presidente del Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti – E’ una dato che ci conforta in questa fase in cui abbondano fake news, linguaggi di odio soprattutto via web e dove si cerca di neutralizzare la funzione del giornalismo
come “cane da guardia” della democrazia. Ritengo che compito essenziale dei giornalisti sia e resti quello di raccontare i fatti senza non fare sconti a nessuno, a nessun governo (di qualsiasi colore) a nessun potere (comprese le grandi piattaforme di internet)”.
ABSTRACT DEI RISULTATI PER LA STAMPA
Il 95% degli under 30 italiani fruisce quotidianamente della Rete. E il 60% è di fatto sempre connesso ad Internet. È il dato di partenza che emerge dall’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, realizzata dall’Istituto Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti, in occasione del
Premio Mario e Giuseppe Francese. L’indagine ha analizzato le variabili che orientano la dieta informativa dei giovani italiani tra i 18 e i 29 anni, focalizzando gli strumenti impiegati nel vissuto quotidiano per l’informazione, il multi-tasking e le aree tematiche di maggiore
interesse per le nuove generazioni.
“La centralità delle Rete – ha spiegato il direttore di Demopolis Pietro Vento – incide in modo significativo sulle modalità di informazione delle nuove generazioni: il 75% entra in contatto con
l’attualità attraverso siti web, portali e testate online. Considerato il contesto, i telegiornali, nazionali e locali, e i programma d’informazione in tv tengono le loro posizioni: li segue il 66% degli
under 30. Sempre più centrale appare poi il ruolo di Facebook, Youtube e dei principali Social Network, vero e proprio incrocio di tutte le informazioni”.
Il trend 2009-2019, disegnato dall’Istituto Demopolis, racconta numericamente un cambio d’epoca: la fruizione dei TG e dei programmi d’informazione passa in 10 anni dal 76 al 66%, quella dei siti di informazione online dal 31 al 75%; cresce di quasi 50 punti, dal 15% al 63%, l’utilizzo dei Social quale strumento di informazione. È invece sempre più residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata: in pochi acquistano un giornale in edicola, anche se i quotidiani continuano ad essere letti, online, in tempo reale.
Dei media italiani, a quasi i 2/3 dei giovani intervistati, non piace la faziosità dell’informazione politica; il 56% stigmatizza la scarsa obiettività, il 48% la superficialità di molte notizie. I media
tradizionali sono comunque percepiti dagli under 30 come più affidabili rispetto ai Social Network: una simbolica rivincita, in questo caso, per la stampa tradizionale.
Ma colpisce un altro dato nell’analisi Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti: ad interessare di più chi ha meno di 30 anni sono per il 70% i fatti locali che avvengono nella propria città o regione. Ma anche, per i due terzi, l’informazione nazionale. Più bassa, poco sopra il 40 per cento, l’attenzione su quanto accade in Europa e nel resto del mondo.
Un altro dato appare estremamente significativo: il 73% dei giovani italiani riconosce oggi al giornalismo una funzione fondamentale o importante nel nostro Paese.
Dall’indagine emerge infine un risultato di particolare interesse. “Il 70% dei giovani – ha detto il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – si dichiara interessato al giornalismo d’inchiesta e di denuncia. Le nuove generazioni lo vorrebbero più presente sui media italiani: ed è un dato che assume particolare valore in una giornata che ricorda l’assassinio in Sicilia del giornalista Mario Francese nel gennaio di 40 anni fa”.
LA CERIMONIA DI SABATO
La cerimonia di sabato, che sarà presentata da Salvo La Rosa e Lidia Tilotta – con intermezzi musicali di Ciccio Leo Feat e Simona – e prevede come momento centrale un talk show con la partecipazione di Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Giuseppe Governale, direttore della Dia, i giornalisti Felice Cavallaro, Salvatore Cusimano, Gaetano Savatteri, oltre che dei colleghi premiati. Sul palco anche le scuole vincitrici della sezione dedicata del Premio. Saranno proiettati i contributi video, che costituiscono i progetti presentati dagli studenti.