PALERMO, 23.11.2018. Stavolta ha funzionato la rete. Che ha superato lo Stretto. Perché Le Vie dei Tesori non solo ha consolidato i numeri su Palermo – nonostante il maltempo, sono stati 265 mila i visitatori in 130 siti in tutta la città – ma ha aggiunto altre 100 mila presenze nelle altre nove città siciliane coinvolte, e un progetto pilota in Nord Italia, piccolo ma che ha riscontrato l’interesse del pubblico. E per questo motivo la Regione Siciliana ha deciso di inserire il festival tra le manifestazioni promosse nei principali appuntamenti turistici in giro per il mondo. Le cifre raccontano un festival che è ormai tra i maggiori d’Italia, per numero di partecipanti, per ricaduta economica, per risonanza in termini mediatici a corredo della città Capitale Italiana della Cultura.
Un festival, costruito da un gruppo di giornalisti, in collaborazione con centinaia di partner pubblici e privati, che viaggia su un avanzato portale web che ha ricevuto quasi 700 mila visitatori unici per circa 5 milioni di pagine viste. E registra tre milioni e mezzo di risultati digitando le parole chiave sul web. Ma quella che risulta molto interessante è la radiografia “sociale” ed “economica”: un indice di gradimento che sfiora il massimo consentito, i turisti che non soltanto “minacciano” di tornare ma chiedono che il festival venga ripetuto durante l’anno. E i palermitani che visitano altre città, Trapani e Caltanissetta, alla scoperta di altri luoghi ancora. Un successo “circolare” e non verticale, dicono gli esperti.
Tra i siti inediti di quest’anno, il carcere Ucciardone dove i detenuti hanno condotto una visita teatralizzata diretta da Lollo Franco, sempre sold out, ha riscosso anche l’interesse dell’ammiraglia Rai. E proprio nella casa circondariale sono stati presentati i dati finali de Le Vie dei Tesori. Una scelta importante che sottolinea la valenza positiva di un festival che non soltanto “apre” e racconta i luoghi, suscita interesse e senso di appartenenza nel pubblico, ma innesca anche processi permanenti: è stato il sindaco Leoluca Orlando ad annunciare, al fianco della direttrice del carcere, Rita Barbera, che i detenuti il prossimo anno, realizzeranno il carro di Santa Rosalia protagonista del Festino. “Ucciardone è Palermo e Palermo è l’Ucciardone – dice il sindaco – qui dentro c’è tutto il bene e tutto il male di questa città. Ma accanto alla severità della pena, è giusta l’umanizzazione: questa scelta di apertura dello spazio e di coinvolgimento dei detenuti, va in questo senso. Palermo può essere guardata solo con gli occhi di un insetto, attraverso un caleidoscopio: la città ha talmente tanti aspetti diversi, che una sola visita non basta, bisogna tornare. Per questo, chiusa Palermo capitale della cultura, partirà Palermo CulturE”. “Le Vie dei Tesori sono una delle punte di diamante della crescita di Palermo – interviene l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano – ; non ce la inventiamo, i numeri raccontano un’impennata straordinaria: 6 milioni di passeggeri transitati dall’aeroporto nel 2018 quantificati in 80 milioni di indotto, soprattutto in mesi destagionalizzati. Le Vie dei Tesori è stato il pioniere perché ha messo insieme ciò che abbiamo con ciò che progettiamo”.
“Gradimento 95 per cento: come progetti ne riceviamo tantissimi, ma questi sono numeri straordinari. Non credo che altre manifestazioni in Sicilia possano vantare dati simili: per questo il governo è ben convinto del suo investimento sociale e ha deciso di inserire il festival nel cartellone dei grandi eventi della Regione Siciliana che presto presenteremo alla stampa estera – annuncia l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalardo.
“Le Vie dei Tesori è un’industria culturale a tutti gli effetti, che cammina sulle gambe di 500 volontari e di 900 ragazzi dell’Alternanza Scuola Lavoro; dotata di un portale cui attingere per scoprire e approfondire la storia delle città, i racconti inediti, i luoghi, i segreti. Un format che ci richiedono, già 22 comuni vorrebbero aderire il prossimo anno e dovremo scegliere” spiega Laura Anello, presidente de Le Vie dei Tesori onlus. Lo hanno dimostrato prima di tutto le altre città siciliane che hanno aderito; poi, la Lombardia che ha aperto – in seno a un piccolo progetto pilota – trenta luoghi spalmati tra Milano, Mantova e la Valtellina. Anche qui è stato apprezzato il format consolidato dello storytelling che permette di scoprire i luoghi in maniera inedita. Un festival, quindi, che è pronto a lavorare in sinergia e che ha dimostrato che la rete – oltre cinquanta partner tra istituzioni ed enti privati – può e deve funzionare, anche beneficiando di un progetto comunicativo e organizzativo che permette ai grandi di trascinare i piccoli, e viceversa, nel caso di tesori inediti.
Ed eccoci ai numeri: 265 mila visitatori nei 5 weekend di Palermo (l’ultimo in parte rovinato dai nubifragi e dall’allerta rossa del meteo) cui si aggiungono i partecipanti alle passeggiate, ai laboratori (2020 bambini) e agli spettacoli; che, sommati ai partecipanti alla Notte Bianca dell’Unesco (12.700 visitatori), alle 16.150 presenze di Catania e alle 70.765 nei tre weekend di settembre nelle altre otto città siciliane, portano a 365 mila visitatori i visitatori del festival in Sicilia. Con una ricaduta economica, sulla sola Palermo, di oltre tre milioni e mezzo di euro in termini di spesa turistica (viaggi, alberghi, shopping), secondo le stime di Giovanni Ruggieri, a capo dell’Otie, l’Osservatorio turistico delle isole europee che da anni studia il festival attraverso un monitoraggio sul campo. E un tasso di gradimento del pubblico del 95 per cento. Con visite “spalmate” su tutti i luoghi, centro e borgate periferiche, con visitatori nell’intera città e non più soltanto alcuni siti inediti. Inoltre, il 95 per cento dei fruitori vorrebbe che il festival fosse prolungato o ripetuto in un altro periodo dell’anno; il 98 per cento raccomanderebbe a un amico la visita di Palermo nei giorni de Le Vie dei Tesori e il 77 per cento vorrebbe tornare il prossimo anno.
Un festival che, secondo la stima di OTIE, ha avuto una ricaduta di ricchezza turistica sulla città di 3.604.471 euro, di cui 3.012.471 come spesa turistica complessiva tra alberghi, ristoranti, trasporti, shopping; e 592 mila euro attivata dagli organizzatori. L’87 per cento degli intervistati ha dichiarato di avere speso, mediamente, 22 euro a persona.
Dai dati raccolti da OTIE, si scopre che la percentuale di donne è di poco più alta dello scorso anno (63 per cento contro 37 per cento di uomini); ma è interessante notare il cambiamento del tipo di visitatore: per l’80 per cento si tratta di escursionisti/turisti ma non di gruppi organizzati (il 32 per cento parte con il proprio partner, e il 38 per cento con gli amici); ma, rispetto al 2017, c’è un incremento di lavoratori (+ 6,3 %) e studenti fuori sede (+ 2 %). Segno che il pubblico dei visitatori non residenti, raggiunto dal festival, si amplia e si arricchisce di anno in anno: e infatti la percentuale di first visitors è pari al 61 per cento; è aumentato anche il numero di “affezionati” ovvero di gente che ha deciso di ripetere l’esperienza e ritornare a Palermo per il festival: il 38 per cento dei visitatori ha già partecipato ad almeno due edizioni. Ed è molto interessante scorrere i dati che investono l’interesse dei turisti: il 42 per cento è arrivato a Palermo per partecipare a Le Vie dei Tesori.
Un festival che ha fatto parlare della Sicilia per oltre due mesi, con una vasta eco sui quotidiani e i siti, con servizi televisivi sulle principali reti nazionali: entusiasmante la presenza su Internet – 3 milioni 120 mila risultati soltanto digitando “Le Vie dei tesori” -, numerosi durante l’anno i giornalisti che chiedono ai professionisti del festival di ideare insieme un percorso, un viaggio, una visita alla scoperta delle città. Il nuovo portale de Le Vie dei Tesori – un vero magazine costantemente aggiornato – è stato visitato, tra fine agosto a fine ottobre, da 700 mila utenti unici con un totale di quasi 5 milioni di pagine viste.
Le Vie dei Tesori è un enorme museo diffuso, spalmato su tutta la Sicilia, fatto di luoghi inediti e musei conosciuti, cripte nascoste e carceri serrate, ipogei sotterranei e voli sulla città, percorsi monacali e collezioni universitarie. Ed è piaciuta molto la possibilità di visitare alcuni luoghi usufruendo della prenotazione, cosa questa che – nei luoghi più piccoli o delicati – ha evitato le code e permesso di organizzare al meglio le visite.
I NUMERI DI PALERMO. I numeri palermitani confermano un trend in netta crescita nei primi quattro weekend, interrotto dai violenti nubifragi che nell’ultimo fine settimana ha comportato la chiusura di numerosi luoghi perché allagati o inaccessibili. Si stima una perdita in termini di visitatori, tra le dieci e le quindicimila presenze. I numeri: 265 mila ingressi, cui si sommano i circa 12.700 utenti che hanno visitato gratuitamente i nove monumenti del sito seriale arabo normanno (a Palermo, Monreale e Cefalù), durante l’ormai consueta Notte Bianca dell’Unesco, che quest’anno ha di fatto aggiunto un weekend alla normale programmazione del festival; i 3 mila visitatori che hanno scoperto palazzi storici e gallerie private dell’Itinerario Contemporaneo, curato da Paola Nicita: lunghe code per accedere alle mostre e ai luoghi che le ospitavano, raccontando sacche creative di artisti e studenti dell’Accademia di Belle Arti; i quasi 5 mila partecipanti alle passeggiate, guidate da storici, botanici, giornalisti; e al Festival KIDS, manifestazione nella manifestazione curata da PalermoBaby Planner, tra gazebo, laboratori e luoghi aperti e pensati proprio per le famiglie alle quali è stata dedicata anche una family card (ne sono state acquistate 307): spiegando ai genitori che possono visitare i luoghi con i più piccoli.
Ed eccoci ai luoghi: che già dal sito più visitato, raccontano un trend che si va diversificando e consolidando. Primo per visitatori il rifugio antiaereo di piazza Pretoria (aperto già da due anni) che ha fatto rivivere a diversi nonni i ricordi della guerra, quando su Palermo piovevano le bombe degli americani, ha registrato 7834 visitatori. Al secondo posto lo straordinario aeroporto di Boccadifalco, una delle grandi novità di quest’anno: sommando i due percorsi disponibili (il primo ha totalizzato 3235 visitatori e il secondo, solo su prenotazione, 2418) e gli 800 partecipanti ai voli in Piper sulla città 8che continueranno nel corso dell’anno), si raggiunge un totale di 6453 visitatori. Terzo, Palazzo Alliata di Villafranca con i suoi splendidi saloni (6288 visitatori).
Al quarto posto si sistema comodamente un altro grande must, la Casina Cinese (5437 visitatori) amata dai reali Borboni Ferdinando e Carolina, tallonato dal Villino Florio all’Olivuzza che quest’anno ha aperto il giardino (5340), e dal settecentesco Palazzo Zingone (5269). Il pubblico non ha dimenticato l’amato oratorio di San Lorenzo (complice il film appena uscito di Roberto Andò) che raccoglie 5233 visitatori e neanche la Palazzina ai Quattro Pizzi (boom dello scorso anno) che ha messo insieme 5146 presenze. La cupola del Santissimo Salvatore affacciata sulla città ha raccolto 4784 visitatori (ma se si aggiunge la chiesa, eccolo toccare quota 8500 e scattare al primo posto della classifica); in 4741 hanno ammirato il tesoro dei re normanni conservato in Cattedrale e in 4621 hanno invece (ri)scoperto i saloni di Palazzo di Città; sono stati 4403 tra turisti e cittadini, a sbirciare la cattedrale dai balconi di Palazzo Asmundo che – tra i primi 40 siti presi in esame – è quello che ha registrato il maggiore incremento rispetto allo scorso anno: + 70 per cento. Chiude questo gruppo di vincitori, la ex manifattura Tabacchi, novità di quest’anno, dove tra i 3906 visitatori si sono ritrovati molti degli ex operai. Straordinario, ancora una volta, il risultato del Teatro Massimo, che ha totalizzato oltre 2900 visitatori sul suo palcoscenico in poche ore di apertura.
Tra i preferiti, in generale, ci sono i palazzi nobiliari, soprattutto se conservano ancora arredi e decorazioni originali: da Alliata di Villafranca, a Zingone, ai Quattro Pizzi, ma anche la Casina Cinese e il Villino Florio, si aggiungono gli ottimi numeri di Palazzo Comitini con i suoi saloni settecenteschi (3811 visitatori), Villa Pottino (3803, accolti dalla padrona di casa che ne ha raccontato la storia), Villa Whitaker con il suo giardino (3725, ma era aperta soltanto la domenica); poi palazzo Bonocore con l’alcova identica a quella di Palazzo Zingone (3649) e Palazzo Sant’Elia (2682) dove era in corso la mostra sui tesori degli imperatori russi. Sono risultati sold out sin dalle primissime settimane, le visite al carcere Ucciardone, il “battesimo del volo”, gli ingressi alla Banca d’Italia, all’Hotel Piazza Borsa, alla chiesa di Santa Caterina (aperta un solo fine settimana); e negli ultimi weekend anche le naturalistiche sorgenti del Gabriele. Molto amate anche le botteghe artigianali che sono state messe in risalto da un particolare progetto che ne ha messo in luce la storia e la particolarità, dei vecchi artisti e dei nuovi creativi.
A differenza degli anni passati, in questa edizione non c’e stato un luogo trainante, “scoperto” e visitato in maniera eclatante più degli altri, ma si è assistito ad una distribuzione equa delle visite spalmate sia nel centro storico che nelle borgate: di certo il comprensorio che ruota attorno ai Quattro Canti è in assoluto il più visitato: tra rifugio antiaereo, palazzo di Città, palazzo Bonocore e chiesa di Santa Caterina, oltrepassa le 18 mila presenze. E se si estende attorno piazza Bellini, c’è un incremento di altre 5 mila unità. Di fatto è facile ipotizzare una “preparazione” più approfondita a monte: il pubblico inizia a studiare itinerari personali mirati, cerca di visitare luoghi vicini in maniera da guadagnare tempo per scoprire altri siti.
NOTTE UNESCO. A tutti questi si aggiungono i 12.700 visitatori nei nove monumenti del percorso seriale Unesco, aperti gratuitamente per la Notte Bianca: in 5500 sono accorsi anche quest’anno alla Cappella Palatina e a Palazzo Reale dove si entrava per la prima volta varcando il portone monumentale e si potevano visitare anche i giardini reali; buone performance alla Cattedrale e a San Giovanni degli Eremiti, ottimi ingressi alla Chiesa della Martorana e nella spoglia e bellissima San Cataldo; circa un migliaio al Palazzo della Zisa, in tanti fuori porta al Ponte dell’Ammiraglio; e in tanti hanno deciso di passare il sabato sera a Monreale e la domenica a Cefalù.
I NUMERI NELLE ALTRE CITTA’. Ai visitatori su Palermo vanno aggiunti i 70 mila che hanno riempito i luoghi delle altre otto città siciliane negli ultimi tre weekend di settembre: a Siracusa, Messina, Caltanissetta ed Agrigento – già protagoniste lo scorso anno – si sono infatti aggiunte Trapani, Ragusa, Modica e Scicli, oltre a Catania che ha partecipato negli ultimi weekend di ottobre in cui era in corso anche Palermo; e ha messo insieme 16.150 visitatori che hanno scoperto diversi siti inediti all’interno dei conventi o reperti sconosciuti dalle collezioni universitarie. Oltre settantamila (70.765 per l’esattezza) presenze, quindi, a settembre in sei province siciliane. Con una bella sorpresa ottenuta da Trapani che(trascinata dalla Torre della Colombaia sempre esaurita) raccoglie 15.627 visitatori e supera Messina che si ferma a 14.365, ma registra un exploit bellissimo del Museo regionale con 500 visitatori nell’unico giorno di apertura. Segue inaspettatamente Ragusa (altrasorpresa) che somma i suoi 10.594 visitatori ai 6195 di Scicli e ai 4676 di Modica, portando il Val di Noto a superare le 21 mila presenze in 48 luoghi aperti. Caltanissetta registra 7241 presenze – “un successo bellissimo – interviene l’assessore comunale alla Cultura, Pasquale Tornatore – soprattutto se si considera che quest’anno l’organizzazione è stata affidata ad una cooperativa di giovani entusiasti” – e supera Siracusa che si ferma a 7068 ingressi in 23 siti; chiude Agrigento con 5000 visitatori in 17 siti aperti.
Il Festival Le Vie dei Tesori quest’anno ha vinto il bando per le iniziative di massimo interesse turistico dell’assessorato regionale al Turismo, con la possibilità di accedere così al cofinanziamento di alcuni costi; è stato supportato dall’assessorato regionale ai Beni Culturali come iniziativa direttamente promossa, è stato inserito nelle manifestazioni dell’Anno europeo del Patrimonio Culturale. Il Festival è parte integrante del programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, sin dalla presentazione del dossier di candidatura.
Anche quest’anno, per il terzo consecutivo, il Festival ha ricevuto le medaglia di rappresentanza della Presidenza della Repubblica, oltre che la medaglia del Senato della Repubblica e il patrocinio della Camera dei deputati.