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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno VI - Num. 33 - 15 giugno 2018 Cultura e spettacolo

Presentazione libro Pirandello dimenticato di Pierluigi Pirandello e Alfonso Veneroso

di Barbara Filippone
         

Palermo – Il ritratto di Luigi e di Fausto Pirandello in un volume scritto da Pierluigi Pirandello, figlio di Fausto, nipote di Luigi, insieme ad Alfonso Veneroso: “Il Pirandello dimenticato”, edito da De Luca Editori d’Arte. Le note a margine di Melina Capobianco, grande esperta di Luigi Pirandello, hanno arricchito il testo contribuendo a dargli una veste anche storiografica.

Ciò che viene evidenziato in questo libro è l’interiorità di una storia familiare, la difficoltà dei rapporti con un padre importante e apprezzato in tutto il mondo; Pierluigi che è venuto mancare qualche mese fa narra, attraverso le pagine, l’identità di una famiglia particolare sottolineando la conflittualità tra Fausto e Luigi e lo fa attraverso molti aneddoti; il volume corredato di molte foto propone dunque il ritratto di un Pirandello nelle vesti di padre affettuoso ma anche del rapporto difficile col figlio Fausto. Il volume è stato presentato per la prima volta in Sicilia il 14 giugno scorso presso la libreria Paoline di via Notarbartolo, a Palermo.

A presentare l’evento Fernanda Di Monte, Teresa Di Fresco grande appassionata di Pirandello, entrambe giornaliste, Davide Camarrone scrittore e giornalista Rai e, insieme a loro, una presenza speciale, la signora Giovanna, moglie di Pierluigi Pirandello, nella sua prima uscita pubblica dopo la recente morte del marito.

Davide Camarrone nel suo intervento ha sottolineato la delicatezza di questo rapporto fra padri e figli, dove la memoria non deve essere un ostacolo bensì una forza; per queste tre generazioni ciò che ha avuto un peso importante è stata la figura di un padre e di un nonno con cui doversi confrontare; una figura che incombe sulla vita del figlio Fausto che vede limitata la sua libertà di espressione.

L’apertura del libro è affidata ad una lettera che Luigi scrive al figlio Fausto, quasi sotto forma di dialogo, nella quale lamenta la mancata comunicazione del suo matrimonio e della nascita di un figlio, Pierluigi.

A volte nelle biografie dei grandi scrittori sono omessi i dettagli della quotidianità, al contrario in questo libro viene fuori nella sua naturalezza, facendoci quasi dimenticare che si sta parlando del grande premio Nobel e dell’eccelso pittore, il figlio Fausto.

Giovanna Pirandello racconta che il marito Pierluigi si era sempre sentito schiacciato dalla figura paterna e costretto a fare, a volte, delle cose che non avrebbe voluto fare, ma in quel tempo non era possibile dire no ai genitori. Nella vita familiare, per esempio, Fausto impediva al figlio di parlare di teatro in casa, quasi fosse una colpa, perché la sua era la casa di Fausto Pirandello. Forse si sentiva sottostimato nella vita sociale dato il confronto con la carismatica presenza del padre Luigi. Così, alla sua morte, Pierluigi decise di costruire in casa un piccolo teatro e di invitare gli amici artisti; insomma aprire le porte alla cultura con la presentazione di libri, mostre d’arte. E a capodanno si festeggiava improvvisando, talvolta, piccoli giochi teatrali proprio nel palcoscenico di casa.

Teresa Di Fresco racconta di un Pierluigi amico, che aveva già anticipato in un certo senso il contenuto del libro agli amici, perché il testo è una sorta di biografia di Luigi e Fausto Pirandello attraverso il racconto dei fatti familiari e l’interpretazione di alcuni quadri di Fausto, perché ogni opera ha la sua storia e il tutto viene narrato attraverso una teatralità vera. Una cosa importante da sottolineare è la figura di un figlio, Pierluigi, “vittima” di un padre, Fausto, artista figurativo di grande talento che a volte lo costringeva ore e ore a posare affinché potesse finire i suoi dipinti; ma allora tutto ciò era anche normale, il rispetto per i genitori era scontato, non si poteva fare altrimenti. Pierluigi comunque ha davvero nutrito nei confronti del padre un grandissimo affetto condividendo con lui anche il dispiacere di non vedere riconosciuto appieno il suo valore artistico; la Di Fresco ricorda Anticoli Corrado, piccolo ma delizioso comune in provincia di Roma, conosciuto come “Il paese degli artisti e delle modelle” dove Pierluigi ha scelto di essere sepolto. Anticoli era un ritrovo per molti artisti che affittavano molte stalle del paese, trasformandole nelle proprie abitazioni e in studi e dove le stesse donne anticolane diventavano  modelle ed erano apprezzate per la loro bellezza.

Partendo dunque dalla narrazione della famiglia Pirandello, attraverso questo libro si può vedere lo spaccato di un Italia afflitta dalla guerra, prima e dopo.

Teresa Di Fresco, infine, ricorda la figura della moglie di Fausto, Pompilia D’Aprile, anticolana, madre di Pierluigi, che nel testo viene fuori a volte anche in modo latente, paziente, dolce, forte e che sopportava pure le divagazioni amorose del marito mantenendo sempre ben salda la famiglia, valore a cui non si deve rinunciare.

Un testo che diventa, attraverso parole e immagini, testimonianza anche di un piccolo dramma personale, ovvero quello di non portare il nome del celebre nonno, perché “di Luigi ce n’è uno solo.”

L’incontro è stato accompagnato da alcune letture interpretate da Patrizia Genova.

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