E invece col passare dei giorni lo sconcerto è cresciuto a macchia d’olio, il malessere è andato ben oltre la scontentezza, una parte dei nostri elettori si è accorta di essere sempre più disorientata. I Partigiani del PD, i segretari dimissionari, i Circoli chiusi per dignità… e dall’altra parte candidati che neanche provano a recuperare il rapporto con i territori e si nascondono nelle gelaterie.
Stiamo assistendo ad un corto circuito che non riesce ad essere sanato, malgrado la pericolosità di una destra aggressiva e di un populismo inconcludente.
Tutto questo avrebbe meritato una battaglia politica decisa e invece la cartina di tornasole delle liste ha reso esplicita la crisi di un PD che ha smarrito la sua funzione di rappresentanza di una parte della società siciliana, e non solo. Il centrosinistra diviso appare fuori gioco, ed il principale attore del centrosinistra stenta ormai perfino ad essere “riconosciuto” da una parte dei suoi elettori. Insomma, il PD più che essere un partito di contenuti appare un contenitore con la sola ambizione di mutare geneticamente se stesso.
So quanta sofferenza sta provocando in migliaia di militanti questa situazione, l’essere costretti a balbettare piuttosto che impegnarsi anima e corpo in campagna elettorale. Non so quale sarà l’esito del voto del 4 marzo. Una cosa però mi è chiara: non basterà un congresso a risolvere i problemi che il PD ha davanti a sé, e non saranno di certo le percentuali delle singole aree che ridaranno un’anima al partito, in Sicilia e in Italia.
O si ricostruirà, se ci saranno le condizioni, la casa degli uomini e delle donne del centrosinistra nel rispetto sacro delle sensibilità, oppure un contenitore dedito al trasformismo non servirà a restituire al PD una prospettiva politica.
Io farò la mia parte: subito dopo il 4 marzo rimetterò in cammino l’associazione DEMOS, Democratici Siciliani, insieme con quanti vorranno ridare senso alla politica e ricostruire una speranza per un centrosinistra competitivo, coerente con la propria storia e capace di interpretare la domanda di rinnovamento della nostra società e della nostra gente. Lo devo a me stesso, alla nostra storia, ai tanti amministratori che svolgono con onestà e dedizione il loro ruolo forse nel momento più difficile della vita pubblica di questo Paese. Sarà una sfida difficile, ma al tempo stesso entusiasmante. Sarà un nuovo inizio. Altro che un “fuoco di paglia”…