“I politici isolani farebbero bene a ricordare che in Sicilia non esiste più un sistema formativo regionale dal 9 giugno del 2015, data ultima dell’attività triennale dell’ “Avviso 20”, avviata dal governo Lombardo e portata avanti, senza alcuna modalità innovativa, dagli assessori di Crocetta, rivelatisi rivoluzionari più con le parole che con i fatti”: così il segretario generale della Uil Scuola regionale Claudio Parasporo interviene sul mancato ritorno a lavoro degli operatori della formazione professionale, in merito al quale “non si registra alcun passo avanti”.
“Sebbene vi siano stati vari tentativi da parte degli assessori di far ripartire con diversi avvisi la formazione – precisa l’esponente della Uil – purtroppo si sono scontrati, tutti, con la farraginosità dell’ultimo “Avviso 8/2016”.
“La Uil Scuola – si legge in una nota del sindacato, firmata dal segretario generale e dal responsabile regionale della Formazione Antonino Panzica – più che soffermarsi sulla querelle sfociata in tantissimi ricorsi al TAR da parte degli enti gestori che, di fatto, hanno cambiato continuamente la graduatoria di chi ha partecipato all’avviso, chiede di accendere i riflettori sulla norma inserita nel collegato alla finanziaria regionale, che prevedeva per gli enti stessi l’obbligo di attingere dall’albo per le nuove assunzioni e che, invece, non è passata al vaglio delle Commissioni di merito”.
Ma il je accuse di Parasporo non finisce qui.
“In fondo, c’era da aspettarselo – prosegue – perché gli ultimi assessori alla Formazione professionale, congiuntamente alla parte politica che li ha proposti, non riconoscono il ruolo degli operatori del settore; li considerano, semmai, figli di un dio minore, immeritevoli di un qualsivoglia riconoscimento della loro professionalità, conquistata anche attraverso una qualificazione onerosa in termini di spesa”.
Secondo il sindacato, la distruzione sistematica del sistema formativo regionale avrebbe avuto luogo a partire dal 2011: “una demolizione ingiustificata, anche alla luce dei limiti e delle colpe oggettive, non imputabili, però, agli operatori, ai quali non sono mai mancati impegno e dedizione”.
“È stato creato un contenzioso senza precedenti – osserva il segretario – (i ricorsi, ad oggi, ammontano ad oltre duemila) con la conseguenza che interi uffici dell’assessorato si occupano oramai di TAR, CGA, richieste di pareri all’Avvocatura, al Consiglio di Giustizia Amministrativa, ai rapporti con i vari organi inquirenti, alle revoche di accreditamento, ai decreti ingiuntivi, ai pignoramenti: il Dipartimento Formazione, insomma, è divenuto una sorta di organo specializzato in liti e contenziosi, impegnato in compiti diversi da quelli istituzionalmente previsti, con il risultato che, da tre anni , non si riesce a mettere in moto la formazione in Sicilia e le responsabilità politiche sono evidenti”.
“Triste constatare – sottolinea Parasporo – come anche l’attuale assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano, che appariva animato da tanta buona volontà e che, obiettivamente, qualcosa di utile ha fatto , sia caduto nella trappola mielosa e pericolosa degli enti cosiddetti nuovi che non vogliono accordi contrattuali di sistema sulle nuove assunzioni ma bensì accordi aziendali, contrassegnati da regole fatte in casa che permettono l’introduzione di criteri di scelta paragonabili alla spesa fatta al mercato”.
“La Uil Scuola non ci sta – conclude – e chiede all’assessore Marziano di adottare l’ipotesi di accordo sindacale che Flc Cgil, Cisl Scuola , Uil Scuola e Snals Confsal hanno siglato con Forma e Cenfop: vorremmo inoltre sapere per quali ragioni l’ipotesi che portiamo avanti non va bene, dal momento che garantisce il minimo indispensabile a tutela degli ultimi, ovvero quelli che sono fuori sia dai circuiti politici che clientelari”.