Immediata sottoscrizione dell’accordo siglato tra sigle sindacali e parti datoriali firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria è la richiesta che FLC Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Sicilia rivolgono al governo regionale per la risoluzione della vicenda che vede protagonisti gli operatori della formazione professionale, rimasti senza incarico.
“Già il 18 ottobre scorso venne sottoscritto un accordo quadro di indirizzo politico per la gestione della criticità occupazionale riguardante i lavoratori: un accordo definito transitorio dallo stesso assessore alla Formazione Professionale Bruno Marziano, poiché era previsto il coinvolgimento delle parti datoriali. Il 7 marzo di quest’anno – spiegano ancora i sindacati – è stato compiuto un ulteriore passo avanti, con la sigla di un’ipotesi di accordo contrattuale tra le associazioni datoriali FORMA e CENFOP e FLC Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, firmatarie del contratto nazionale di categoria della formazione”.
“Per rendere effettiva la sottoscrizione dell’accordo, concepito come trilaterale – proseguono – manca la firma dell’assessore Marziano che, congiuntamente al presidente Rosario Crocetta, aveva espresso la propria soddisfazione per l’esito raggiunto con l’auspicio che lo stesso accordo fosse siglato dalle altre organizzazioni datoriali”.
“Attendiamo di essere convocati immediatamente – si legge in una nota – e non comprendiamo il ritardo non più tollerabile da parte dell’assessore: se l’accordo non sarà siglato saremo costretti ad individuare azioni più forti di lotta nel settore della formazione professionale nell’ambito della mobilitazione della categoria”.
Una categoria, secondo i segretari di FLC Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Graziamaria Pistorino, Francesca Bellia e Claudio Parasporo “che per decenni è stata in mano a meccanismi clientelari e che, nel rispetto delle competenze richieste dai bandi, si aspetta dai finanziamenti previsti dall’Avviso 8 occupazione per i lavoratori con anzianità nel settore e competenze maturate e non nuove assunzioni, che potrebbero solo aggravare i problemi occupazionali del settore della formazione professionale”.