“L’8 dicembre ho compiuto 18 anni, un età che per molti ragazzi significa gioia, autonomia, libertà; per me un grosso interrogativo, invece. Non so cosa mi riserva il futuro; il mio amico Amin, veniva con me a scuola e dormiva con me nella comunità. Ma quando ha raggiunto la maggiore età, non può più stare qui, ed è stato trasferito in un posto lontano, un posto per maggiorenni dove non ci sono treni o autobus e, non può più frequentare la scuola. Sarà la stessa cosa per me, anch’io non potrò più studiare, non potrò vedere i miei amici, i miei compagni, i miei insegnanti. Voglio che qualcuno mi aiuti a restare, perché voglio continuare a studiare. Gli insegnanti sono bravi con me, non sono razzisti; hanno capito che siamo tutti uguali, che cambia solo il colore”.
Omar, racconta così la sua esperienza di migrante, fatta di sofferenze e di drammi vissuti attraverso il deserto e il mare, prima di arrivare a Palermo dove frequenta la scuola, il Liceo Scientifico ”Benedetto Croce” che non vuole lasciare, perché c’è la professoressa Rossella e i suoi compagni.
“Se mi trasferiscono in un posto dove non c’è treno o autobus, non posso venire a studiare, non avrò più un futuro”.
Questa è solo una delle tante storie di giovani stranieri in fuga da paesi in guerra o in miseria che sbarcano in Sicilia e a Palermo, e cercano con fatica di realizzare il proprio sogno di vita in questa terra.
“Stiamo facendo ogni sforzo possibile affinché questi ragazzi abbiano un progetto di vita, una speranza nel futuro, con l’inserimento stabile nella scuola, nella società civile. Faremo un tavolo istituzionale a gennaio presso la Prefettura di Palermo, insieme al Comune di Palermo, al mondo della scuola e alle organizzazioni umanitarie, per affrontare questa problematica, cioè il delicato passaggio alla maggiore età dei minori sbarcati qui, che per legge devono essere trasferiti in strutture per stranieri adulti, perdendo così la trama delle relazioni che hanno già consolidato e le prospettive di studio.”
Così il Prefetto di Palermo, Antonella De Miro, ha voluto raccogliere le testimonianze dei ragazzi immigrati che hanno già iniziato un percorso di inclusione sociale a Palermo.
Ricco di interventi l’incontro, promosso dalla Prefettura di Palermo, che si è svolto il 20 dicembre presso Villa Pajno, sul tema del fenomeno immigratorio e, in particolare sulla condizione dei minori non accompagnati che sbarcano in situazioni disperate nel territorio siciliano.
All’evento hanno partecipato in tanti. Quelli che sono impegnati in prima linea nelle operazioni di salvataggio, quelli che si occupano della prima accoglienza dei migranti subito dopo lo sbarco e, tutti gli attori della rete di inclusione sociale, che svolgono con impegno e dedizione un compito fondamentale per la difesa dei diritti umani e la dignità della persona umana; presenti anche le istituzioni cittadine e scolastiche.
“Gli sbarchi al Porto di Palermo sono nettamente aumentati rispetto al 2013 – ha poi aggiunto il Prefetto di Palermo, Antonella De Miro -.
Abbiamo avuto circa 21 sbarchi nel 2015, 20 sbarchi alla data del 20 dicembre 2016; per quanto riguarda la popolazione adulta possiamo parlare di circa 11 mila nel 2015 e poco più di 15 mila nel 2016. Preoccupanti i numeri dei minori non accompagnati giunti sino a qui: circa 500 nel 2015 e oltre 1500 nel 2016. Questo richiede una macchina organizzativa che coinvolge non solo le istituzioni, ma anche le organizzazioni di volontariato, il terzo settore, la scuola. Dobbiamo fare ogni sforzo possibile, collaborare, muoverci all’unisono, per un obiettivo condiviso che è quello di garantire protezione e assistenza ai minori non accompagnati che arrivano qui a Palermo e in Sicilia”.
Ampio spazio durante l’incontro è stato dato al progetto di alfabetizzazione dal nome “A scuola insieme”, in corso presso il Liceo Scientifico “Benedetto Croce, con la partecipazione di studenti e insegnanti, supportati da assistenti linguistici e tirocinanti universitari, che prevede percorsi scolastici ed extrascolastici mirati all’inclusione sociale attraverso l’apprendimento della lingua italiana e l’inserimento in classe.
Sul punto, è intervenuta la dirigente scolastica Simonetta Calafiore: “I ragazzi che vengono a Palermo, devono essere attrezzati per potere affrontare la vita dentro la scuola, ma anche fuori attraverso percorsi di conoscenza e socializzazione. Questo rappresenta una ricchezza, perché nello scambio culturale, nello scambio delle tradizioni, si cresce, nel confronto, nella vicinanza si cresce. Il programma che abbiamo attivato si basa su un percorso di alfabetizzazione, sia per gli immigrati di prima generazione, che per i minori non accompagnati; inoltre il progetto prevede, al fine di facilitare la vita di relazione dei migranti, presenti nella nostra scuola, il supporto socio-psicologico di operatori psico-pedagogici”.
Ha poi preso la parola, Sonia Lo Cascio, che rappresenta la famiglia con un‘esperienza di affido di un giovane minore straniero, Amara, proveniente dal Mali e, arrivato al porto di Palermo nel maggio 2014, all’età di dodici anni.
Di seguito, una rappresentanza di migranti, della Cooperativa “La Carità non finirà mai”, sostenuti dalla Caritas, è intervenuta al dibattito, raccontando come una volta ottenuto il permesso di soggiorno in Italia e il riconoscimento della protezione umanitaria, si possa lavorare e impegnarsi proficuamente nel territorio in attività di coltivazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
In conclusione, le note musicali suonate dai piccoli allievi del Circolo Didattico “Aristide Gabelli” hanno allietato l’evento, con brani musicali quali “Immagine”, “La vita è bella” e l’Inno di Mameli.
TrinacriaNews.eu ha intervistato Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
D: L’Europa dà sostegno a questi progetti in cui è impegnata Palermo e la Sicilia?
“Penso di potere affermare che le istituzioni europee sono responsabili del genocidio dei migranti, per la normativa assolutamente inadeguata, che viene nascosta dallo spirito di accoglienza dei siciliani, dalla grande dimensione umana di organizzazioni non governative come la Caritas e, dall’impegno di tante persone che cercano di ridurre le sofferenze dei migranti”.
D. Palermo fortemente impegnata nei progetti di accoglienza dei migranti. Quali criticità?
“Palermo è oramai una città che rappresenta un riferimento internazionale nella cultura dell’accoglienza. Siamo, però, consapevoli dei limiti che ci sono. Basti pensare appunto alla normativa europea, che fa una distinzione ipocrita e inaccettabile tra migranti economici e richiedenti asilo; bene, coloro che avrebbero diritto di avere l’asilo in Europa in base a questa normativa, li costringiamo a ricorrere a pagare mercanti di esseri umani, perché non gli consentiamo di comprare un biglietto aereo per arrivare direttamente qui. Ma cosa ci vorrebbe a mettere dieci postazioni di polizia negli aeroporti e nei porti e, quando qualcuno arriva, segnalarlo se richiedente asilo e, controllare che sia tutto regolare, invece di pagare migliaia di dollari per viaggiare, evitando così i traffici illeciti, le organizzazioni criminali, e le morti nel mediterraneo?”