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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno IV - Num. 22 - 04 maggio 2016 Politica e società

XXI Congresso Nazionale della FADOI Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti

Dal 14 al 17 maggio a Roma presso il Marriott Rome Park Hotel

di Redazione TrinacriaNews
         

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Più di 1 milione di ricoveri all’anno avvengono in reparti di Medicina Interna: il 90% di questi sono urgenti e la gran parte riguarda pazienti destinati a ricoveri ripetuti. L’impegno FADOI per la cura dei pazienti acuti e la riduzione dei re-ricoveri

Nove pazienti su dieci arrivano direttamente dal Pronto Soccorso; il 90% dei ricoveri nei reparti di Medicina Interna ha carattere d’urgenza.

Sono dati forniti da FADOI, la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, che saranno illustrati a Roma nel corso del XXI Congresso Nazionale, in programma a Roma dal 14 al 17 maggio presso il Marriott Rome Park Hotel.

Gli internisti, quindi, si trovano a dover affrontare continue emergenze con pazienti il più delle volte difficili e complessi. Un lavoro da medico in prima linea, a contatto diretto con il Pronto Soccorso. Uno studio recentemente pubblicato su Italian Journal of Medicine, e che riprende i dati nazionali relativi al 2013, analizza le schede di dimissione ospedaliere (SDO) e mette in evidenza che sul totale dei ricoveri per tutte le discipline (9.842.485), il 12% riguarda la Medicina Interna (1.186.274 pazienti).

“In Sicilia il dato sui ricoveri d’urgenza è in linea con quello nazionale – aggiunge Caterina Trischitta, Presidente regionale FADOI – con oltre il 90% dei ricoveri nelle Medicine Interne che proviene direttamente dal Pronto Soccorso. Sono pazienti polipatologici in politerapia spesso anziani, fragili, che presentano quadri di riacutizzazione delle loro malattie: insomma, pazienti estremamente complessi e difficili da gestire”.

Estrapolando altre informazioni dalle SDO, emerge che le prime dieci patologie diagnosticate sono, nel’ordine: insufficienza cardiaca, edema polmonare, polmonite, setticemia, ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), anemie, insufficienza renale, attacco ischemico transitorio (TIA), cirrosi.

“Stiamo lavorando per una nuova e corretta collocazione della Medicina Interna nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale – ha spiegato Mauro Campanini, Presidente Nazionale FADOI -. Il percorso intrapreso comprende anche la rivalutazione dei DRG (i sistemi che permettono di classificare i pazienti dimessi da un ospedale) in Medicina Interna, in modo da poter conferire alle nostre attività cliniche un adeguato peso. Così si può arrivare a una corretta valutazione delle prestazioni di ricovero in ambito internistico che non solo si svolgono quasi sempre in regime di urgenza, ma sono anche gravate dalla complessità dei pazienti e della variabilità della casistica che a sua volta si riflette sulle difficoltà della gestione clinica e assistenziale”.

La Medicina Interna, infatti, si occupa soprattutto della gestione del malato complesso, polipatologico. Si tratta di pazienti che vengono ricoverati per problematiche acute, ma che proprio in relazione alla loro complessità, alla presenza di patologie multiple e all’età spesso avanzata tendono a presentare plurimi re-ricoveri, tornando in ospedale anche tre-quattro volte l’anno.

Per questo FADOI, nel corso del Congresso Nazionale, presenterà anche un suo progetto in itinere, che consiste nell’applicazione di una cartella clinica informatizzata al momento dedicata alle malattie respiratorie croniche per il paziente dimesso dall’ospedale.

Con la cartella informatizzata del paziente e una migliore gestione integrata domiciliare, FADOI prevede che si possa arrivare a ridurre sensibilmente il numero di re-ricoveri. Una riduzione che gioverebbe non poco al paziente e al Sistema Sanitario Nazionale.

Questi alcuni dei temi che saranno affrontati durante i quattro giorni del XXI Congresso Nazionale FADOI, che darà ampio spazio anche ad altri argomenti come la necessità di una sanità nazionale oltre che territoriale, le malattie rare sempre più diagnosticate proprio dai medici internisti, i nuovi farmaci per la cura della BPCO (quarta causa di morte in Europa e negli Usa) e delle malattie cardiovascolari, le nuove terapie dell’epatite virale, e le più recenti acquisizioni nell’ambito del trattamento del diabete.

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