Palermo, 30 aprile 2016 È stato ricordato, al Teatro Biondo di Palermo, il 34° anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.
Il messaggio del Capo dello Stato – “Pio La Torre ha testimoniato con il suo impegno politico che le mafie, con il loro disegno di sottomettere le funzioni pubbliche e la società possono essere duramente colpite ogni volta che si realizza una convergenza tra le forze migliori della comunità”. Così il Presidente della Repubblica ha voluto ricordare il dirigente comunista in un messaggio inviato al Centro Pio La Torre in occasione della manifestazione per l’anniversario della sua uccisione e di quella di Rosario Di Salvo.
“Gli anticorpi alle mafie ci sono: dobbiamo svilupparli e fare in modo che operino insieme – scrive ancora Mattarella – in alleanza tra loro. Tanto più questo principio vale oggi, quanto più diffusi sul territorio nazionale sono i tentativi di condizionamento e di infiltrazione.
I giovani sono il nostro futuro. Tocca anche agli adulti aiutarli a liberare la loro speranza, farla diventare contagiosa e costruire insieme una società libera dalle organizzazioni criminali, dalla loro influenza, dalla corruzione che cercano di alimentare”.
“Sconfiggere le mafie è possibile – scrive ancora il Capo dello Stato -, oltre ad essere una necessità vitale per l’equilibrio e lo sviluppo del Paese. Per raggiungere questo obiettivo, accanto al lavoro delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell’ordine, è necessario che i cittadini avvertano di essere partecipi e protagonisti dei cambiamenti sociali, che il rispetto della legalità si affermi nell’esperienza quotidiana, oltre che nella prassi delle amministrazioni”.
Numerose le rappresentanze istituzionali presenti – A ricordare La Torre e Di Salvo erano presenti numerose rappresentanze sociali e istituzionali. I figli delle due vittime, Tiziana Di Salvo, figlia di Rosario e Franco La Torre, figlio di Pio; Rosario Crocetta, presidente della Regione; Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars; Leoluca Orlando, sindaco di Palermo; Don Corrado Lorefice, vescovo di Palermo e Adam Darawsh, presidente della Consulta delle Culture. Presenti inoltre anche numerosi sindaci dei comuni della provincia con i loro gonfaloni.
Intervento del presidente ARS Giovanni Ardizzone
“Noi che abbiamo incarichi, non soltanto i politici, ma anche gli insegnanti, i magistrati, tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche, fanno fino in fondo il loro dovere? Siamo tutti abituati a sentire i maestri ma sono pochi i testimoni e questo lo diceva Paolo VI Oggi in prima pagina leggere che un poliziotto è stato accerchiato mi fa capire e mi fa venire la voglia di gridare che c’è ancora molto da fare anche se questo succede a Napoli, ma questo non ci consola. Allora bisogna intervenire e aveva ragione Gesualdo Bufalino, più insegnanti nelle scuole elementari perché è un problema culturale. La magistratura interviene perché è diventato un fatto patologico. E noi in ARS abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo? No, non l’abbiamo fatto. Vorrei dire a Vito Lo Monaco, come si combatte la mafia, la criminalità? Liberando la gente dal bisogno, sia la legge sulle nuove povertà, sul reddito minimo come insiste il presidente della regione, altrimenti saremo noi a consegnare i giovani nella mani dei criminali e dei mafiosi. Vorrei ringraziare la presidente della commissione antimafia che si è buscata una querela perché pochi giorni prima delle elezioni dei consigli regionali d’Italia è andata a sindacare le liste, cosa che non ha fatto la politica, secondo me lei ha fatto bene, non so se era sua competenza, ma ha detto che c’erano tra i candidati degli impresentabili.
Ho preso un anno fa un impegno su istanza della associazione ex parlamentari siciliani e lì c’è tanta buona politica, di intitolare la Sala Gialla dell’ARS a Piersanti Mattarella, accanto c’è la Sala Rossa e quella Sala Rossa va intitolata a Pio La Torre, due grandi uomini che sono stati all’interno del Parlamento regionale che, nonostante tutto, mi onoro di presiedere”.
I 40 anni dalla Relazione di minoranza – Il 4 febbraio 1976 fu approvata la relazione di minoranza della Commissione nazionale di inchiesta sulla mafia firmata, tra gli altri, da La Torre e da Cesare Terranova. Un testo capostipite dell’attuale legislazione antimafia italiana. L’on. Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, annuncia che la Commissione Antimafia ha approvato all’unanimità la ristampa del testo di quella relazione. “Si può dire adesso che questa non sia più una relazione di minoranza e per questo ringrazio tutte le forze politiche. La lotta alla mafia era, al tempo di La Torre, uno strumento di lotta politica, l’ambizione di oggi è quella di unire tutte le parti politiche per combattere insieme la lotta alla mafia”.
“La relazione è estremamente attuale – continua la Bindi – in un passaggio i relatori scrivono come ‘la compenetrazione tra potere politico e mafia sia avvenuta storicamente come risultato di un incontro voluto da tutte e due le parti. Oggi questa riflessione dobbiamo farla ancora nostra, perché se ancora le mafie non sono state sconfitte è perché non si è ancora reciso quel nodo tra la mafia e la politica, la finanza e tutte le forme di potere”.
Anche il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, concorda sulla straordinaria attualità di quella relazione: “Il testo è stato scritto nel 1976 ma potrebbe essere stato redatto anche oggi, con gli adattamenti che la mafia ha saputo crearsi nell’evoluzione della società moderna. Sostituendo la proprietà terriera all’imprenditoria i concetti restano uguali. La mafia utilizza il malcontento popolare per fini contrari all’interesse del popolo siciliano”.
Per Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi Pio La Torre: “quella Relazione fu la madre della legge Rognoni-La Torre, approvata nel 1982 dopo l’uccisione di Dalla Chiesa e diventò il caposaldo della legislazione antimafia italiana, la più avanzata a livello mondiale nel contrasto alla criminalità organizzata. Oggi occorre rafforzare gli strumenti di contrasto: perché da due anni e mezzo il ddl d’iniziativa popolare per tutelare il lavoro nelle aziende confiscate non è ancora approvato? Perché non si potenziano gli strumenti e i mezzi della giustizia come rivendicato dai magistrati, dagli avvocati, dal movimento antimafia? Perché non si rimuove senza aspettare la solita campagna di polemiche la prescrizione breve per i reati di corruzione, brodo di coltura di ogni mafia? Perché i codici etici antimafia non vengono resi cogenti dai partiti? Perché non si combatte la corruzione, la diseguaglianza sociale, la povertà che forniscono l’acqua ai mafiosi-pescecani? Perché all’Ars non si discute ancora quel ddl di iniziativa popolare contro la povertà promosso dal Centro Studi e da un ampio cartello di forze sociali, culturali e religiose?”.
Uno spettacolo in memoria di La Torre – Durante la mattinata gli studenti di alcune scuole superiori palermitane hanno messo in scena “Pio La Torre. Orgoglio di Sicilia”, atto unico scritto e donato al Centro Pio La Torre da Vincenzo Consolo. Presente in teatro anche Caterina Pilenga, vedova di Consolo.
Sono stati inoltre presentati due brani inediti dedicati a Pio La Torre: “30 aprile 1982”, il cui testo è stato scritto da Gabriello Montemagno e la musica arrangiata ed eseguita da Daniele Prestigiacomo. Canzone cantata da un coro formato dai ragazzi del liceo Kihoara di Palermo e “Spettatore” scritta dal professore Roberto Lopes ed eseguita dai ragazzi del Liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo.
34 anthurium bianchi alla lapide – Una delegazione delle rappresentanze istituzionali si è recata in via Li Muli, dove sono stati deposti 34 anthurium bianchi, simbolo di amore e amicizia, davanti alla lapide commemorativa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, dagli studenti delle cinque scuole che l’hanno adottata e pulita: l’elementare “Ragusa-Moleti”, l’I.C “Pestalozzi-Cavour”, l’ICS Perez – Madre Teresa di Calcutta, l’IIS Vincenzo Ragusa-Otama Kiyohara, Filippo Parlatore, l’ITET “Pio La Torre”.
Gli eventi in ricordo di La Torre – La manifestazione di oggi è stata preceduta da altre significative tra le quali vanno segnalate quella di S.Angelo di Brolo, la cui amministrazione ha intitolato una strada a Pio La Torre; quella di Tusa, ricordando il 50° anniversario di Carmelo Battaglia, ultima vittima di mafia delle lotte agrarie; l’intitolazione di una scuola di Milano a Pio La Torre e Rosario Di Salvo alle cui cerimonia il Sindaco Orlando e il presidente del Centro Studi sono intervenuti tramite video-conferenza. Il 20 maggio, poi sarà intitolata a La Torre la Biblioteca dell’Istituto Comprensivo “Pestalozzi- Cavour” di Palermo e inaugurata la mostra fotografica dedicata a Pio e donata dal Centro all’ITET Pio La Torre di Palermo.