Palermo 28 aprile 2016 – Il 1° Maggio ricorre il 69° anniversario della strage di Portella della Ginestra. Come ogni anno, la Cgil, quest’anno assieme alla Filctem, organizza la festa del lavoro a Portella per ricordare le vittime della strage del 1° maggio 1947.
La Carta dei diritti universali del lavoro, la condizione dei lavoratori, contrattazione, occupazione, pensioni: sono questi i temi che caratterizzeranno la giornata. La commemorazione parte alle 8.30 al cimitero di Piana, dove quest’anno per la deposizione dei fiori sarà presente il presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, che nel luogo dove sono sepolte le vittime della strage terrà il suo intervento. Alle 9,30 concentramento alla Casa del Popolo di Piana degli Albanesi. Lungo il corso saranno allestiti i banchetti della Cgil per la raccolta delle firme per la Carta dei diritti universali del lavoro, la mobilitazione che la Cgil sta portando avanti in tutte le piazze d’Italia per il disegno di legge di iniziativa popolare per un nuovo Statuto dei lavoratori. Presso i banchetti si potrà firmare per la “Carta” e per i tre quesiti referendari che la rafforzano e che riguardano l’abolizione dei voucher, i licenziamenti, per tornare ad ampliare le possibilità di reintegro e la responsabilità solidale negli appalti.
La manifestazione prosegue con il corteo che partirà alle 10 diretto al Memoriale di Portella della Ginestra. Sarà presente lo striscione di Almaviva con i lavoratori del call center, impegnati nella vertenza sul loro futuro e saranno presenti i lavoratori del settore energia, chimica, di Eni, Enel dell’acqua e del gas e del manufatturiero, organizzati dalla Filctem Cgil, con delegazioni provenienti da tutte le province siciliane.
Alle 11,30 dopo i saluti del segretario della Camera del Lavoro di Piana, Antonio Fucarino, terranno gli interventi il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario nazionale Filctem Cgil Emilio Miceli. Altri banchetti per le firme saranno allestiti presso il sasso di Barbato.
“Il lavoro è la chiave per l’emancipazione delle persone. La nostra sfida – dichiara il segretario Enzo Campo – è quella di ricostruire, con il nuovo Statuto, i diritti di dignità, libertà e giustizia per tutti coloro che popolano il mondo frammentato del lavoro, riconoscendo il lavoro come valore e ribaltando il concetto di subalternità del lavoratore. Oggi, in nome di questa sfida, ripercorriamo la stessa strada dove 69 anni fa fu interrotta col sangue la battaglia per l’emancipazione del movimento dei contadini e dei lavoratori. E oggi con noi ci saranno a Portella i lavoratori di Almaviva per rappresentare in modo emblematico, con la lotta di chi oggi impersona la nuova classe operaia povera di Palermo, la rivendicazione per un diritto, quello al lavoro, e a un lavoro duraturo e di qualità, che non può più essere sottratto. La competitività delle imprese non può essere giocata sulla pelle di questi lavoratori”.
“E’ una manifestazione molto sentita e per molti lavoratori del settore energetico e chimico e manifatturiero sarà l’occasione per partecipare per la prima volta direttamente a un evento che ha un grande rilievo storico e di grande suggestione emotiva- dice il segretario Filctem Cgil Palermo Francesco Lannino – Il nostro è un settore in profonda trasformazione, dove si richiede la massima attenzione delle istituzioni per il rispetto degli accordi di ristrutturazione, bonifica, sicurezza e dei diritti dei lavoratori”.
PIAZZA MAGIONE – Nel pomeriggio la festa dei lavoratori si sposta a piazza Magione dove la Rete degli Studenti Medi e l’Udu (Unione degli Universitari), insieme alla Cgil, organizzano quest’anno un’intera giornata di musica, intrattenimento e aggregazione all’insegna del lavoro e dei diritti. Ad alternarsi sul palco per tutta la giornata, Lello Analfino from Tinturia, Tre Terzi, The Smuggler Brothers, La Banda di Palermo, i Medea, The Fancies, i Mantropia, i Malaseno e tanti altri gruppi e djs. Nella piazza saranno allestiti stand per per la raccolta firme per la “Carta dei diritti universdali dei lavoratori” oltre a posti di ristoro e stand espositivi di prodotti artigianali e di agricoltura biologica. “La piazza – dicono gli organizzatori – farà da megafono a contenuti che richiamano la storia dei movimenti sindacali e dei lavoratori, ripercorrendone le battaglie e le conquiste, gettando uno sguardo sul presente incerto del mercato del lavoro e dell’identità dei lavoratori nel nostro tempo e provando a rilanciare attraverso un’idea di futuro in cui proviamo ad essere protagonisti, che riesca a dare speranze alla futura classe di lavoratori che siamo noi giovani in formazione”. Durante la giornata anche una mostra dei manifesti del Primo Maggio della Cgil dal 1945 ad oggi. Interventi e testimonianze dal palco e in diretta streaming.
SCHEDA SUL PRIMO MAGGIO – Il 1º maggio 1947, nell’immediato dopoguerra, si tornava a festeggiare la Festa dei lavoratori, che – si ricorderà – era stata spostata dal regime fascista al 21 aprile, ossia al Natale di Roma. Circa duemila lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello, in prevalenza contadini, si riunirono nella vallata palermitana di Portella della Ginestra per manifestare contro il latifondismo, a favore dell’occupazione delle terre incolte e per festeggiare la vittoria del “blocco del popolo” nelle elezioni del 20 aprile per l’Assemblea regionale siciliana, nelle quali la coalizione Pci-Psi aveva conquistato 29 rappresentanti (con il 29% circa dei voti) contro i soli 21 della Democrazia Cristiana (crollata al 20% circa). Improvvisamente dal monte Pelavet partirono sulla folla in festa numerose raffiche di mitra, che si protrassero per circa un quarto d’ora e lasciarono sul terreno undici morti (nove adulti e due bambini) e ventisette feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate. Nel mese successivo alla strage di Portella della Ginestra, avvennero attentati con mitra e bombe a mano contro le sedi del Pci di Monreale, Carini, Cinisi, Terrasini, Borghetto, Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello, provocando in tutto un morto e numerosi feriti: sui luoghi degli attentati vennero lasciati dei volantini firmati dal bandito Salvatore Giuliano che incitavano la popolazione a ribellarsi al comunismo. La Cgil proclamò lo sciopero generale, accusando i latifondisti siciliani di voler “soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori”. Solo quattro mesi dopo si seppe che a sparare a Portella della Ginestra e a compiere gli attentati contro le sedi comuniste erano stati gli uomini del bandito separatista Salvatore Giuliano, ex colonnello dell’ E.V.I.S.(Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia), una formazione paramilitare clandestina. Il rapporto dei carabinieri sulla strage faceva chiaramente riferimento ad “elementi reazionari in combutta con i mafiosi”.