Bruxelles 23 Ottobre 2015 – Un momento di confronto concreto per permettere passi in avanti nella lotta alle mafie in Europa. Così l’europarlamentare Ignazio Corrao esordisce all’incontro da lui organizzato in parlamento europeo a Bruxelles dal titolo Transnational fight against mafia type organisations – State of play and perspectives ricordando la Giornata europea della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti della criminalità organizzata.
Alla tavola rotonda hanno partecipato tra gli altri, il magistrato della Direzione Nazionale Antimafia (DNA) Filippo Spiezia, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) rappresentata dal generale Adelmo Lusi, il magistrato Teresa Camelio per Eurojust e il maggiore David Ellero per Europol. Per la Commissione europea presente la Direzione Generale affari interni Anabela Gago.
Dall’incontro cui hanno preso parte le parlamentari europee Laura Ferrara EFDD ed Elly Schlein S&D, sono emersi gli spunti e le priorità che dovranno essere portate avanti per aumentare l’efficacia delle autorità investigative e giudiziarie sia a livello nazionale che a livello europeo.
La lotta al crimine organizzato è tra le nostre priorità politico parlamentari – ha spiegato Corrao – prova ne sono i risultati politici che sono stati raggiunti in questo primo anno con il contributo se non addirittura il fondamentale ruolo propositivo della delegazione (costituzione intergruppo ITCO su trasparenza, crimine organizzato e corruzione nel marzo 2014, con ruolo di vice-presidente; assegnazione rapporto di iniziativa di follow up della CRIM a Laura Ferrara come relatrice). Noi abbiamo ripreso alcune priorità evidenziate nei precedenti atti del PE e su questo stiamo costruendo percorsi di pressione politica e parlamentare, in materia disequestro e confisca dei beni e di miglioramento della cooperazione investigativa e giudiziaria.
Tutte le organizzazioni criminali operano ormai da anni a livello globale. I singoli Stati europei, invece, non hanno ancora un approccio integrato sul piano del contrasto giudiziario e investigativo. Per colmare questo scarto serve un impegno molto forte da parte delle istituzioni europee e delle strutture di coordinamento.
Presente anche la parlamentare eletta nel gruppo S&D, Elly Schlein. E’ necessario mettere in comune in Europa le buone pratiche nella lotta alla mafia: in Italia, ad esempio – ha ricordato Schlein – è normale confiscare i beni senza una sentenza, come misura preventiva. In altri Paesi, invece, queste misure non esistono. Per non parlare del riciclaggio: per un boss è molto più facile riciclare denaro all’estero che in Italia. Punto rilanciato con forza da Filippo Spiezia (Dna): In Europa registriamo moltissime criticità: per noi è molto più facile fare operazioni di copertura in America Latina che in un Paese dell’Ue. E’ necessario – ha aggiunto – un regime giuridico omogeneo, meno formalismo tra autorità di Polizia e una rete di punti di contatto specializzata in lotta alla criminalità organizzata“. Sulla stessa linea l’intervento di Adelmo Lusi (Dia).
L’Italia – sottolinea David Ellero (Europol) – ha a sua disposizione misure investigative che non esistono nel resto della Ue: basti pensare alla certificazione antimafia assente all’estero, o perfino il reato di associazione mafiosa che non sempre compare nei codici degli altri Paesi. I gruppi criminali ovviamente sfruttano al meglio queste differenze. Non è più possibile perseguire questi reati come singoli Paesi ma come Unione europea. Assieme ad altri europarlamentari – ha ricordato infine Corrao – ho ottenuto la creazione dell’intergruppo del Parlamento europeo sulla criminalità organizzata, la corruzione e la trasparenza (ITCO) per continuare il lavoro politico iniziato dalla Commissione Speciale CRIM su questi temi.