Il contenuto della conversazione, intercettata dagli inquirenti, tra il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, ed il suo medico personale Matteo Tutino, arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di falso, abuso d’ufficio, truffa e peculato, apre uno spaccato inquietante sulla realtà politica siciliana, che ancora oggi, nella migliore delle ipotesi, fatica a prendere le distanze dalla sotto-cultura mafiosa. E’ agghiacciante il fatto che il presidente Crocetta sia rimasto impassibile di fronte alla considerazione espressa dal suo interlocutore, secondo cui Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso da Cosa Nostra, dovrebbe essere fatta fuori come suo padre.”. E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia, che prosegue: “Bene ha fatto Lucia Borsellino a lasciare la giunta Crocetta. Ritengo che sul presidente della Regione Sicilia, terra impoverita e devastata dalla mafia e bagnata dal sangue di tanti che l’hanno combattuta, non debbano esserci ombre di collusioni, connivenze, anche solo di una malcelata tolleranza verso espressioni di malaffare o peggio di criminalità. Non si può non reagire di fronte a chi auspica la morte di una donna impegnata nelle Istituzioni, che porta il nome di un magistrato che ha sacrificato la propria vita per combattere la mafia. Io credo che debba essere verificata l’estraneità del presidente della Regione a relazioni illecite con un soggetto come Tutino, su cui pendono le gravi accuse della magistratura, ma ritengo che una prima immediata risposta Crocetta debba darla ai siciliani, dimettendosi immediatamente dal proprio incarico, e scusandosi pubblicamente per il suo comportamento indegno di chi è stato chiamato dai cittadini a costruire per la propria terra un futuro di sviluppo, di legalità, di rifiuto di ogni forma di criminalità”.