Palermo – É stata una celebrazione solenne, quella che si è svolta alle ore 18.00 di lunedì 23 giugno presso la basilica di San Domenico in Palermo, in occasione dello svelamento del feretro monumentale del magistrato Giovanni Falcone. Il pantheon degli uomini illustri che ospita le spogli di Crispi, Finocchiaro Aprile, Pitrè o Ruggiero Settimo, per volere di tutto l’Ordine dei Frati Domenicani, d’ora in avanti accoglierà le spoglie del più noto giudice assassinato brutalmente dalla mafia negli anni di piombo alla lotta contra la criminalità organizzata. In realtà la salma di Falcone, era stata traslata in gran segreto, alcune settimane prima (3 giugno), massicciamente scortata dal cimitero di S. Orsola, dove era sita dagli anni Novanta, sino alla chiesa di San Domenico luogo in cui ha finalmente trovato più degna dimora.
L’importante evento si è svolto a 23 anni dalla “strage di Capaci” (23 maggio 1992) alla presenza delle più alte autorità civili, militari e religiose della città, giunte qui per rendere ancora una volta omaggio ad un grande eroe della patria che ha sacrificato la propria vita per la libertà e la giustizia.
Falcone oggi riposa in un semplice sepolcro di marmo, posto in un’abside della navata laterale destra, nella zona antistante il monumento dedicato al celebre giurista Emerico Amari, e qui è stato posto per volontà del Priore Domenicano, padre Sergio Catalano, in rappresentanza dell’intero Ordine palermitano, il quale ha affermato: Sono felice di essere riuscito in questo intento e un grazie particolare va alla famiglia Falcone e alla Fondazione che porta il suo nome, per avere accolto questa iniziativa che ha consegnato alla collettività le spoglie del loro caro». Seduti tra le prime file dei banchi della chiesa nella navata centrale, le sorelle di Giovanni Falcone, Anna e Maria, Rita e Lucia Borsellino, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il procuratore Franco Lo Voi, il questore Guido Nicolò Longo e il presidente della commissione antimafia Rosy Bindi. A celebrare la messa è stato l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, che durante l’omelia oltre a ricordare i giudici uccisi nelle stragi del 1992, ha ricordato anche Don Pino Puglisi, affermando «Il futuro è nelle nostre mani e dobbiamo pertanto impegnarci per consegnarlo alle generazioni future. Questa messa sia per noi impegno concreto per il bene Comune. Il mio pensiero, oggi, va a tutti coloro che hanno rischiato la vita nel nome dello Stato di diritto e della dignità umana.
Il nuovo sepolcro in cui riposeranno le spoglie del magistrato, è stato progettato e ideato dagli architetti Filippo Amara, Sabina Branciamore e Giuseppe Maurizio Alessi ed è stato realizzato grazie alla partecipazione del gruppo industriale Finmeccanica.
Ai lati della tomba, inoltre, sono state affiancate due lapidi commemorative, dedicate alla moglie Francesca Morvillo, al giudice ed amico di sempre Paolo Borsellino e agli uomini della scorta: Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano. Una volta terminata la messa, la pietra tombale così come le lapidi,fino a quel momento coperte da lunghi manti bianchi sono state svelate dalla vedova Montinari e dalle sorelle di Giovanni Falcone per essere onorate, baciate e arricchite di fiori policromi, portati lì da centinaia di palermitani e di turisti incuriositi dall’evento.