Palermo, 4 mag- “Al governo chiediamo un decreto urgente per assumeretutti i precari della scuola e ulteriori investimenti per migliorare laqualità dell’offerta formativa. Dalla Sicilia, regione col 25% didispersione scolastica, la logica del ddl sulla ‘Buona scuola. appareancora più miope. Qui infatti abbiamo problemi di tutti i tipi e nessunodi questi viene affrontato: da quello del tempo scuola a quelli cheriguardano la sicurezza degli edifici o le classi sovraffollate e nonultimo quello di 20 mila precari che aspettano da troppo tempo”. Lo diceil segretario generale della Flc Cgil Sicilia, Giusto Scozzaro, allavigilia dello sciopero generale della scuola proclamato da 5 siglesindacali per domani. Una mobilitazione alla qualei sindacatisiciliani prevedono una grande partecipazione. “Lo scontento è infattigrande- rileva Scozzaro- rispetto a un progetto che non rende chiaroquale profilo di scuola si voglia affermare, del quale noi chiediamo lamodifica radicale. Occorre cancellare –aggiunge -gli enormi poteriattribuiti ai dirigenti, stralciare il piano di assunzioni, tornare auna scuola democratica e partecipativa”. In Sicilia le manifestazionisaranno due, con la partecipazione di tutte le città dell’’isola: una aPalermo, l’altra a Catania. Nel capoluogo il concentramento sarà alle 9a piazza Marina da dove partirà il corteo che attraverserà corsoVittorio, via Roma, via Mariano Stabile, via Ruggero Settimo perfermarsi in piazza Verdi, dove sul palco parleranno studenti, precaridella scuola e i segretari nazionali dei sindacati organizzatori. ACatania concentramento, sempre alle 9, in piazza Europa e corteo cheattraverserà Corso Italia fermandosi a piazza Roma, dove parlerà ilsegretario della Flc Sicilia, Giusto Scozzaro e i segretari nazionalidelle altre sigle. Scozzaro rinnova comunque l’appello allapartecipazione e lo rivolge non solo al personale della scuola ma aicittadini, ai giovani, a genitori, “a tutti colori che hanno a cuore lesorti della scuola pubblica e che credono che l’istruzione sia una deipilastri della democrazia e della crescita civile di un paese, che nonpossono dunque accettare la logica ragionieristica e peggiorativa cheanima il progetto del governo”.