Palermo – Venti palermitani rappresentanti delle etnie presenti in città, ognuno a terra sotto un albero dell’Orto Botanico di Palermo e lei, Regina José Galindo, tra le più importanti artiste contemporanee e performer internazionali, vincitrice del Leone d’Oro alla 51. Biennale di Venezia come migliore giovane artista, ancora una volta con il silenzio del suo corpo nudo, per affermare che ogni individuo ha il diritto di muoversi liberamente, di cercare una vita migliore per sé, per la propria famiglia e per i propri figli.
“Mi ha emozionato e toccato profondamente – dice l’artista – la frase contenuta nella Carta di Palermo la migrazione come sofferenza e la mobilità come diritto umano e allora mi chiedo come sia possibile che le frontiere non esistano per far passare droga e armi e diventino insormontabili per gli esseri umani. Io ho un forte senso politico ma non mi considero un’attivista, sono un’artista, una poetessa che non vuole dare risposte, non vuole giudicare, voglio fare domande come stimolo per riflettere su tematiche molto attuali. La performance non è ispirata alla tragedia di questi giorni ma allude a tutte le tragedie del passato, in particolare nasce dalla tragedia dell’emigrazione che vive il mio Paese per estendere le riflessioni a tutte le realtà contemporanee”.
Oggi il progetto che vede l’artista guatemalteca a Palermo, coordinato da Antonio Leone, prosegue con l’inaugurazione della mostra Estoy Viva ai cantieri culturali alla Zisa alle 18,30. Sarà aperta al pubblico da domani fino al prossimo 28 giugno.
“È la più ampia antologica mai realizzata finora su Regina José Galindo – dice Eugenio Viola che l’ha curata insieme a Diego Sileo – è stata ripensata rispetto all’esposizione dello scorso anno al PAC di Milano. È una mostra non facile perché le azioni di Regina non compiacciono se stessa né coloro che sono destinati ad assistervi. C’è un corto circuito stridente tra la sua fisicità delicata e la forza delle sue azioni. Il suo lavoro procede dal particolare al generale portandoci a riflettere sull’eccesso di violenza nella società contemporanea.”
Accanto ad alcune delle azioni più conosciute di Galindo (come Quien puede borrar las huellas?, 2003; Perra, 2005; Looting, 2010), anche una serie di lavori mai visti prima in Italia (come Proxémica, 2003; Verstecken, 2014), le foto della controversa performance Estoy viva realizzata al PAC di Milano nel marzo del 2014, e la première assoluta del video della performance Combustible, svoltasi nella Repubblica Domenicana nell’estate del 2014. Articolata in cinque sezioni tematiche (Politica, Donna, Violenza, Organico e Morte), la mostra si sviluppa lungo un corpus di opere costituito da oltre sessanta lavori tra video, fotografie e sculture. Cinque sezioni per un percorso costruito attraverso cortocircuiti visivi ed emotivi, che mettono lo spettatore a confronto con le paure umane, con le proprie incertezze e i propri errori.
“L’arte di Regina Josè Galindo ci pone riflessioni legate alla realtà che viviamo sempre più drammaticamente nel Mediterraneo – afferma l’Assessore alla cultura del Comune di Palermo Andrea Cusumano – il viaggio è presente nella performance di Regina attraverso i performer che vengono dalle varie culture nazionali presenti a Palermo, come fonte di ricchezza, di ampliamento della conoscenza e soprattutto come costruzione di storia perché senza scambio e senza cultura esiste solo un presente che non può andare avanti. È un onore avere qui la sua presenza che ci consente di mandare in modo ancora più forte all’Europa il nostro messaggio espresso nella Carta di Palermo.”
L’intera iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, da Arcigay Palermo e Palermo Pride in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e il Padiglione D’Arte Contemporanea. L’ideazione e il coordinamento progettuale sono di Antonio Leone, l’organizzazione di ruber.contemporanea.
BIOGRAFIA
Regina José Galindo è nata nel 1974 in Guatemala dove vive e lavora.
Tra le mostre: le partecipazioni alla Biennale di Venezia (2011 e 2005); alla Biennale di Lubiana e di Sharijah (2011); ad ARTIUM – Centro Museo Vasco de Arte Contemporaneo, Vitoria- Gasteiz (2011); al Migros Museum, Zurigo (2010); al Museo Madre, Napoli (2010); alla 17 Biennale di Sidney (2010); all’Haus der Kulturen der Welt, Berlino, 2010; alla Kunsthalle Exnergasse di Vienna (2010); al MAM – Miami Art Museum, Miami (2009); al Centre Georges Pompidou (2009); alla 10 Bienal de la Habana, Cuba (2009). È stata premiata con il Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2005 come migliore giovane artista.