Palermo, 10 apr. La giunta ieri ha approvato il bilancio definitivo.”Il bilancio è in equilibrio attraverso i tagli agli sprechi. Vengono garantite le risorse per i lavoratori e per i precari, i trasferimenti ai comuni confermando la spesa di investimento e sostanzialmente le entrate correnti, sulla base anche delle riduzioni dei costi della politica previste da appositi articoli che entreranno a far parte del ddl sui liberi consorzi,che dovranno essere riconfermati successivamente, quando verrà discussa la legge dopo l’approvazione bilancio”. Lo dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
“Tra gli atti approvati, 37 milioni di euro per la formazione professionale.Lo stanziamento copre il bando della terza annualità la cui copertura deriva dafondi Pac restituiti dal governo nazionale, che permetterà di avviare tutti icorsi e, conseguentemente, superare la crisi occupazionale del settore. Importante azione di sblocco per gli investimenti a favore di piccoli comuni dai 5.000 ai 30.000 abitanti con diverse linee di intervento e interventi a favore delle forze dell’ordine per la ristrutturazione delle caserme. In pratica – aggiunge il governatore – si darà il via libera ai piccoli comuni per effettuare opere di manutenzione, ristrutturazioni di scuole e edifici pubblici, con misure che favoriscono le realtà locali più piccole, per incentivare il lavoro. Si passa da una cifra iniziale di 20 milioni che arriverà poi a 60, attraverso una riprogrammazione delle economie da parte dell’assessorato Infrastrutture.Per i comuni inoltre sono previste riserve sui fondi nazionali ed europei e pertanto non vi saranno tagli. La polemica sui 350 milioni è completamente priva di fondamento, il tema infatti è legato ad accordi formali in dirittura d’arrivo. Per i 350 milioni, è previsto un accordo con la Cassa depositi e prestiti, che potrà essere concluso dopo l’approvazione del bilancio, quindi sono certi. Per quanto riguarda i 260 milioni, si tratta di una tantum dovuta dallo Stato relativamente al trasferimento del calcolo delle buste paga dei dipendenti dello Stato in altre regioni. Su questo – conclude il presidente – c’è la rassicurazione del governo nazionale e nelle prossime settimane verrà definito tutto”.
Molto polemica la CGIL Sicilia su come concordato con Roma con la Giunta Regionale per chiudere il bilancio:
“Trovati i soldi per il bilancio? Certo, ma ancora una volta con una manovra di politica economica ottusa che costerà molto alla Sicilia, che non potrà così né uscire dalla crisi, né crescere”. E’, infatti,drastico il giudizio del segretario generale della Cgil Sicilia, MichelePagliaro, sull’operazione concordata con Roma che ha dato modo allagiunta regionale di chiudere il bilancio. Un giudizio che va a colpire direttamente anche il governo nazionale che “ invece di risolvere davvero i problemi della Sicilia, promuove un intervento mediocre, il cui risultato sarà un ulteriore scippo di risorse per lo sviluppo”.
Fatti i conti, la Cgil rileva che la metà dei quasi 3 miliardi recuperati “sono in realtà sottratti agli investimenti. Infatti, 585 milioni derivano dalla cessione di quote del patto di stabilità ad altre regioni, cosa che – osserva il segretario della Cgil – chiarisce anche che evidentemente la regione pensa di non potere chiudere con la programmazione 2007/2013. Altri 934 milioni – aggiunge Pagliaro – derivano invece da Pac e Fsc, si tratta cioè di potenziali risorse sottratte agli investimenti. Entrambe le quote andranno a compensare quello che la Regione versa allo Stato per la Finanza pubblica ma il risultato incontrovertibile – sottolinea il leader della Cgil – è che si tagliano gli investimenti per coprire la spesa corrente, irrigidendo ancora di più il bilancio”.
Pagliaro parla dunque di “situazione drammatica, perché in questo modo,senza investimenti, sarà veramente difficile fare crescere il Pil della regione e ci si ritroverà a confrontarsi con una situazione economica e sociale sempre più difficile”.
Di fatto, rileva la Cgil, “delle risorse recuperate solo 900 milioni derivanti dal recupero dell’Iva e dell’Irpef, sono risorse vere che si aggiungono ai 150 milioni del nuovo mutuo e ai 150 milioni che vengono dallo slittamento delle rate di mutuo sino al 2017. Le altre provengono da spostamenti da parte di governi che non hanno ancora capito – conclude Pagliaro – che il gioco delle tre carte è un’operazione dal respiro corto”.