Palermo – L’eurodeputato Michela Giuffrida ha incontrato amministratori e imprenditori nell’aula consiliare del municipio di Palermo. Ha discusso con Alessandro Albanese, Presidente di Confindustria Palermo, Marcello Minio, sindacalista di Cobas/Codir, Salvatore Orlando, Presidente del Consiglio Comunale di Palermo, Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, Giovanna Marano, assessore comunale alle attività produttive.
Posto che nel corso della nuova programmazione 2014-2020 gli enti pubblici potranno usufruire dei contributi dell’Ue al fine di accrescere l’efficienza istituzionale, migliorare la qualità dei servizi pubblici e l’utilità di progetti di politiche sociali, cultura e turismo, istruzione, in tale sede ci si è chiesti qual è l’approccio giusto per accedere ai fondi. L’auspicio espresso da Salvatore Orlando si è orientato alla realizzazione di iniziative che conducano gli Enti Locali, unitamente ad enti che si occupano di programmazione e chi opera nel territorio, a realizzare azioni generatrici di crescita ad ampio raggio, dal lavoro all’offerta dei servizi per la collettività locale.
Michela Giuffrida, ha esposto un quadro riassuntivo delle opportunità che questa offre ai suoi Stati membri, specie alle regioni che soffrono maggiormente dal punto di vista economico e congiunturale, l’attuale crisi. Il riferimento ai Fondi comunitari, che costituiscono un terzo dell’intero Bilancio che l’UE gestisce, secondo la Giuffrida è una grande opportunità. La nuova strategia generale dell’UE 2020 che ha tre parole d’ordine per la crescita UE – intelligente, inclusiva, sostenibile – contiene tutti i punti che, attraverso una sana ed efficace programmazione, può portare alla fine del 2020 ad un comune standard – accettabile – di crescita delle sue regioni, considerato che alcune di esse, tra cui la Sicilia, sono ancora molto lontane. La crescita dell’Europa passa attraverso lo sviluppo delle sue regioni. E le sue politiche economiche e di sviluppo possono contare su un plafond rappresentato da 130 miliardi di euro, declinati su tre livelli, rispettivamente, nei programmi comunitari a gestione diretta della Commissione Europea, con i programmi operativi nazionali e programmi operativi regionali, a gestione indiretta, FESR, FSE e Fondi di Coesione. La gestione efficace della programmazione è cruciale per l’uscita dalla crisi, secondo la Giuffrida. “Tali risorse costituiscono un volano imprescindibile, un’occasione unica nell’ambito dello sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia, dei Comuni e delle imprese”. Riferendosi al governo nazionale, l’eurodeputata ha chiosato sul taglio delle risorse e sul taglio di trasferimenti, nel momento in cui ci si trasforma in esattori statali e i Comuni sono continuo bersaglio di chi vive momenti di tensione sociale non indifferente.
Tra le novità enunciate dalla Giuffrida, quella che permette l’accesso ai Fondi Comunitari anche ai liberi professionisti, con il programma Horizon 2020 (frutto di una interconnessione tra pubblico e privato) e il programma Jeremie Sicilia PMI (strumento di finanza regolata a sostegno delle microimprese e delle PMI), cofinanziato dal FESR Sicilia. Tra le criticità, la Giuffrida ha evidenziato deboli segnali di utilizzo di tale strumento, dovuti evidentemente, alla sua mancata pubblicità, per la quale è d’obbligo il suo potenziamento.
Tra le proposte in favore dei Comuni che intendono creare occasioni di sviluppo, l’eurodeputata ha esortato alla partecipazione al processo decisionale, (quale importante modello di governance, incoraggiato dall’UE), l’incentivazione del partenariato pubblico, realizzato anche con gemellaggi e, basato sulla competenza, sul principio di sussidiarietà e da forme di cooperazione che partano dal basso, in cui sia coinvolta la società civile e tutti i livelli di governo. Non ultimo, con l’attivazione delle “buone pratiche”, che altre regioni italiane hanno messo in atto, incoraggiando ulteriormente il partenariato pubblico-privato e rispettando dei tempi di attuazione dei progetti co-finanziati dall’UE. I settori su cui insistere, Infrastrutture, servizi, turismo, valorizzazione beni culturali (programma Europa creativa), istruzione (Erasmus plus, allargato al settore lavoro), cittadinanza attiva, innovazione, anche sociale per anziani e disabili e l’integrazione immigrati.
Alessandro Albanese, intervenendo ha rilevato la mancanza in Sicilia, di un modello dello sviluppo. Nessuno sa come ci si deve muovere. Perché chiedere qualcosa, quale direzione deve prendere, come ci si deve muovere, qual è la strategia. Se riuscissimo veramente ad avere una centrale pensante che dice: “la Sicilia si muove in questo modo; le direttive economiche sono queste”, potremmo dare una strada migliore a chi fa impresa e a chi la vuole cominciare a fare. Albanese ha fatto poi uno richiamo forte alla sovranità della politica, secondo cui – la politica detta le strategia, non le detta l’impresa. La politica deve dirci quale deve essere la politica di sviluppo, naturalmente in un tavolo concertato. Ciò alla luce della continua evoluzione del mondo di oggi e dei mercati, imputabile non solo per la crisi, ma anche al cambiamento nella produzione e nei servizi, (la sua fisionomia, la geo-localizzazione verso i paesi BRIC). Albanese ha posto l’interrogativo se, a fronte delle risorse reperite, queste si sanno gestire, considerato che tutte le misure dei vari cicli di programmazione legate alle imprese sono ferme: ricerca, nuova imprenditoria, imprenditoria femminile, turismo, con fondi bloccati a volte per l’incapacità degli amministratori, altre volte per beghe amministrative o giudiziarie (es. contrasto tra pareri Corte dei Conti con quelli Avvocatura dello Stato). Un ulteriore richiamo anche a regole certe, leggibili, che diano una direzione, maggiore controllo, responsabilità. Senza omettere quella delle imprese, Albanese ha concluso auspicando una buona qualità della spesa, esulando dai numeri, che sia orientata ai reali fabbisogni del territorio (svincoli stradali, fognature, depuratori, infrastrutture). Per questo il Presidente di Confindustria ha invocato l’apertura di un tavolo, in cui l’impresa e le associazioni di categoria possano “fare proposte ma non governare strategie”, esprimendo così, la sua avversione a sistemi di regime pubblico-privato, considerate le perdite generate dal pubblico. Su alcune grandi tematiche – ha chiosato Albanese – va lasciata al privato direzione e la conduzione,accollandosi anche la problematica relativa ai dipendenti, per evitare la macelleria sociale, dando l’opportunità, in una città come Palermo, di fare impresa, senza concorrenza dell’azienda pubblica.
Il Sindaco Orlando, ha invece rilevato che l’Europa è arrivata in Sicilia, a Palermo, ma non nelle sue sedi istituzionali. Ribadendo che l’Europa c’è laddove si privilegia lo sviluppo alla ricchezza. In Sicilia la ricchezza che c’è viene sfruttata male e si vive in una condizione di sottosviluppo, usando male le risorse, a cominciar
e dalle persone. L’Europa porta un messaggio secondo cui essere sviluppato è più importante che essere ricco. L’Europa – ha continuato Orlando – sta in quel rapporto pubblico-privato che non può essere la confusione. “Un Paese è libero e democratico quando le imprese falliscono. In terra di mafia le aziende private non falliscono mai”. Si è eliminata l’etica della responsabilità. il rapporto fra pubblico e privato deve avere la distinzione assoluta dei ruoli, non la commistione gestionale. Per mandare un messaggio in questa direzione, abbiamo privilegiato con l’amministrazione comunale “la finanza di progetto”, che è un modo per rispettare l’autonomia privata, ma senza confondere la gestione tra pubblico e privato. Il Sindaco ha concluso esortando ciascun Ente (Comuni, Regione) a fare la propria parte, considerata anche l’assenza di incontri in data odierna, tra amministrazione regionale ed il sistema delle autonomie in Sicilia, in merito alla programmazione 2014/2020. Infine, Orlando ha sollecitato un incontro con la Regione per confrontarsi sulle problematiche trattate, di grande ritorno per l’amministrazione stessa e i Comuni siciliani.
Marcello Minio, evidenziando la paralisi totale della macchina amministrativa regionale e i danni a carico di imprenditori, professionisti, artigiani, ha intravisto la via
d’uscita dall’empasse alla crisi strutturale, nella interruzione della tutela degli interessi di grosse lobbies e programmando un serio piano di sviluppo per la Sicilia, che adeguatamente gestire le risorse UE. A proposito, Minio ha denunciato l’assenza nel disegno di legge della finanziaria, di norme di sviluppo, ma solo tagli. Concludendo Minio, ha proposto l’esemplificazione del procedimento amministrativo della burocrazia regionale, che, autorizzativa diventi di controllo, con notevole risparmio di tempo per gli aspiranti imprenditori dell’isola.
Intervista di TrinacriaNews.eu a Europarlamentare on. MICHELA GIUFFRIDA
D. La Sicilia per tutti i cicli di programmazione ha sempre appartenuto alle regioni sottosviluppate (PIL < 75% media comunitaria). Come ce lo spieghiamo?
R. Ce lo spieghiamo con una condizione socio-economica che è sotto gli occhi di tutti.
D. Contribuisce la mala politica?
R. La mala politica fa parte di un retaggio, anche culturale però, sempre più ultimamente e per fortuna, grazie anche all’apporto di una partecipazione civile diversa, più convinta, da un certo punto di vista, che non si traduce poi, in una partecipazione identica in termini di afflusso elettorale. Secondo me, questa partecipazione è inversamente proporzionale: più cresce la consapevolezza in una certa fetta di società civile di una mala politica che va estirpata, più si registra un’assenza preoccupante di partecipazione al voto. E’ sempre più convinto questo apporto critico di una certa parte di società ed al tempo stesso, c’è un disinteresse colpevole, perché chi sceglie di non andare, lascia che gli altri decidano per noi. Questa è tutt’altro che una protesta. Io l’ho sempre detto: protestando, si deve andare a votare.
D. Sono state rilevate irregolarità (Fonte RES) nei controlli da parte di soggetti non interni, ma esterni alle amministrazioni regionali, tra cui l’OLAF (Ufficio anti-frode della Commissione Europea) soprattutto nei settori Sviluppo locale e PMI. Come spiegarlo?
R. L’OLAF è qualcosa a metà tra la Corte dei Conti e un organismo giudiziario, nel senso che l’OLAF controlla ogni movimento, ogni flusso del denaro europeo. L’OLAF controlla anche noi deputati. Non sono rilevate dall’amministrazione interna perché, lì è un’altra magistratura che va avanti. L’OLAF chiaramente si occupa del controllo di erogazione dei fondi. Quello è denaro europeo ed è sottoposto a tale controllo. Che ben venga tale controllo OLAF. Tutti noi sappiamo che, a di là di un processo che viene, più o meno ultimato che riguarda il progetto, il bando, la misura e la sua concretizzazione c’è poi un controllo ulteriore che è quello della spesa. Questo è quello dell’OLAF.
D. Come ci spieghiamo la decisione UE di sospendere l’erogazione alla Sicilia di 600 milioni di euro nel 2012 per gravi carenze e irregolarità. La Sicilia ha ormai un “marchio” che la rende più esposta al controllo esterno?
R. Dobbiamo guardare avanti e non fermarci a guardare le cose che vanno male. Abbiamo un nuova programmazione, c’è una nuova agenda che è stata scritta, ci sono nuovi governi, c’è un nuovo governo europeo, perché la Commissione si è appena insediata. Ci deve essere un nuovo stile, un nuovo approccio, un “new deal” – io direi – che ci porta a dire oggi che già, negli ultimi sei mesi abbiamo recuperato moltissimo in termini di spesa certificata e che farà si che, da oggi in poi, dal mese scorso in poi, dal prossimo mese si agisca completamente in un altro modo. Io ci credo, perché altrimenti, continueremo a farci del male. Alimentando dall’interno quel marchio infamante, non faremo altro che remare contro noi stessi.
D. Cosa fare per creare un link tra amministrazione regionale e quelle locali per cavalcare insieme la progettazione comunitaria?
R. Incentivando la creazione di sportelli Europa dappertutto, a tutti i livelli, a partire dai Comuni. In ogni Comune, anche in ogni piccolo Ente locale, ci devono essere delle professionalità formate ad hoc. Molti di quelli che oggi utilizzano i fondi si rivolgono a professionalità esterne o, studi di progettazione. Bisogna invece, formare delle professionalità che siano all’interno dei Comuni e che possano portare avanti, con l’interesse e nell’interesse del Comune stesso, la progettazione. Solo così si andrà avanti, si incentiverà quell’uso dei Fondi che noi auspichiamo.
D. Il semestre europeo del Presidente Renzi. Risultati?
R. Il Semestre europeo è stato caratterizzato da due handicap, sotto gli occhi i tutti: innanzitutto, eravamo al cambio di Commissione. Questo succede una volta ogni 5 anni. Si capisce bene che, vivere un semestre nel momento in cui c’è una Commissione uscente ed una Commissione appena entrata che incomincia a dire: io sono appena arrivata è un handicap, al di là delle politiche del nostro Governo. C’era poi, una Concomitanza stagionale. Il semestre è cominciato assolutamente, in piena estate. Quindi, fino a settembre e ottobre tutte le nostre politiche – tutto sommato – non avevano quel pieno sviluppo che potevano avere in un periodo di pieno lavoro del nostro Parlamento. In questo momento sono tante le politiche che l’Italia ha avviato, che si avviano a buona conclusione. Certo, c’era un grande sogno per noi, che era quello di portare a un compimento il “Made in” che è uno dei nostri obiettivi. Tutto ciò che ha un marchio italiano, che deve avere una propria valorizzazione. Anche nelle politiche della migrazione che a me stanno molto a cuore, l’Italia ha comunque, battuto i pugni sul tavolo per ottenere un riconoscimento che è quello di Mare Nostrum che, adesso sta arrivando. Purtroppo c’è voluta un’altra strage, ma io sono fiduciosa. La Commissione europea già ieri ha detto che “Triton” verrà prolungato. Sono arrivati degli altri soldi, anche se non nel Capitolo di Spesa dell’operazione.