Palermo, 24 feb- “Per la Sicilia gli effetti dei primi due decreti attuativi del Jobs act saranno anche più pesanti che altrove: in una regione che sconta una forte contrazione dell’apparato produttivo e dell’occupazione aumenterà il precariato e si andrà all’ impoverimento salariale”: lo ha detto Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil nazionale, a Palermo per un seminario della Cgil Sicilia sul Jobs act. “I decreti in questione – ha specificato Sorrentino – avranno come ricaduta la semplificazione, con meno tutele per i lavoratori, dei licenziamenti collettivi e la riduzione della copertura degli ammortizzatori sociali. Questo peserà ancora di più in una regione dal mercato del lavoro fragile – ha aggiunto – e in un quadro di mancanza di misure per la crescita dell’occupazione”. L’esponente della Cgil ha sottolineato che “se non ci saranno interventi di stimolo agli investimenti pubblici e privati, per la Sicilia sarà complicato agganciare la crescita quando questa si manifesterà”. Sorrentino ha rilevato anche “i problemi che si determineranno con la sospensione a partire da maggio dalla cassa in deroga”. Se poi il Jobs act, come si annuncia in queste ore, venisse esteso alla pubblica amministrazione “i costi della mancata riforma – ha osservato – verrebbero scaricati sui lavoratori: una scorciatoia tanto semplice quanto inammissibile”. Il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, ha aggiunto che “in un mercato del lavoro come quello siciliano l’esonero contributivo per le nuove assunzioni potrebbe determinare la tentazione per le imprese di licenziare i vecchi lavoratori per assumerne di nuovi, perché ci guadagnerebbero. Questo – ha sottolineato – avrebbe conseguenze devastanti in termini di ulteriore svalorizzazione del lavoro”. L’iniziativa della Cgil contro il Jobs act prosegue dunque con una strategia articolata che prevede l’impegno nella contrattazione, una proposta di legge a sostegno di un nuovo Statuto dei lavoratori nel cui ambito sia ricostruito il profilo del diritto e dei diritti del lavoro, il contenzioso in sede giudiziaria per le tutele individuali e per la verifica sugli eccessi di delega nei licenziamenti collettivi, il ricorso alla Corte di giustizia europea sul tema del diritto a un trattamento equo in caso di licenziamento illegittimo, il Piano del Lavoro “per rilanciare l’occupazione attraverso gli investimenti”.