Palermo – Il teatro Biondo di Palermo sta attraversando una fase difficile e complicata che ormai dura da troppo tempo. E’ passato circa un anno dall’insediamento di Roberto Alajmo alla guida del Biondo che è succeduto al precedente Direttore Pietro Carriglio.
Ed in effetti la nuova Direzione Artistica ha rilanciato non solo l’immagine del Teatro ma anche i contenuti proponendo un cartellone più interessante ed attuale e riportando a Palermo un’artista come Emma Dante acclamata anche all’estero, e riuscendo ad incrementare esponenzialmente il numero degli abbonamenti portandoli da 1.500 a 7.000.
Tutto bene allora ? Niente affatto!
Infatti i dipendenti del Teatro, coloro i quali con il loro lavoro permettono la messa in scena degli spettacoli sono in grande sofferenza.
Ciò è stato causato da un dimezzamento dei finanziamenti erogati dalla Regione, dal Comune di Palermo e dalla Fondazione Teatro Biondo cioè i soci dell’Ente teatrale.
Questo deficit si è aggravato ulteriormente con il venir meno del contributo dato sinora dalla Provincia di Palermo.
Si è passati da un finanziamento annuale di circa 11-12 milioni di euro a poco più di 5.000.000.
Ciò ha portato l’amministrazione del Teatro ad effettuare un taglio degli stipendi delle maestranze e chiedere un sacrificio ai propri dipendenti i quali, proprio per garantire la sopravvivenza dello stesso, hanno responsabilmente accettato attendendo un incremento degli abbonamenti e facendo fede alle promesse sinora non mantenute da parte delle Istituzioni.
Quest’attesa però dura da troppo tempo ed i dipendenti sono stanchi di aspettare.
Pertanto giorno 6 Dicembre le organizzazioni sindacali, in particolare le Segreterie provinciali SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL e UGL TELECOMUNICAZIONI unitariamente, hanno indetto una conferenza stampa per rendere nota alla stampa ed alla città questa grave situazione e sollecitare la Regione, il Comune e la Fondazione a far fronte agli impegni presi.
Palermo merita una politica programmatica di importanti attività culturali come quella rappresentata dal Teatro Biondo, all’altezza delle altre città europee e le Istituzioni devono oramai prendersi le proprie responsabilità e non più “vivere alla giornata” – ha affermato Maurizio Rosso della SLC CGIL .
I lavoratori hanno rinunciato ad una grossa decurtazione dei loro stipendi e hanno tenuto un comportamento responsabile proprio per salvaguardare l’attività del teatro che ha rischiato di chiudere – ha ribadito Rosso.
Giuseppe Tumminia della UILCOM ha evidenziato: non si può più continuare a chiedere ulteriori sacrifici ad i lavoratori anzi, a maggior ragione proprio in virtù degli eccellenti risultati della direzione artistica i dipendenti dovrebbero essere valorizzati e non penalizzati. Così come avverrebbe, del resto, in ogni “normale” azienda.
Tumminia tra l’altro ha lanciato un appello al prof. Gianni Puglisi, presidente della Fondazione Biondo affinchè prenda un ruolo attivo in questa vicenda, aldilà di sue dichiarazioni provocatorie risalenti a qualche mese fa. Ma sempre Tumminia ha chiamato in causa sia il Presidente Crocetta che il Sindaco Orlando affinché superino certe posizioni che li ha visti contrapposti e da uomini sensibili al mondo culturale quali sono, facciano fronte comune per risolvere i problemi del Teatro.
L’attività teatrale del Biondo se gestita bene può assicurare un grande redditività ed una ricaduta positiva sia economica che culturale per l’intera città ed è vergognoso il fatto che la burocrazia e l’inerzia della politica stiano soffocando questa realtà – ha continuato Tumminia.
Inoltre ha aggiunto Maurizio Rosso: Non si può più accettare il fatto che per il ritardo del pagamento dei contributi che spettano al Teatro vengano spesi 250.000 euro di interessi.
Anche Ficarra della UGL e Michele De Luca della FISTEL CISL si sono uniti al grido di allarme dei colleghi sottolineando l’urgenza e la gravità della situazione.
Si resta quindi in attesa di una risposta seria e di una soluzione ad i problemi dell’Ente da parte della politica.