Palermo, 3 set- “La revoca del bando sui tirocini è un atto dovuto. Dopo il caos che si è creato con il cosiddetto click day, che ha fatto emergere la cattiva gestione che si stava consumando del Piano giovani, si impone prima di andare avanti un momento di riflessione per mettere in campo nuove modalità di incontro tra domanda e offerta di lavoro e di utilizzo delle risorse”. Lo sostengono Monica Genovese, della segreteria regionale Cgil, e Andrea Gattuso, del dipartimento politiche giovanili del sindacato, secondo i quali “l’esperienza del click day si è rivelata a tutto tondo una modalità sbagliata, che non va in nessun caso ripetuta, perché ha creato disparità tra i giovani, non ha valorizzato il merito ma solo la velocità, consegnando inoltre all’amministrazione regionale i nodi della validità degli accessi e dei ricorsi legittimamente presentati”. Per la Cgil le nuove selezioni “dovranno avvenire presso i centri per l’impiego, che dovranno incrociare domanda e offerta nell’ambito di una griglia di parametri a maglia stretta che garantisca la trasparenza delle operazioni che, oltre che con il click day, non sarebbe certo assicurata neanche con la chiamata diretta da parte delle aziende”. “Il personale nei Cpi- rilevano Genovese e Gattuso- non manca e neanche le competenze, si tratta solo di organizzare il tutto e di farlo in fretta”. I due esponenti della Cgil rilevano che “le scorciatoie d’altronde sono servite solo ad allungare i tempi e a creare problemi”. Secondo la Cgil inoltre “le risorse a disposizione devono essere utilizzate in maniera più razionale ed efficace , cosa che produrrebbe un allargamento della platea dei beneficiari”. In proposito il sindacato ha una proposta precisa: “Non ha senso dare contributi alle aziende che prendono tirocinanti, ad esse va invece chiesta una partecipazione economica cosa che consentirebbe peraltro di selezionare le imprese che vogliono davvero valorizzare i giovani evitando richieste improbabili come quelle di guardia pecore o di sacrestano”. Secondo la Cgil, la revoca del contributo alle imprese, “farebbe raddoppiare i posti a disposizione, che salirebbero a 50 mila”. Genovese e Gattuso aggiungono che “la revisione dei meccanismi di selezione e di utilizzo delle risorse avrebbe anche l’effetto positivo di contribuire a ricondurre i tirocini alla loro funzione originaria di prima esperienza nel mondo del lavoro con contenuti formativi evitando un uso distorto che determina nel mercato del lavoro dumping a danno della buona occupazione”.