Palermo – Si è conclusa una delle più vivaci e stimolanti manifestazioni culturali dell’inizio del nuovo anno: il Festival del Libro. È infatti giunta alla V edizione la rassegna editoriale del libro a stampa, nata già nel 2011 su iniziativa del Consorzio Centro Commerciale Naturale Piazza Marina&dintorni, che ha riscosso negli anni un tale successo fra la cittadinanza e l’opinione pubblica da indurre diverse associazioni a ripetere l’evento negli anni successivi.
“Una marina di libri” è il suggestivo nome scelto per la manifestazione che si è tenuta in città nelle giornate del 6-7-8 giugno presso la GAM (Galleria d’Arte Moderna), all’interno dell’ex complesso monastico di S. Anna alla Misericordia, con il patrocino comunale e regionale e in collaborazione con le note case editrici Navarra e Sellerio, oltre alla sponsorizzazione di partner privati quali l’Istituto Cervantes e l’Officina di Studi Medievali.
L’affluenza all’evento è stata elevata e ininterrotta durante tutti e tre i giorni, dall’inaugurazione di venerdì 6, con la premiazione del concorso La scuola adotta un libro, alla chiusura notturna di domenica 8, con gli spettacoli concertistici di danza etnica e folkloristica ad opera dell’associazione musicale Blow Up.
Palermo è una città che ha dimostrato di possedere un vasto e variegato panorama editoriale, composto da decine di case editrici locali e non (52 in tutto), oltre ad un attento pubblico di lettori ed appassionati collezionisti di libri, giunti al festival da ogni parte per acquistare o soltanto leggere dei buoni testi.
Come ogni anno, la manifestazione ha mantenuto le medesime caratteristiche e tre articolazioni precise: la mattina (10:00-13:30), dedicata principalmente ad attività ludico-formative indirizzate ai bambini e alle scuole con laboratori artistici (“Ricicliamo le Parole” a cura di Giuditta Pecoraino o “Libri di mamma” a cura di Daniela Ciaffi) e proiezioni di cortometraggi solidali e cartoni animati dedicati agli eroi della lotta alla mafia come il Beato G. Puglisi (“La missione di 3P” a cura del centro di accoglienza Padre Nostro di Brancaccio); il pomeriggio (16:30-20:00), riservato alle presentazioni e alla reading in anteprima di libri recentemente pubblicati (“Fiabe siciliane dalla raccolta di Giuseppe Pitrè” di Amelia Crisantino, “Palermitando. Un viaggio dalla periferia al cuore di Palermo” di Fabio Ceraulo, “Tra il Kratas e il mare” di Angela Scandaliato); la sera (21:00-24:00), animata da agoni poetici (“Poetry Slam” a cura della Lega Italiana Poetry Slam) e intrattenimenti musicali (“Selezioni musicali vintage della Piccola Orchestra Malarazza” a cura di Gabriele Santoro).
Momento focale della manifestazione è stato il pomeriggio della giornata inaugurale che ha visto il grande ritorno in città del maestro Andrea Camilleri, ospite d’onore del festival dopo una lunga assenza durata oltre dieci anni. Il noto scrittore ha infatti presentato alle ore 19:00 nell’affollatissimo chiostro maggiore di S. Anna il suo ultimo racconto giallo dal titolo “Una piramide di fango”, edito da Sellerio e in libreria dal 29 maggio.
A ringraziare il numeroso pubblico Maria Giambruno, organizzatrice e past president del Consorzio Centro Commerciale Naturale Piazza Marina&dintorni, insieme al vicepresidente Alberto Coppola, gli editori Ottavio Navarra e Antonio Sellerio, ideatori e curatori dell’evento, ed infine il sindaco Leoluca Orlando in rappresentanza dell’intera municipalità.
Chiamato a fare da moderatore nella conversazione con l’autore, il giornalista palermitano Antonio D’Orrico il quale ha esordito riportando espressamente le parole di molti lettori del web che vorrebbero vedere insignito Andrea Camilleri dell’onorificenza della Gran Croce di Commendatore della Repubblica Italiana per meriti editoriali, avendo contribuito alla lotta socio-culturale del fenomeno mafioso con il solo utilizzo del racconto letterario, aggiungendo che: l’ultima inchiesta poliziesca di Camilleri e del suo fedele amico Montalbano, così come anche i precedenti racconti, molto devono sia all’influenza dei gialli spagnoli degli anni Settanta, nati dai movimenti letterari d’avanguardia post-franchisti del grande Manuel Vàzquez Montalbàn ma anche alla lunga tradizione romanzesca italiana, sebbene sia noto che i racconti del maestro sono frutto di esperimenti empirici giovanili di cui lo stesso autore non era pienamente soddisfatto.
Galleria fotografica Pietro Montagna
Alla domanda del giornalista sulla tipologia classificatoria dei racconti di Camilleri, il maestro ha risposto scherzosamente: per me leggere un buon libro, come dissi una volta all’amico Vàzquez, equivale a bere una gustosa bevanda alcolica. Chiaramente ci sono vari drink più o meno forti e quindi direi che un romanzo di Verga, ad esempio, è accostabile ad un bel bicchiere di vino rosso intenso, mentre i miei gialli forse sono più similari al gin – aggiungendo che – la differenza tra i miei romanzi e quelli di George Simenon e il suo personaggio Maigret è che il mio commissario è perfettamente calato nelle vicende storiche e nella cronaca del tempo perché, quando ho iniziato a scrivere la serie dei gialli, volevo che i fatti romanzati fossero contemporanei ai fatti reali della società circostante; ciò, di contro, non accade invece in Simenon che ambienta i suoi racconti in una Parigi priva dei grandi accadimenti epocali.
Nel corso dell’incontro è stata giustamente evidenziata la paternità per Camilleri del romanzo civile italiano, in un paese che non ha conosciuto negli ultimi vent’anni chiari esempi di questo genere letterario: Come accade spesso tra noi scrittori – ha affermato il maestro – non si comprende di avere fra le mani un’eccellente creazione libreria, ma noi autori ce ne accorgiamo soltanto tardivamente e all’improvviso, facendo una somma finale dei dati e delle pagine scritte.
La piacevole conversazione con l’autore si è protratta per circa due ore, fra domande inerenti il nuovo racconto, letture di pagine coinvolgenti e risposte, alternando più volte simpatici aneddoti e colorite espressioni in dialetto siciliano che hanno suscitato nel pubblico forte ilarità trasformando, quasi, l’incontro in un allegro sketch di cabaret. Al termine della presentazione, Camilleri ha voluto salutare i palermitani con la proiezione di un episodio della fiction Rai “Il Commissario Montalbano” che da anni ormai riscuote grandi successi fra milioni di telespettatori grazie anche alla partecipazione dell’attore romano Luca Zingaretti, nei panni del celebre commissario.
In occasione dell’evento la redazione di TrinacriaNews.eu ha incontrato il sindaco Leoluca Orlando. Ecco il contenuto dell’intervista:
Leoluca Orlando
Perché risulta importante per la città di Palermo una manifestazione come questa che, è giunta già alla V edizione?
Credo che l’importanza della manifestazione derivi dal fatto che nella nostra città, sin dai tempi passati, esiste ancora una seria e prolifica realtà imprenditoriale del libro composta sia da grandi case editoriali ben note a livello nazionale che da case più piccole, dette erroneamente minori perché di nicchia. Queste ultime infatti spesso distribuiscono, attraverso un efficace sistema capillare, un buon numero di testi a stampa di vario carattere, creando un mercato librario solido, redditizio e salutare per l’economia e la cultura locale.
I lettori odierni, e nello specifico i palermitani, come si relazionano con i libri cartacei essendo subentrata, ormai da tempo, l’era del digitale?
Basta guardarsi in giro, gettando lo sguardo tra gli stand editoriali del chiostro di S. Anna, per capire che anche la quinta edizione della manifestazione “Una marina di libri” riscuote un grande successo attirando ogni tipo di lettore, dal più colto al semplice appassionato. Dall’afflusso si comprende quale magnifica partecipazione ci sia nei confronti del libro e quale particolare interesse vanga risposto verso il cartaceo che non passa mai di moda ma anzi vede incrementare statisticamente le vendite soprattutto in ambito culturale e storico-artistico, spronando molti giovani imprenditori a imbattersi coraggiosamente in questo mercato. Insomma permettetemi di dire «Siamo stufi del digitale. Dateci un po’ di cartaceo!».