Palermo, 19 giugno – Positivo l’incontro-dibattito richiesto dai segretari regionali delle tre sigle sindacali Michele Pagliaro (Cgil), Maurizio Bernava (Cisl) e Claudio Barone (Uil) e svoltosi nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, che per la prima volta ha coinvolto, in un confronto pubblico, gli assessori del governo regionale e numerosi capigruppo di maggioranza e opposizione. All’appello presenti gli assessori: Roberto Agnello (Bilancio ed Economia), Michela Stancheris (Turismo), Linda Vancheri (Attività Produttive), Giuseppe Bruno (Lavoro), Patrizia Valenti (Autonomie Locali). Sono intervenuti gli onorevoli: Giovanbattista (Nello) Musumeci, Vincenzo Figuccia, Baldo Gucciardi, Nino D’Asero, Giancarlo Cencelleri.
Roberto Agnello ha evidenziato che si è riusciti a ridurre nell’arco di un anno il disavanzo, migliorando le aspettative per 250 milioni di euro. Questo dimostra la volontà, la capacità del Governo di fare bene.
Nino D’Asero ha espresso apprezzamenti per il ruolo importante che riveste il sindacato nella società oggi, come nel passato, attraverso un’azione di sostegno, di sponda. Tuttavia, non ha condiviso che la politica in questa sede convegnistica sia stata posta sul banco degli imputati. Le generalizzazioni esprimono un momento di mediocrità, ma c’è bisogno di una diversa consapevolezza, la necessità di dare una risposta concreta del perché la legge sulla riforma della burocrazia non viene applicata, perché non c’è un’assunzione di responsabilità di chi non fa il proprio dovere, ma al tempo stesso, si vuole essere propositivi, perché non si può vivere in condizione di precarietà continua. Nello Musumeci ha dato atto che le organizzazioni sindacali, durante il Governo Crocetta hanno mostrato “autonomia di giudizio”. Non sono state risparmiate critiche al Governo, né proposte. C’è stata una condotta improntata al grande senso di responsabilità. La sua proposta è quella di non volere poltrone, ma un tavolo in cui si adotti una manovra anticiclica (intervista in fondo).
Per Patrizia Valenti, i modelli e le procedure adottate ad oggi, non vanno bene, lo diciamo da tempo. Bisogna assumere decisioni straordinarie. Quanto abbiamo fatto tutti (gov., amministr.,pol.) è insufficiente. A proposito di fondi UE dobbiamo scegliere bene”.
Baldo Gucciardi ha palesato la sua apertura e disponibilità rispetto all’iniziativa promossa dalle tre sigle sindacali, lanciando un ponte proprio dalla Sala Gialla, che permettesse un incontro rispetto alle istanze presentante dai segretari generali Cgil Cisl Uil, e una riposta rispetto alle priorità segnalate. (intervista in fondo).
A conclusione dell’incontro i tre segretari generali Cgil, Cisl e Uil, hanno dichiarato:
Abbiamo lanciato un appello e offerto un’agenda di priorità e azioni concrete sulle emergenze, per il riequilibrio economico-sociale e lo sviluppo. La disponibilità rilevata, di governo, maggioranza e opposizione, ci auguriamo sia l’apertura di una fase nuova. Mentre era in corso il dibattito, è arrivata la notizia della convocazione dei sindacati da parte del presidente della Regione, Rosario Crocetta, per mercoledì 25 alle 16 a palazzo D’Orleans. Non possiamo più perdere tempo prezioso, hanno sostenuto i sindacati che hanno offerto la propria disponibilità al dialogo “con senso di responsabilità” per contribuire a individuare e rendere operative soluzioni sui problemi più urgenti e per promuovere sviluppo e nuova occupazione. Cgil, Cisl e Uil hanno auspicato che analogo senso di responsabilità impronti il confronto tra governo e Ars.
Il pressing dei sindacati comunque proseguirà, con iniziative di categoria e confederali, anche in vista della manovra che deve essere approvata al più presto – hanno sostenuto – per dare risposta ai problemi dei lavoratori, a partire dall’emergenza stipendi.
Pagliaro, Bernava e Barone hanno posto tra le priorità la messa in trasparenza del bilancio regionale, il risanamento dei conti e la ristrutturazione della spesa con la drastica riduzione dei centri di erogazione, riferendosi anche ai recenti duri giudizi della Corte dei Conti. I sindacati hanno sollecitato interventi immediati sul tema delle società partecipate. Sui fondi europei hanno richiamato il modello Puglia e invitato il governo a non fare per la programmazione 2014-2020 gli errori che hanno determinato l’insuccesso di quella 2007-2013, con interventi dispersi in mille rivoli senza nessuna visione strategica di fondo. Cgil, Cisl e Uil hanno proposto un piano straordinario per il lavoro e chiesto le riforme della formazione professionale, della forestazione e la riorganizzazione degli assetti istituzionali e della macchina amministrativa pubblica. Non sono più ammissibili ritardi né rinvii, hanno sottolineato Pagliaro, Bernava e Barone. Quest’ultimo infine ha chiosato: ci aspettiamo che grazie a tutti noi, seguano i fatti, perché molte volte le buone intenzioni sono state smentite, e questo non deve succedere.
In occasione dell’incontro TrinacriaNews.eu ha effettuato le seguenti interviste:
Michele Pagliaro CGIL
D. Le condizioni economiche e sociali dei lavoratori siciliani vengono messe a dura prova da parte di alcuni politici, per la loro inerzia in ordine alle istanze che vengono loro ripetutamente presentate, istanze che, invece il sindacato vuole responsabilmente rappresentare. Cosa ci dice in merito?
R. Noi siamo assaliti ogni giorno da continue difficoltà. Il mondo del lavoro in Sicilia è in ginocchio. Le vertenze sono tantissime. Alle vecchie emergenze si sommano quelle nuove.
D. Quali sono le nuove emergenze e quali quelle vecchie?
R. Il problema della formazione professionale, alla quale si somma quello dei forestali. Poi, c’è tutto il problema legato alla mancata spesa. Il blocco del patto di stabilità, per oltre 500 milioni di euro, credo sia un serio problema per la Sicilia, con le caratteristiche di spesa che ha questa Regione. Poi, il contesto dei settori produttivi è drammatico. L’ISTAT ha reso noti i dati del primo trimestre 2014. Nell’ultimo anno si sono persi altri 38 mila posti di lavoro che si sommano a tutti quelli che si sono persi durante la crisi, dal 2009 ad oggi; complessivamente, circa 200 mila posti di lavoro.
D. Qual è l’anello debole che, nel tavolo composto da lavoratori, sigle sindacali, partecipate, Ars e Governo, impedisce l’avanzata per la restituzione della dignità alla Sicilia ed ai lavoratori?
R. L’anello debole sono le non scelte, il non avere il coraggio di guardare la realtà, misurarsi con la realtà e assumere le decisioni. Questa è una Regione che ha un bilancio “alla frutta”. Lo dice la Corte dei Conti, ormai da qualche anno. Io credo che, bisognerebbe partire da lì, dal bilancio. Bisognerebbe avviare un’azione verità, un’azione trasparenza. Forse, sarebbe opportuno ristrutturare il debito pubblico di questa regione, avviare una lotta seria contro l’evasione fiscale che vale qualcosa come 20 miliardi di Euro in questa Regione.
D. Ma di provvedimenti disciplinari nei confronti delle autorità preposte, che invece sono inerti, si potrebbe prevedere di proporli?
R. Io credo che, ci sono dei dati oggettivi su cui riflettere. Non è solo ed esclusivamente quello del provvedimento disciplinare. Vogliamo fare un’operazione verità su questo bilancio? Vogliamo recuperare delle risorse fresche? Avendo fatto l’esempio dell’evasione fiscale, recuperare il 10% di questa evasione di 20 mld, significa avere 2 miliardi di risorse aggiuntive che significherebbe co-finanziare i Fondi strutturali. Fa notizia la mancata spesa di questi Fondi. Abbiamo scoperto che nella programmazione 2007/2013 non è stato speso, in alcuni casi, il 60% delle risorse disponibili. Io credo che lì c’è un problema della programmazione per cui, anche lì le responsabilità andrebbero individuate, ma c’è anche un problema della politica che non ha le idee chiare su cosa fare, o la mancanza di volontà.
D. Tuttavia, in sede di campagna elettorale, le idee sembrano chiare, non crede?
R. Noi avevamo tante aspettative, anche da parte del Governo Crocetta. Io faccio fatica ad individuare una sola riforma che ci è stata promessa e realizzata. Questo è un problema, perché anche il fattore tempo non è un fattore neutro di fronte al disagio di migliaia di famiglie di siciliani. Ogni anno, da quando è iniziato il periodo della crisi, sono decine di migliaia i giovani con un’alta scolarizzazione che vanno via da questa isola. Se aggiungiamo che i NEET, cioè i giovani compresi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro sono 341 mila, e si sommano quelli che arrivano a 34 anni di età, si va oltre il mezzo milione. Per questo, con questa iniziativa riteniamo che sia indispensabile anteporre gli interessi collettivi a quelli di parte. Questa regione non si può permettere di perdere tempo, non può permettersi l’ennesimo rimpasto, il commissariamento, le elezioni. Noi dobbiamo raccogliere una sfida e confidiamo in un’azione che guardi le criticità e decidere quali sono priorità e metterci al lavoro.
Maurizio Bernava (CISL)
D. Quella di oggi si potrebbe definire “operazione trasparenza dei conti” della Regione Siciliana?
R. Sì, ma si può definire uno “strattonamento”. Stiamo strattonando il Governo, la politica, in senso buono. Cerchiamo di mettere ordine! Noi vorremmo che ci fosse più sinergia tra Governo, Parlamento, Partiti, e si trovasse coraggio di fare interventi di efficienza per questa regione. Quindi, la prima operazione è quella economica. La Corte dei Conti, nella sua relazione dice cose vere, dimostra che non abbiamo né il tempo, né le risorse in Sicilia, per fare operazioni di equilibrio in tempi veloci, quindi vanno fatte operazioni di verità, di trasparenza, ma vanno fatte azioni strategiche, sul piano della ristrutturazione della spesa, il ricupero delle risorse attraverso la riduzione di sprechi e costi strutturali, l’adozione di costi standard, la riduzione dei centri di spesa e mettere in moto un meccanismo virtuoso che impone ai dirigenti generali di produrre risultati e non di prendersi i benefici senza produrre nulla. Inoltre è opportuno mettere in rete, Governo, Enti Locali e Partecipate. Sta fallendo tutto.
D. Nonostante l’avanzare inesorabile del tempo, perché tali attori del territorio perseverano in queste perdite di tempo?
R. Credo perché in Sicilia c’è una degenerazione delle relazioni istituzionali e politiche. Si pensa sempre alla prossima scadenza, si fa il tornaconto personale del piccolo gruppo, si pensa sempre alle prossime elezioni. Io penso che, nel momento in cui la Sicilia, partendo dalla condizione attuale di crisi, essendo l’unica regione che non cresce, aumenta il debito, dove andrà? Noi vorremmo che operassero insieme Governo e Parlamento, perché già noi (sindacalisti ndr) ci stiamo assumendo le nostre responsabilità. Come sindacalista vedo cose pesanti, e se io chiedo una ristrutturazione pesante sui costi della Regione, Comuni e Partecipate, l’80% è del personale, mi faccio carico anche di costi sociali difficili. Però, io come CISL, preferisco soffrire di una pesante ristrutturazione che morire di una mancata ristrutturazione. Ecco, questo è quello che manca alla politica: il senso della responsabilità etica, e la mancanza di consapevolezza della gravità del momento. Allora, bisogna farlo con la verità e farlo veramente e non continuare a prendere in giro i siciliani.
Claudio Barone UIL
D. Quali sono le criticità per le quali state combattendo, come sigle sindacali e cosa chiedete in questa sede, alle Istituzioni Governo e Parlamento?
R. Le criticità sono tante. Abbiamo per esempio, i dipendenti che dal bilancio regionale non riceveranno gli stipendi, l’attività dei teatri, quella dei consorzi di bonifica e l’attività antincendio dei forestali, importantissima, bloccate. Sono problemi oggettivi. Noi diciamo con chiarezza, sia all’Assemblea, sia al Governo Regionale, che devono smetterla di litigare e dare risposte concrete ai siciliani, altrimenti la nostra mobilitazione sarà durissima.
D. E’ un escamotage il disaccordo tra queste due Istituzioni regionali, oppure una inerzia nell’affrontare i problemi, anche con provvedimenti legislativi d’urgenza?
R. E’ un malcostume che ormai si è radicato. C’è un continuo palleggio di responsabilità. Ognuno cerca di lasciare il cerino acceso nelle mani degli altri. Il risultato è però, che non si danno risposte. Noi abbiamo 15 giorni di tempo. Se non c’è una risposta legislativa sarà la tragedia, e noi questo non possiamo consentirlo. Non ci interessa stabilire chi ha le colpe maggiori. Ci interessa che le risposte ci siano.
D. Tra Parlamento e Governo chi fa più resistenza e chi è più propenso a tutelare gli interessi dei siciliani?
R. Non è una graduatoria che vogliamo registrare. Il Governo dovrebbe avere una maggioranza che lo sostiene. Il Parlamento dovrebbe entrare nel merito e non scantonare su altre cose. Se il Parlamento e il Governo non sono in grado di dare risposte è meglio che se ne vadano a casa.
D. A proposito del censimento delle società partecipate, di cui la sottocommissione al Bilancio si è presa l’onere di trasmettere alla Corte dei Conti, lei cosa ne pensa?
R. Siamo assolutamente favorevoli che si faccia questo censimento, e si arrivi ad un bacino unico che consenta di razionalizzare le società partecipate. Finora sono state gestite in maniera tutt’altro che trasparente, e non è possibile andare avanti così.
D. E dei super stipendi del segretario generale dell’ARS cosa pensa rispetto agli interessi dei lavoratori?
R. Noi abbiamo detto con estrema chiarezza che l’ARS non può apparire come baluardo di privilegi. Dovrà avere gli stessi trattamenti che ci sono nel resto d’Italia.
Roberto Agnello
D. Cosa ci può dire sullo stato di salute del bilancio della Regione Siciliana?
R. Non sono le condizioni di bilancio ad essere critiche ma, le condizioni italiane ad essere critiche.
D. Però, la Sicilia sta peggio delle altre regioni, anche in termini di disoccupazione. Le manifestazioni di bisogno sono forti e non si può più perdere tempo. Cosa ci dice in merito?
R. Questo è chiaro al Governo, tant’è che quello che sta facendo è di cercare di valorizzare tutte le risorse che ci sono e non sprecare nulla. Quindi, la direzione di questo Governo va proprio nel senso di evitare di continuare ad avere sprechi, che negli ultimi vent’anni si sono susseguiti nell’economia regionale. Ma, evidentemente questo arriva in un momento economico che è il più difficile del dopo-guerra. Quindi, il processo è rallentato dalle condizioni economiche.
D. Però sono emerse delle criticità che investono l’aspetto politico. Per esempio, il bisogno di rimpasto, problemi di maggioranza che determinano impasse rispetto ai bisogni dei cittadini siciliani. Quindi, al di là dei colori politici, cosa si può fare per dare delle risposte alle famiglie che aspettano le vostre azioni?
R. Io sono l’Assessore all’economia e da quando sono assessore, dialogo con tutte le forze politiche e sociali. Ho ricevuto tutti dentro il mio Assessorato. Sono venuti i sindacati, i lavoratori. Ho dialogato con tutti. Penso che questa sia la vera risposta che la politica deve dare. La capacità di dialogo, di comprensione e di valorizzazione delle idee da parte di tutti. Queste idee poi devono essere sintetizzate dal Governo ed è quello che sta facendo. Una ottima sintesi di quello che le varie categorie stanno proponendo.
Nello Musumeci
D. Lei oggi ha cercato di esortare gli stakeholders (portatori di interesse ndr) presenti a stringere le fila per concertarci verso le priorità di intervento che richiede la Sicilia e non disperdere le risorse, i tempi e le energie dei vari colori politici. Mi conferma?
R. Si, ho fatto sostanzialmente un appello all’assunzione di responsabilità da parte di tutti, maggioranza e opposizione. Sarebbe un esercizio facile indicare le colpe, nei nomi e nei fatti. Ma la drammaticità del momento che vive la Sicilia, credo che imponga la necessità di dover aprire un dialogo, ma al tempo stesso, di indurre il Governo regionale ad avanzare due, tre proposte concrete che diano vita ad una manovra anticiclica.
D. Anticiclica in che senso?
R. Nel senso che, si debbono mettere in cantiere iniziative che possano subito produrre risultati, subito produrre occupazione.
D. Ritiene che ci sia un substrato sociale tale per cui tale manovra anticiclica trovi una sua immediata esecuzione?
R. Dipende dalle scelte che il Governo e il Parlamento intendono fare. Se noi pensiamo per esempio di privilegiare le infrastrutture, (all’ammodernamento e la riedificazione dei centri storici) questa risorsa finanziaria potrebbe ridare respiro alle attività di tante piccolissime realtà e medie imprese che, negli anni 60’ e 70’ hanno rappresentato una delle componenti più forti dell’economia siciliana. Io spero solo che il Governo, oltre a distruggere quello che non va, pensi a costruire, perché demolire senza avviare la fase della ricostruzione non serve assolutamente a niente. Il rigore deve essere accompagnato a manovre finalizzate allo sviluppo ed alla crescita. Quindi, tutti attorno ad un tavolo, maggioranza ed opposizione. Ci sarà un tempo per dividerci. Ma, in questo momento la barca Sicilia rischia di andare a fondo e se naufraga, non ci saranno superstiti.
Baldo Gucciardi
D. A ridosso di una giornata molto impegnativa in cui sono state presenti le tre sigle sindacali, di concerto con i capigruppo di partiti politici dell’Ars ed Assessori del Governo siciliano, come si può definire tale risultato?
R. Estremamente positivo il mio giudizio, perché in una sede terza come l’ho definita io, scelta meritoriamente dalle organizzazioni sindacali, siamo riusciti ad immaginare un ponte tra posizioni politiche e parlamentari diverse per affrontare insieme alle organizzazioni sindacali, alle forze sociali nel loro complesso, al Governo della regione ovviamente, un momento straordinariamente difficile nella storia della Sicilia. Credo che la ricerca di un metodo di governo che promuova la condivisione ancor prima delle scelte, per un cittadino impegnato nelle istituzioni, a qualunque sensibilità politica appartenga, sia un dovere per mettere insieme le proprie forze per tirare fuori, in questo caso, la Sicilia e i siciliani dalle secche di un momento straordinariamente difficile, nel quale le famiglie, i cittadini, sono in difficoltà estrema, proprio dal punto di vista esistenziale e, i giovani abbandonano questa terra perché non riescono ad immaginare il loro futuro nella terra dove sono nati e dove avrebbero diritto di costruire liberamente la propria vita.
D. Lei ha parlato di residui attivi, per i quali la Corte dei Conti ha voluto fare emergere questa criticità che va eliminata. Ci può descrivere cosa sono i residui attivi e soprattutto, quali iniziative adottare per “rimediare a questo vuoto economico”?
R. Parliamo di un fenomeno che risale ad oltre 10 anni fa, un meccanismo che ha caratterizzato i bilanci antecedenti agli anni 2000.
D. Per cosa si contraddistingueva?
R. Sono delle somme che sono scritte nel bilancio, ma che sostanzialmente, sono difficili o impossibili da realizzare. Cioè, la Regione Siciliana, non potrà mai incassare queste somme. Correttamente, la Corte dei Conti ha evidenziato la criticità e quindi, ci troviamo oggi, ad affrontarle; tuttavia, il senso di responsabilità vuole che, in queste manovre che il Governo sta preparando, e che il Parlamento approverà nelle prossime settimane, si ponga un rimedio definitivo a questo fenomeno, certamente negativo, attraverso un Fondo di garanzia che deve essere adeguatamente coperto, che rimetta in equilibrio il bilancio della Regione e che purtroppo, in tempi passati è stato aggredito da scelte sbagliate.